Hawaii, Oslo2004

SCHEDA FILM

Hawaii, Oslo

Anno: 2004 Durata: 124 Origine: DANIMARCA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:(1:1.85)

Tratto da:-

Produzione:PARADOX SPILLEFILM A/S

Distribuzione:BIM (2006)

TRAMA

Oslo. Nel giorno più caldo dell'anno, le vite di un gruppo di persone, estranee tra loro, si intrecciano. Il primo bambino di Frode e Milla è appena nato, ma la felicità è di breve durata perché i medici scoprono che ha una malformazione congenita e se non sarà sottoposto ad una difficile e costosissima operazione negli Stati Uniti non potrà vivere a lungo. Bobbie- Pop è una cantante fallita che tenta l'ennesimo suicidio, ma un infermiere segretamente innamorato di lei cerca di salvarle la vita. Leon, un cleptomane chiuso in una casa di cura, è terrorizzato dall'idea di rivedere Asa, una donna conosciuta dieci anni prima e con la quale aveva stipulato un assurdo patto di matrimonio. Nel frattempo suo fratello Trygve vuole approfittare di un permesso concessogli per festeggiare il compleanno di Leon per fuggire dalla prigione; tenta così di convincere quest'ultimo ad aiutarlo a compiere una rapina destinata a finanziare la realizzazione del loro sogno: un viaggio alle Hawaii. Vidar, il più caro amico di Leon e suo medico personale, è il crocevia di tutte le storie e che, attraverso i suoi sogni, vede cose che nessun altro può vedere, vigila sugli altri ed è in grado di salvarli tutti tranne, forse, sé stesso...

CRITICA

"Esistono gli angeli?, Sì secondo il film norvegese 'Hawaii, Oslo' del regista Erik Poppe, secondo una trilogia dedicata alla città capitale del suo paese. L'ipotesi è più che suggestiva, anche se l'abuso di strutture corali come questa ha un po' stancato, ma è lo svolgimento che lascia a desiderare: molto confuso. (...) Conosciamo la fortuna del cliché 'sliding doors', il meccanismo del 'quello che sarebbe potuto accadere se'. Sempre suggestivo, vero, ma bisogna pur saperlo gestire." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 16 giugno 2006) "Il norvegese Erik Poppe è al II atto della trilogia su Oslo e le sue infelicità. Racconta l'incrocio di molti destini nell'unico giorno caldo dell'anno. Secondo un manieristico luogo comune del cinema di oggi, le diverse storie raccontate si uniscono poi in un unico puzzle: ecco dunque la fauna di varia e tutta disperata umanità. (...) Esasperato ma non coinvolgente, alla ricerca del peggio ma con fondato sospetto di gratuità, il film è un racconto solo corretto e induce alla tentazione di chiedersi perché." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 17 giugno 2006)

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