Grace Is Gone2007

SCHEDA FILM

Grace Is Gone

Anno: 2007 Durata: 85 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, GUERRA

Regia:James C. Strouse

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:JOHN CUSACK, GRACE LOH, DANIELA TAPLIN LUNDBERG, GALT NIEDERHOFFER, CELINE RATTRAY, RIVA MARKER, JESSICA LEVIN, MARILYN HAFT PER NEW CRIME PRODUCTIONS, PLUM PICTURES, BENEDEK FILMS

Distribuzione:01 DISTRIBUTION (2008)

ATTORI

John Cusack nel ruolo di Stanley Philipps
Gracie Bdenarczyk nel ruolo di Dawn Phillips
Shelan O'Keefe nel ruolo di Heidi Phillips
Alessandro Nivola nel ruolo di John Phillips
Doug Dearth nel ruolo di Capitano Riggs
Dana Lynne Gilhooley nel ruolo di Grace Phillips
Doug James nel ruolo di Cappellano Johnson
Marisa Tomei nel ruolo di Donna in piscina
 
 

SCENEGGIATORE

Strouse, James C.
 

MUSICHE

Eastwood, Clint
 

MONTAGGIO

Klotz, Joe
 

SCENOGRAFIA

Block, Susan
 

COSTUMISTA

Nguyen, Ha

TRAMA

Da quando sua moglie Grace, militare nel corpo dei marines, è partita per il fronte in Iraq, l'ex militare Stanley Philipps si occupa della casa e delle due figlie, Dawn e Heidi. Alla notizia della morte di Grace durante una battaglia, Stanley non riesce a comunicare alle figlie la scomparsa della mamma e decide di partire con loro per un viaggio. Lungo il tragitto, l'uomo si troverà costretto a fare i conti con una serie di sentimenti contrastanti che, a causa del dolore per la perdita dell'amata, metteranno in discussione tutto ciò in cui lui ha sempre creduto e allo stesso tempo riuscire a comunicare alle bambine che la loro mamma non tornerà più.

CRITICA

"(...) il regista James C. Strause, esordiente dietro la macchina da presa ma già affermato come sceneggiatore, non ha lasciato nulla al caso: dalla cura delle inquadrature alla fluidità dell'azione, dai dialoghi realistici (anche nel loro andamento ondivago e nelle loro contraddizioni) alla recitazione degli attori, che è una vera prova soprattutto per John Cusak nella parte del neovedovo (ma sono eccezionalmente credibili anche Alessandro Nivola nei panni di suo fratello (...), e le due ragazzine che interpretano le figlie. (...) Realizzato con grande economia non solo di mezzi e di location ma anche di sentimenti, 'Grace is gone' è un commovente gioiellino di essenzialità poetica, senza una sola scena falsa o una sola inquadratura inutile, e senza una parola di troppo a profanare il silenzio della scena clu (...)." (Paola Casella, 'Europa', 25 luglio 2008) "(...) un film sulla guerra in Irak in cui non c'è neppure l'ombra di un campo di battaglia. Non si tratta di un espediente di sceneggiatura, ma una vicenda che capovolge del tutto la convenzione narrativa, entrando nel cuore degli spettatori per restarvi a lungo. (...)" (Adriano De Carlo, 'Il Giornale', 31 luglio 2008) "(...) Abbiamo visto tanti film in cui veniva comunicato alle donne che i loro mariti o figli soldati erano morti in battaglia. (...) Non abbiamo mai visto il contrario. Ci voleva un artista della sensibilità di John Cusack per caricarsi sulle spalle il peso della rivoluzione cinematografica. 'Grace is gone', opera prima di James C. Strouse fortemente voluta e prodotta da Cusack, vede il bravo attore di 'Non per soldi...ma per amore', 'Rischiose abitudini' e 'Alta fedeltà' raggiungere la prova più matura della sua carriera e cambiare di colpo modalità espressiva. (...) Il sensibile sceneggiatore e regista esordiente James C. Strouse arriva al cuore del cinema politico anti-Bush senza sbandierarne sfacciatamente le intenzioni come nelle tante pellicole hollywoodiane della scorsa stagione che hanno affrontato il tema della guerra. Qui non si urla o proclama. (...) si contesta una guerra a partire dalla devastazione più intima. (...) un film difficile da non amare." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 1 agosto 2008) "'Se quello che hai scritto non fa arrabbiare nessuno, allora non hai scritto niente'. Citazione a memoria, a naso potrebbe essere Wild, ma di sicuro è una bella definizione di quello che dovrebbe essere il grande cinema e in generale l'arte e la cultura. Per questo si adotta un film che ha tutto per darti fastidio, prova di maturità e di sensibilità di un esordiente che finora si era distinto per il buon script di 'Lonesone Jim' (2005) e nella più. (...) Un on the road che è soprattutto viaggio nell'anima combattuta di un uomo senza più certezze (...), squassato dal dolore e dall'incapacità di esprimerlo, ma che forse saprà ritrovarsi grazie alle figlie perchè si può essere eroici e giusti senza uccidere, ma amando, accettando le proprie fragilità. Vi commuoverete e non dovrete vergognarvi, perchè questa è un'opera rigorosa (fin troppo in certe lentezze) e potente. (...)." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 1 agosto 2008)

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