GIORNI FELICI A CLICHY1990

SCHEDA FILM

GIORNI FELICI A CLICHY

Anno: 1990 Durata: 102 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:DAL ROMANZO "QUIET DAYS IN CLICHY" DI HENRY MILLER

Produzione:ITAL FRANCE, PARIS - A.Z. FILMS, ROMA - DIREKTFILMMUNCHEN

Distribuzione:ISTITUTO LUCE ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (1991) - EDEN VIDEO

TRAMA

Negli anni '30, impiegato alle poste di New York, ma con la vocazione dello scrittore, Joe arriva a Parigi. Sesso e letteratura sono i motivi che lo spingono in Europa e che sempre lo assillano. Joe conosce Carl, un fotografo polacco, che diventa suo compagno di avventure e stravizi; sempre con lui frequenta locali e bordelli lussuosi, come il "Melody" diretto da Madame Adrienne ed il "Sebastian". Con i sue amici si accompagna spesso una borghese appena quindicenne, Colette, presunta nipote di una prostituta, che appare e scompare più volte e che si unisce a loro in un bizzarro (e inconsumato) matrimonio a tre, recandosi tutti insieme a cercare in Normandia le tracce di Proust. Joe conosce al "Melody" la rossa Nysaltra prostituta assai nota nella Capitale e se ne innamora: ma anche le passioni si usurano presto e Nys sposa Gustav, un mercante di latticini. Sapendolo a Parigi per scrivere, Anja Regentac, moglie di un editore fuggito da Odessa, affida all'americano in cerca di emozioni e documentazioni gli amari suoi ricordi di profuga. Un altro incontro, fatto al cinema, è quello con Edith, di facili costumi lei pure, che rende più eccitante l'amore maneggiando un pistola carica. Ma giorni tristi si preannunciano per Parigi e l'Europa stessa: cominciano i lanci di bombe contro gli ebrei, mentre squadracce nere si aggirano per i quartieri. Joe continua la sua vita forsennata e senza freni, sempre fumando furiosamente e bevendo. Il giomo in cui insieme a Carl si trova travolto da una manifestazione e tenta di rifugiarsi al "Melody", lo trova in fiamme. Le ragazze però, non si sono disperse, si riuniscono nel suo alloggio e all'americano sembra che quella gioia di vivere debba continuare fino alla morte. Poi Colette se ne va per sempre, ripresa a Parigi dai molto conformisti genitori.

CRITICA

"Un film quasi del tutto sbagliato, cui una recitazione in molti interpreti abbastanza discontinua, non da neanche molte possibilità di imporsi almeno sul piano dello spettacolo facile, con elementi adatti ad ottenere il consenso dello spettatore poco esigente. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 15/6/91). "Il film è troppo sovraccarico per non risultare presto stucchevole, troppo gremito di deja vu per incuriosire veramente". (Lietta Tornabuoni, La Stampa, 15/6/91)

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