Gemma Bovery2014

SCHEDA FILM

Gemma Bovery

Anno: 2014 Durata: 99 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO, ROMANTICO

Regia:Anne Fontaine

Specifiche tecniche:-

Tratto da:graphic novel omonima di Posy Simmonds (ed. Hazard)

Produzione:CINÉ@, ALBERTINE PRODUCTIONS, GAUMONT, CINÉFRANCE 1888, FRANCE 2 CINÉMA

Distribuzione:OFFICINE UBU (2015)

ATTORI

Fabrice Luchini nel ruolo di Martin Joubert
Gemma Arterton nel ruolo di Gemma Bovery
Jason Flemyng nel ruolo di Charlie Bovery
Isabelle Candelier nel ruolo di Valérie Joubert
Niels Schneider nel ruolo di Hervé de Bressigny
Mel Raido nel ruolo di Patrick
Elsa Zylberstein nel ruolo di Wizzy
Pip Torrens nel ruolo di Rankin
Kacey Mottet Klein nel ruolo di Julien Joubert
Edith Scob nel ruolo di Madame de Bressigny
Pascale Arbillot nel ruolo di Nuova vicina
Philippe Uchan nel ruolo di Dott. Rivière
Marie-Bénédicte Roy nel ruolo di Madame Rivière
Christian Sinniger nel ruolo di Produttore di Calva
Pierre Alloggia nel ruolo di Produttore di Calva
Patrice Le Méhauté nel ruolo di Maître d'hôtel
Gaspard Beaucarne nel ruolo di Rémi
Marianne Viville nel ruolo di Pandora
 

SOGGETTO

Simmonds, Posy
 
 

MUSICHE

Coulais, Bruno
 

MONTAGGIO

Dutertre, Annette
 

SCENOGRAFIA

de Moléron, Arnaud
 

COSTUMISTA

Chavanne, Pascaline

TRAMA

Martin, panettiere in un villaggio della Normandia, ha un'immaginazione sfrenata e una grande passione: la letteratura romantica ottocentesca. Quando arrivano i nuovi vicini, una coppia di inglesi che si chiamano Gemma e Charles Bovery, Martin viene subito colpito dall'assonanza dei loro nomi con quelli dei protagonisti del romanzo "Madame Bovary" di Gustave Flaubert. Comincia così a fantasticare sulla bella Gemma, su suo marito e sul rampollo di una famiglia altolocata che si è ritirato in campagna per scrivere la tesi. Secondo Martin stanno ripercorrendo la storia del capolavoro di Gustave Flaubert.

CRITICA

"Se qualcuno pensasse al vecchio gioco dei trapianti culturali, occorre dirglielo a voce alta: «Gemma Bovery», pur attivando continue schermaglie con il capolavoro (non solo di Flaubert, ma della letteratura universale) semiomonimo, è una commedia d'evidente cifra cinematografica: non è un caso, in effetti, che il protagonista arrivato al primo snodo della trama pronunci la battuta: «Mi sento come un regista che ha appena esclamato "Azione!"». Persino ignorando l'ottimo preliminare e cioè che ogni film interpretato da Fabrice Luchini si tramanda come imperdibile, è sorprendente la raffinatezza impiegata dalla regista Anne Fontaine per operare il transfert con cui lo humour britannico della graphic novel originaria confluisce in un esito crudo, materiale, mortuario. E persino facendo a meno di una di quelle assonanze che elettrizzano solo i cinefili e cioè l'eco del Truffaut di «Le due inglesi», è stimolante come un'indagine sulla forza del desiderio e delle sue illusioni nonché della manipolazione operata dalla vita sull'arte funzioni come motore anziché facsimile dei fatti. Il Martin di Luchini vale da solo il prezzo del biglietto (...) Gemma ovvero la Arterton ex Bondgirl, una di quelle attrici che promanano un calore in grado di bruciare la tela dello schermo, si rivela esattamente l'icona sulla quale il misantropo può operare un'insperata quanto agognata trasfigurazione romanzesca." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 5 febbraio 2015)

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