Freeheld - Amore Giustizia Uguaglianza2015

SCHEDA FILM

Freeheld - Amore Giustizia Uguaglianza

Anno: 2015 Durata: 103 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO, ROMANTICO

Regia:Peter Sollett

Specifiche tecniche:ARRI ALEXA XT (1:1.85)

Tratto da:basato sul cortometraggio documentario "Freeheld" di Cynthia Wade

Produzione:MICHAEL SHAMBERG, STACEY SHER, CYNTHIA WADE, JACK SELBY, DUNCAN MONTGOMERY, JAMES D. STERN, JULIE GOLDSTEIN, PHIL HUNT, COMPTON ROSS, KELLY BUSH NOVAK, ELLEN PAGE PER INCOGNITO PICTURES, ENDGAME ENTERTAINMENT, DOUBLE FEATURE FILMS, HEAD GEAR FILMS, METROL

Distribuzione:VIDEA

ATTORI

Julianne Moore nel ruolo di Laurel Hester
Ellen Page nel ruolo di Stacie Andree
Michael Shannon nel ruolo di Dane Wells
Zach Galifianakis nel ruolo di Steven Goldstein
Steve Carell nel ruolo di Steven Goldstein
Luke Grimes nel ruolo di Todd Belkin
Josh Charles nel ruolo di Bryan Kelder
Mary Birdsong nel ruolo di Carol Andree
Dennis Boutsikaris nel ruolo di Pat Gerry
Stink Fisher nel ruolo di Jake
Skipp Sudduth nel ruolo di Reynolds
Gabriel Luna nel ruolo di Quesada
Tom McGowan nel ruolo di Bill Johnson
Jeannine Kaspar nel ruolo di Margaret
Mina Sundwall nel ruolo di Maya Kelder
Anthony DeSando nel ruolo di Toohey
Kevin O'Rourke nel ruolo di Dan Wickery
Kelly Deadmon nel ruolo di Lynda Hester
Mary Joy nel ruolo di Estelle
Joe Diomede nel ruolo di Derrick
Julie Reiber nel ruolo di Cat
Henny Russell nel ruolo di Dott. Tonner
 

SOGGETTO

Wade, Cynthia
 

SCENEGGIATORE

Nyswaner, Ron
 

MUSICHE

Zimmer, Hans
 

MONTAGGIO

Mondshein, Andrew
 

SCENOGRAFIA

Musky, Jane
 

COSTUMISTA

Battat, Stacey

TRAMA

La vera storia d'amore di Laurel Hester e Stacie Andree, e della battaglia che condussero per ottenere giustizia. Quando alla pluridecorata detective del New Jersey Laurel viene diagnosticato un cancro, decide di assicurarsi che la sua sudata pensione vada alla sua compagna Stacie. Ma i funzionari della Contea di Ocean, detti Freeholders, non le riconoscono questo diritto. Il Detective Dane Wells e l'attivista per i diritti civili Steven Goldstein si uniscono a Laurel e Stacie coinvolgendo altri agenti di polizia e la comunità a sostegno della loro lotta per l'uguaglianza.

CRITICA

"È un pamphlet goffo e schematico. Ma sappiamo dai celebri precedenti, a partire da 'Indovina chi viene a cena' del 1967, quanto sulla base della sterminata potenzialità di diffusione un mediocre film hollywoodiano possa influire nella storia del costume." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 2 novembre 2015) "(...) il film strappalacrime, 'Philadelphia' al femminile (lo sceneggiatore Nyswaner è lo stesso), ci istruisce su una materia attuale in cui siamo arretrati. Anche se la regia di Peter Sollett non rinuncia agli optional da lacrima, l'attenzione è sulla love story ben servita con strepitosa, partecipata raffinatezza da Julianne Moore, e la meccanica Ellen Page, dichiaratasi gay dal vivo, al fianco di un pugno di maschi divisi tra Bene e Male, tra pietà e orgoglio eterosessuale." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 novembre 2015) "(...) è un film che in qualche modo sembra di aver già visto: non presenta sorprese, e però la regia non scade mai nel melodramma mantenendo un buon equilibrio di racconto; (...) e le attrici protagoniste giocano con sensibilità la coppia: la matura Julianne Moore, fragile sotto l'apparenza forte e ben attenta a mantenere segreto il suo privato nel maschilistico mondo di lavoro in cui opera; la giovane Ellen Page, fresca, diretta, impulsiva. I loro duetti hanno un sapore di autenticità che riscatta il film da una sostanziale prevedibilità; nei panni di fidato collega di Laurel, Michael Shannon è come sempre incisivo." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 5 novembre 2015) "Storia drammaticamente vera, quella di Laurel Hester ha rappresentato un prezioso tassello nel raggiungimento dei diritti civili nella comunità LGBT, di cui la coprotagonista del film, Ellen Page, fa orgogliosamente parte. Purtroppo il film è quanto di peggio Hollywood sappia esprimere per retorica, agiografia e piattezza registica: neppure la brava Julianne More riesce a sollevarlo." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 5 novembre 2015) "Piacerà a patto che sorvoliate sulla ruffianeria politically correct della storia (che non casualmente ci arriva nel corso delle diatribe sulle nozze gay). Se sorvolate, potrete satollarvi cogli exploit da Oscar della Moore e della Page, decisamente convintissime delle parti." (Giorgio Carbone, 'Libero', 5 novembre 2015) "Pur ispirato ad una storia vera e toccante, il film è freddo, colpa anche di due protagoniste poco empatiche. Per non parlare dell'imbarazzante Steve Carell, che trasforma in patetica macchietta il suo leader gay." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 5 novembre 2015) "I film «tratti da una storia vera» hanno spesso come un vago sospetto di ricatto verso lo spettatore avvertendo che, quello che sta vedendo, se pur nella ricostruzione cinematografica che, è bene ricordarlo, è sempre finzione, qualche cosa che è davvero accaduta. Succede anche in questo «Freeheld», cui la distribuzione italiana ha aggiunto nel titolo «Amore Giustizia Uguaglianza» (rigorosamente in maiuscolo per rimarcare che si parlerà di temi alti). E in effetti il tema nel film c'è tutto: quello, fondamentalmente, dei diritti. (...) di temi se ne intrecciano parecchi, quello delle coppie di fatto, dei meccanismi contributivi, delle leggi statali spesso in contrapposizione con quelle nazionali e poi, ancora, dei pregiudizi che possono emergere quando si affrontano argomenti di questo tipo. Il film cerca, a dire la verità, di essere abbastanza onesto nel presentare la situazione, espone la sua tesi con chiarezza e la porta avanti con discreto mestiere, anche se il film mano a mano si trasforma da sentimentale a «cancer movie», per poi infilarsi nel genere disputa legale quando entra in scena l'avvocato attivista peri diritti civili Steven Goldstein, interpretato, anche se un tantino sopra le righe, dal simpatico Steve Carell. (...) Insomma, il film mette tanta carne al fuoco, cerca di strappare la lacrima ma senza esagerare in colpi bassi e mettendo al suo centro questa particolare love story, che probabilmente ha almeno il pregio di farci riflettere, attraverso la sua parabola, su temi difficili e che tendono generalmente a dividere (il bene di qui, il male di là) più che ad unire." (Andrea Frambrosi, 'L'Eco di Bergamo', 11 novembre 2015)

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