Anno: 2015 Durata: 109 Origine: USA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Paul McGuigan
Specifiche tecniche:-
Tratto da:ispirato al romanzo "Frankenstein" di Mary Shelley
Produzione:DAVIS ENTERTAINMENT, TWENTIETH CENTURY FOX FILM CORPORATION, IN ASSOCIAZIONE CON TSG ENTERTAINMENT
Distribuzione:TWENTIETH CENTURY FOX ITALY (2016)
Daniel Radcliffe | nel ruolo di | Igor |
James McAvoy | nel ruolo di | Victor Frankenstein |
Jessica Brown Findlay | nel ruolo di | Lorelei |
Andrew Scott | nel ruolo di | Ispettore Turpin |
Freddie Fox | nel ruolo di | Finnegan |
Charles Dance | nel ruolo di | Frankenstein |
Daniel Mays | nel ruolo di | Barnaby |
Valene Kane | nel ruolo di | Sig.ra Winthrop |
Callum Turner | nel ruolo di | Alistair |
Bronson Webb | nel ruolo di | Rafferty |
Spencer Wilding | nel ruolo di | Nathaniel |
Robin Pearce | nel ruolo di | Barone Bomine |
Adrian Schiller | nel ruolo di | Dott. Clive |
Mark Gatiss | nel ruolo di | Dettweiler |
Drew Sheridan-Wheeler | nel ruolo di | Eli Miller |
In un tempo in cui nulla sembrava impossibile, quando la scienza, la tecnologia e la religione si muovevano per riscrivere le regole che governavano la vita e la morte, uno scienziato, il Dr. Victor Frankenstein e il suo protégé Igor Strausman, si ritrovano a ricercare insieme la loro visione comune del mondo. Ma quando i piani di Victor vanno in fumo, portando ad orribili conseguenze, soltanto Igor potrà salvare lo scienziato da se stesso e dalla sua mostruosa creazione.
"Portata sugli schermi infinite volte, la storia del dottor Victor Frankenstein è una parafrasi del mito di Prometeo incentrata sul fascino mostruoso della sua Creatura senza nome. Questa ennesima versione, però, sacrifica il povero mostro a un'apparizione di una decina di minuti (...). Ambientato in una Londra vittoriana suggestiva, costruito su effetti stravisti, ma abbastanza efficaci, il film è debole soprattutto nel personaggio di cui assume il punto di vista: un Igor 'scritto' male, cui il povero Daniel Radcliffe cerca senza fortuna di dare credibilità. Impresa impossibile, soprattutto nelle pause sentimentali con una bella trapezista." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica, 7 aprile 2016) "Di film che svariano su personaggi immortalati dalla letteratura, ce ne sono tanti, ma pochi risultano riusciti e 'Victor - La storia segreta del Dottor Frankenstein' non rientra nella lista. Peccato! Poteva essere intrigante immaginare la fiaba nera di Mary Shelley raccontata dal punto di vista dell'assistente Igor (...); e va benissimo un Frankenstein caratterizzato da una carica di spiritata vitalità e di ossessiva protervia nel perseguire l'obiettivo di sfidare Dio e vincere la morte. Ma poi l'inesperta sceneggiatura di Max Landis non sviluppa nessuno dei fili della matassa (...). Piatta quanto il copione, la regia del televisivo Paul McGuigan gioca su toni e ambienti gotici senza provocare il minimo brivido; e gli interpreti James McAvoy e Daniel Radcliffe ne risultano inevitabilmente penalizzati." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 7 aprile 2016) "Bastano pochi fotogrammi per capire che «Victor - La storia segreta del Dottor Frankenstein» mette in scena un volto nuovo dello scienziato. Il suo desiderio di affidarsi al destino dell'assistente. La consapevolezza che solo lui (forse) può salvarlo dalla sua stessa immaginazione. (...) Pur ambientandosi nel 1860 agli albori della rivoluzione industriale, il film è pervaso da una sensibilità tutta contemporanea. (...) La paura del futuro e della tecnologia è forse il segreto della modernità del mito di Frankenstein. Guardare in faccia il mostro per esorcizzare le nostre paure. Fin quasi a mettere in dubbio la nostra stessa esistenza. Carnefici o vittime del nostro stesso progresso tecnologico." (Carlo Antini, 'Il Tempo', 7 aprile 2016) "Ennesima rilettura del mito di Frankenstein con Victor e Igor (è lui il narratore) visti come due giovani geni contro il classismo inglese. Il copione di Max Landis (...) prometteva molto, il film di McGuigan mantiene poco. Victor è contraddittorio (la sconfitta della morte è per superare un trauma o solo per diventare famoso?) mentre le continue smorfie dell'ex Harry Potter Radcliffe non aiutano Igor ad assumere quel ruolo di partner, e non di servo, come da piani originali. Peccato." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 7 aprile 2016) "Ci risiamo con Frankenstein. Stavolta poco somigliante al fosco eroe byroniano del romanzo della Shelley, ma giovane, supponente, primo della classe quasi gemello delle ultime versioni di Sherlock Holmes. (...) Piacerà a patto che non lo pigliate troppo sul serio. A scriverlo è stato il figlio di John Landis che come il babbo (...) non trascura mai nemmeno nelle storie più horror salutari unghiate di umorismo." (Giorgio Carbone, 'Libero', 7 aprile 2016) "Non se ne può più delle rifritture di Frankenstein. Anche se questa non è delle peggiori. (...) Magnifici i costumi d'epoca, davvero loffi i due protagonisti, zero gli spaventi, infiniti gli sbadigli." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 7 aprile 2016)
Incasso in euro