Anno: 1996 Durata: 103 Origine: INDIA Colore: C
Genere:METAFORA
Regia:-
Specifiche tecniche:-
Tratto da:-
Produzione:DEEPA METHA, BOBBY BEDI PER TRIAL BY FIRE FILM.
Distribuzione:BMG (1998) - LUCKY RED HOME VIDEO (1997).
Una famiglia di oggi a Nuova Delhi. Radha si divide tra la tavola calda gestita dal marito Ashok e il loro appartamento al piano di sopra, dove abitano anche la vecchia madre di Ashok, Biji, e il fratello di lui, Jatin. Al gruppo si unisce Sita, la giovane sposa di Jatin. Sita aiuta Radha in cucina e si occupa di Biji. Jatin ha come amante una ragazza cinese che lo ossessiona; Ashok e Rada sentono il peso di un matrimonio sterile che dura ormai da quindici anni; il servitore Mundu si diverte a scandalizzare Biji, guardando video porno presi sottobanco nel negozio di videocassette di Jatin. Sita, che ha carattere deciso e aperto, ha una profonda influenza su Radha, che è da lei incuriosita e affascinata. Trascurate dai rispettivi mariti, le due donne cominciano ad entrare in una confidenza sempre maggiore, che le porta ad avviare una relazione intima e affettuosa. Questa situazione viene per un po' tenuta nascosta, ma un giorno viene scoperta e porta lo scompiglio all'interno del nucleo familiare. I due mariti devono misurarsi con donne dal carattere ormai cambiato e pronto a rischiare maggiormente sul piano personale e sociale.
"Come in un 'My beautiful laundrette' indiano anziché pakistano femminile invece che maschile, la regista indiana Deepa Meta, già autrice d'un film che relazionava tra loro anime femminili riesce a equilibrare nelle immagini seduzioni diverse, solo in apparenza contraddittorie: stile cinematografico occidentale e miti orientali coloratissimi, impronta sociologica e incursioni fantastiche, 'gay pride' e denuncia sessista. romanticismo e realismo, distanza ironica dalla narrazione e veemente partecipazione ideologica. Cosicché 'Fire', non sempre perfetto nella forma, brucia tuttavia di passioni estreme, volutamente non dosate, spavaldamente mandate allo sbaraglio, spigliatamente emancipate nel contaminare lo sguardo di eccessi e nel carezzare core sensualità i bellissimi volti delle due protagoniste". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 9 giugno 1998) "Il titolo 'Fire', fuoco, allude all'eros ma anche a quelle fiamme che provocano ogni anno la morte di tante donne indiane per l'incendiarsi in cucina dei loro abiti lunghi larghi e leggeri, anche alla pira su cui anticamente venivano bruciate le vedove. La regista Deepa Mehta, indiana di Nuova Delhi emigrata vent'anni fa in Canada, già autrice di 'Sam & Me' e di 'Camilla', ha inteso raccontare una forma di liberazione femminile attraverso l'amore omosessuale, la crisi della famiglia indiana nelle trasformazioni portate dal mutare delle donne. Le buone intenzioni hanno dato vita a un film schematico, scolastico, volontaristico, reso però interessante e inconsueto dal suo tema, dall'ambiente e dal costume indiani, dalla bravura delle due protagoniste: la meno giovane, Shabana Azmi, è una delle maggiori e più premiate attrici d'India". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 6 giugno 1998)
Incasso in euro