Fango e gloria2014

SCHEDA FILM

Fango e gloria

Anno: 2014 Durata: 90 Origine: ITALIA Colore: B/N

Genere:DOCUFICTION, STORICO

Regia:Leonardo Tiberi

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:MAURIZIO E MANUEL TEDESCO PER BAIRES PRODUZIONI IN COLLABORAZIONE CON ISTITUTO LUCE-CINECITTÀ

Distribuzione:ISTITUTO LUCE-CINECITTÀ

ATTORI

Eugenio Franceschini nel ruolo di Mario
Valentina Corti nel ruolo di Agnese
Domenico Fortunato nel ruolo di Padre
Francesco Martino nel ruolo di Emilio
Alberto Lo Porto nel ruolo di Nicola Zabaglia
Michele Vigilante nel ruolo di Ufficiale Alpino
Vincenzo Guaglione nel ruolo di Soldato
Federico Tolardo nel ruolo di Soldato
Isabella Caserta nel ruolo di Madre di Mario
Roberto Vandelli nel ruolo di Fotografo
Maria Cristina Bellelli nel ruolo di Ragazza della fabbrica
Ernesto Aliberti nel ruolo di Capostazione
Arnaldo Pernigo nel ruolo di Cliente al bar
 
 

MONTAGGIO

Onorati, Luca
 
 

COSTUMISTA

Ercole, Nicoletta

TRAMA

Realizzato nell'anno del centenario della Grande Guerra, racconta il conflitto con uno stile narrativo particolare e inedito. Il film infatti è costruito con fiction e filmati di repertorio che interagiscono continuamente tra loro al punto che il repertorio non rappresenta più, com'è prassi, solo e unicamente il passato, il dato di fatto, la fredda ed inoppugnabile testimonianza dell'accaduto, ma entra ed esce dalla ricostruzione di fantasia sostanziandola del pathos della realtà e imprimendole il marchio della verosimiglianza. Il film narra le vicende di tanti giovani coinvolti in quel tragico evento, giovani pieni di speranze e in attesa di un futuro che non riusciranno a vivere. Protagonista è Mario con la sua innocente storia d'amore insieme ad Agnese. E' la storia di un ragazzo: il Milite Ignoto, simbolo di tutti coloro che sono morti e che non sono mai stati identificati. Il film è realizzato con immagini di fiction montate insieme a inediti ed emozionanti materiali di repertorio dell'Archivio Storico Luce, sottoposti a procedimento di colorazione e sonorizzazione.

CRITICA

Note di regia: "I personaggi migrano dal girato che li rappresenta e li genera al mondo del repertorio e viceversa. Per realizzare tutto ciò, per compenetrare al massimo girato e repertorio, mi sono posto come primo obiettivo quello di 'attualizzare' i filmati storici, vale a dire renderli fruibili come fossero stati girati oggi e non un secolo fa. Nei laboratori del Luce e in altri altamente specializzati le preziose pellicole dell'Archivio Storico sono state quindi scansionate in Alta Definizione, restaurate da graffi e macchie, acquisite in digitale, variando la velocità di scorrimento - per eliminare le fluttuazioni ondulatorie che avevano le macchine da presa dell'epoca e che provocavano i movimenti accelerati e ridicoli a cui siamo abituati." "In questi ultimi anni i materiali dell'istituto Luce hanno ripreso nuova vita attraverso una serie di documentari, rielaborazioni poetiche, accurate ricostruzioni. 'Fango e gloria' di Leonardo Tiberi è il primo film che arriva nelle sale come film di guerra. Nel Centenario della prima guerra mondiale (e dei 90 anni dell'Istituto Luce) è stato realizzato lavorando sulla composizione di parti recitate e filmati d'epoca, senza soluzione di continuità per l'effetto di colorizzazione del materiale in bianco e nero con un procedimento simile alle bicromie di inizio secolo, da un gruppo di venti colorist coordinati da Marco Kuveiller e la fotografia di Stefano Paradiso (Red in 4K) che ne accompagna la scelta cromatica. L'effetto è di una certa lontananza delle parti recitate, dove gli attori protagonisti si immergono nei filmati d'epoca, mentre emergono in primo piano quelle figure sconosciute di fanti riprese lungo le trincee. Si sa bene quanto fosse impossibile riprendere le azioni di guerra e quante di queste siano state simulate (per ristudiare tutto quanto si può sapere a proposito di cinema e Grande Guerra fare riferimento a 'Le ceneri del passato' di Giuseppe Ghigi, Rubettino), ma colpiscono assai di più le scene di «transito», gli scherzi e i sorrisi di quella gioventù mandata al massacro nella guerra di trincea. Queste scene assumono qui un vigore straordinario, non solo per il colore, e il lavoro di restauro che li ha ripuliti da ogni graffio e macchia e ha dato ai filmati il giusto ritmo, ma per come sono state scelte dagli archivi in modo che avessero una resa analoga al recitato: in qualche modo riprendono vita, attorno al rancio, alle lettere arrivate da casa, in trincea. Guardiamo in faccia non degli attori, ma i nostri nonni molti dei quali del secolo delle meraviglie avrebbero visto ben poco." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 16 ottobre 2014)

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