Anno: 2011 Durata: 129 Origine: USA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Stephen Daldry
Specifiche tecniche:ARRI ALEXA, ARRIRAW/(2K), 35 MM /D-CINEMA (1:2.35)
Tratto da:romanzo "Molto forte, incredibilmente vicino" di Jonathan Safran Foer (ed. Guanda)
Produzione:PARAMOUNT PICTURES, SCOTT RUDIN PRODUCTIONS, WARNER BROS. PICTURES
Distribuzione:WARNER BROS. PICTURES ITALIA (2012)
Tom Hanks | nel ruolo di | Thomas Schell Jr. |
Sandra Bullock | nel ruolo di | Linda Schell |
Thomas Horn | nel ruolo di | Oskar Schell |
Max von Sydow | nel ruolo di | Thomas Schell Sr. |
Viola Davis | nel ruolo di | Abby Black |
John Goodman | nel ruolo di | Stan il portiere |
Jeffrey Wright | nel ruolo di | William Black |
James Gandolfini | ||
Zoe Caldwell | nel ruolo di | Nonna di Oskar |
Griffin Newman | nel ruolo di | Arden Black |
Hazelle Goodman | nel ruolo di | Hazelle Black |
Adrian Martinez | nel ruolo di | Hector Black |
Zack Robidas | nel ruolo di | Zack Black |
Carmen M. Herlihy | nel ruolo di | Denise Black |
Jenson Smith | nel ruolo di | Aurelia Black |
Ryka Dottavio | nel ruolo di | Maris Black |
Susan Gross | nel ruolo di | Sig.ra Black |
Diane Cheng | nel ruolo di | Fong Black |
Matt Hollerbach | nel ruolo di | Alan Black 2 |
Gregory Korostishevsky | nel ruolo di | Boris Black |
Marco Verna | nel ruolo di | E.S. Black |
Brandon Jeffers | nel ruolo di | Hamlet |
Martin E. Brens | nel ruolo di | Dick Black Martin Brens |
Gustavo Brens | nel ruolo di | Richard Black |
Brooke Bloom | nel ruolo di | Astrid Black |
Rene Ojeda | nel ruolo di | Ramos Black |
Madison Arnold | nel ruolo di | Alan Black |
Kit Flanagan | nel ruolo di | Cassidy Black |
Ray Iannicelli | nel ruolo di | Baz Black |
Miguel Jarquin-Moreland | nel ruolo di | B.G. Black |
Benjamin McCracken | nel ruolo di | Benjamin Black |
Malachi Weir | nel ruolo di | Malachi Black |
John Joseph Gallagher | nel ruolo di | Harlan Black |
Stephanie Kurtzuba | nel ruolo di | Elaine Black |
Catherine Curtain | nel ruolo di | Leigh-Anne Black |
Lola Pashalinski | nel ruolo di | Mona Black |
Joseph McKenna | nel ruolo di | Jerry Black |
Rosalie Tenseth | nel ruolo di | Rosalie Black |
New York, 11 settembre 2001. Oskar Schell, un bambino di nove anni, riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: "C'è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo". Sarà l'ultimo contatto tra loro. Poi, in mezzo alle cose del padre scomparso, il ragazzo troverà una busta con un nome e una chiave. Oskar deciderà di andare alla ricerca della serratura a cui appartengono i due misteriosi elementi, che diventeranno per lui il mezzo per riallacciare il rapporto troncato e di compensare il pesante vuoto affettivo.
"Ogni cosa non è più illuminata, parafrasando il titolo di Safran Foer di cui ora Stephen Daldry riduce questo altro bel romanzo (Guanda), per l'undicenne Oskar che si ritrova perso nella New York il giorno dopo l'11 settembre, orfano, come altri 2.999 coetanei, del padre morto nello squarcio morale e materiale delle Torri Gemelle. (...) Scritto con competenza psicanalitica da Eric Roth, cognome che è una garanzia, già sceneggiatore di 'Forrest Gump' e 'Benjamin Button' e quindi familiare coi casi estremi, il film di Daldry entra a passo felpato e senza retorica nelle zone oscure private e pubbliche: quella dell'adolescenza (già impervia senza attentati) e quella dell'angoscia smog di una città fresca di cicatrici. (...) Migliore nella parte introspettiva, negli sguardi infantili che diventano maturi sotto i nostri occhi, piuttosto che nel tour della città ripresa con sospetta luminosità da Chris Menges, il film è sulle spalle di un ragazzino prodigioso. Thomas Horn ha lo sguardo innocente della vittima che deve trovare speranza e diritto alla vita, lo rivedremo: agisce nello stile dei teenagers di Spielberg ('L'impero del sole', ma anche 'ET' e 'War Horse'), è l'infanzia di un capo americano cocciuto, un piccolo fuggitivo nel caos. Tom Hanks, in flashback e in sogno, e Sandra Bullock gli fanno da comprimari consumati, mentre un cameo importante è quello senza parole di Max von Sydow che porta la sua sorpresa. Vicino allo stile di Safran Foer, tanto da essere infatti molto letterario, il film è utile e necessario nel genere 11.9 cui hanno già dato contributi Stone e altri ma che qui è visto ad altezza di bambino e fa anche più paura." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 25 maggio 2012) "«E' meglio il film o era migliore il libro?» si chiedono due capre mentre mangiano pellicola in una celebre battuta di Hitchcock. Forse sir Alfred aveva ragione e la domanda è solo oziosa: eppure riesce difficile trattenere la delusione per il modo in cui il solitamente migliore Stephen Daldry ha tradotto in immagini le magnifiche pagine del romanzo di Jonathan Safran Foer. (...) Se è vero che le storie più belle sono quelle il cui protagonista è mosso da un'ossessione, il film è però compulsivo e monotono a un tempo, patetico fino alla slealtà. Con l'effetto che Oskar (anche per colpa dell'interprete, Thomas Horn), quanto più cerca la nostra tenerezza, tanto meno ci risulta empatico." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 25 maggio 2012) "Verrebbe da dire: finalmente! Annunciato almeno tre o quattro volte, arriva al cinema 'Molto forte incredibilmente vicino', il film di Stephen Daldry ispirato al romanzo di Jonathan Safran Foer pubblicato in Italia da Guanda. Un film che sicuramente aspirava a una vita diversa fin dal momento del casting: un regista candidato tre volte all'Oscar (per 'Billy Elliott', 'The Hours', 'The Reader'), uno sceneggiatore-star Eric Roth, ('Forrest Gump'), tre divi come Tom Hanks, Sandra Bullock e Max von Sydow, un tema forte - I'11 settembre - per di più coniugato in modo strappalacrime attraverso la storia di un bambino... C'erano tutte le condizioni per il colpaccio, ma non è andata così. Il film ha superato di poco quota 30 milioni di dollari negli incassi Usa (robetta) e ha avuto solo 2 candidature agli Oscar, senza vittorie. Visto a Berlino, mesi fa, 'Molto forte incredibilmente vicino' è effettivamente una mezza delusione. (...) Il problema è che tale lezione è raccontata in modo piatto e didascalico, senza le sfumature del romanzo originale. Tom Hanks e Sandra Bullock sono i genitori di Oskar. Il bambino è Thomas Horn, oggi 15enne, famoso in America per essere un campione del popolarissimo quiz televisivo 'Jeopardy'. Bravissimo, fin troppo: quasi impressionante." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 25 maggio 2012) "Metti un bambino sconvolto da una tragedia, con viso oltretutto predisposto, e le lacrime scenderanno copiose. Purtroppo, accompagnate da sonori sbadigli nonostante uno strepitoso Max von Sydow." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 25 maggio 2012) "Un romanzo cult per un film mediocre. Capita spesso e in questo caso esemplarmente, essendo il film del regista già premiato per 'The Hours' un quasi totale annullamento dei gradi di spiazzamento creati dal caso letterario di Jonathan Safran Foer. Daldry imprigiona la sua narrazione del romanzo di formazione negli schematismi noti al proprio cinema, limitandosi a far emergere le eccentricità sonore dell'impianto complessivo, senza le quali il cine-progetto sarebbe risultato a dir poco disastroso. E non basta la spontanea bravura del fanciullo Thomas Horn e il guizzo senile di Max von Sydow a salvare il carrozzone noioso che le presenze di Hanks e Bullock contribuiscono a peggiorare. Peccato." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 24 maggio 2012) "Come raccontare la tragedia dell'11 settembre? E come raccontare, più in generale, il senso di una perdita? Ci prova questo film, e lo fa attraverso gli occhi di un bambino. (...) Commovente e delicata, la pellicola ha ottenuto due nomination agli Oscar: miglior film e attore non protagonista. Quest'ultima per Max Von Sidow, vecchio muto che accompagna Oskar nella sua ricerca come un angelo custode." (Paolo Fiorelli, 'Tv Sorrisi e Canzoni', 26 maggio 2012)
Incasso in euro