Eraserhead - La mente che cancella1977

SCHEDA FILM

Eraserhead - La mente che cancella

Anno: 1977 Durata: 89 Origine: USA Colore: B/N

Genere:FANTASY

Regia:David Lynch

Specifiche tecniche:35 MM (1:1.85)

Tratto da:-

Produzione:DAVID LYNCH PER AMERICAN FILM INSTITUTE, LIBRA FILMS

Distribuzione:CLAB AIADA (1981), IL CINEMA RITROVATO-CINETECA DI BOLOGNA (2017) - DVD: GRUPPO MINERVA RAROVIDEO (2009)

ATTORI

Jack Nance nel ruolo di Henry Spencer John Nance
Charlotte Stewart nel ruolo di Mary X
Allen Joseph nel ruolo di Signor X
Jeanne Bates nel ruolo di Signora X
V. Phipps Wilson nel ruolo di Affittacamere
John Monez nel ruolo di Bum
Darwin Joston nel ruolo di Paul
Neil Moran nel ruolo di Il boss
Jack Fisk nel ruolo di Uomo nel pianeta
Jean Lange nel ruolo di Nonna
Judith Roberts nel ruolo di Bella ragazza nella hall Judith Anna Roberts
Laurel Near nel ruolo di Donna nel radiatore
Thomas Coulson nel ruolo di Il ragazzo
 

SOGGETTO

Lynch, David
 

SCENEGGIATORE

Lynch, David
 

MONTAGGIO

Lynch, David
 

SCENOGRAFIA

Lynch, David

TRAMA

Henry Spencer, tipografo, vive da solo in uno squallido appartamento fra le allucinazioni che la sua mente malata visualizza. Durante un grottesco pranzo in casa dei suoceri, apprende che Mary, la sua ragazza è incinta e viene obbligato a sposarla, Nasce un 'baby' mostriciattolo orrendo e frignante che la madre, disgustata, abbandona alle cure di Henry il quale, esasperato, lo uccide. Dal corpo in disfacimento del piccolo fuoriescono esseri strani che infestano la casa e la vita di Henry. Il suo equilibrio psichico, già fragile, va in frantumi e la sua mente si scatena in allucinazioni e incubi...

CRITICA

"Qualche tenue spunto umoristico e la pretesa, dichiarata dal regista, di scavare nella 'vera' Philadelphia, nonché quella, riconosciutavi da taluni critici, di vivisezionare la 'middle class' americana non bastano ad abbattere i limiti di una pura esercitazione. Nato infatti come saggio di scuola ed elaborato durante ben quattro anni (dal '72 al '76), in ritardo di quattro decenni sulla breve stagione surrealista, il film giustifica le riserve e i pregi di un genere che lo stesso Lynch ha subito abbandonato, come è evidente nel successivo 'The Elephant Man', dove una materia poco meno ripugnante è riscattata in immagini e modi di una tenera partecipazione. Il che alimenta il sospetto che il giovane regista operasse con un occhio all'underground e ai cineili, e un altro alla produzione convenzionale e magari all'Oscar. E' accaduto altre volte. Ridimensionata la vocazione a significati universali, e denunciata l'ossessione di una putrescenza intollerabile, si deve riconoscere a David Lynch il... gusto raffinato dell'immagine (valorizzata da uno splendido bianco e nero), l'intensità dei toni, il ritmo del montaggio, insomma un dominio del mezzo cinematografico che sarà più convincente quando troverà quel senso della misura dal quale l'arte non può prescindere". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 92, 1982)

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