Ember - Il mistero della citt? di luce2008

SCHEDA FILM

Ember - Il mistero della città di luce

Anno: 2008 Durata: 95 Origine: USA Colore: C

Genere:FANTASY

Regia:Gil Kenan

Specifiche tecniche:ARRICAM ST/LT, ARRIFLEX 235, SUPER 35 STAMPATO A 35 MM (1:2.35)

Tratto da:romanzo per ragazzi "La città di Ember" di Jeanne DuPrau (ed. Fabbri)

Produzione:TOM HANKS, GARY GOETZMAN E STEVE SHARESHIAN PER PLAYTONE, WALDEN MEDIA

Distribuzione:EAGLE PICTURES

ATTORI

Saoirse Ronan nel ruolo di Lina Mayfleet
Bill Murray nel ruolo di Sindaco Cole
Harry Treadaway nel ruolo di Doon Harrow
Marianne Jean-Baptiste nel ruolo di Clary
Toby Jones nel ruolo di Barton Snode
Tim Robbins nel ruolo di Loris Harrow
Martin Landau nel ruolo di Sul
Lucinda Dryzek nel ruolo di Lizzie Bisco
Matt Jessup nel ruolo di Joss
Lara McIvor nel ruolo di Roner
Myles Thompson nel ruolo di Smat
Lorraine Hilton nel ruolo di Miss Thorn
Liam Burke nel ruolo di Sig. Boaz
Mary Kay Place nel ruolo di Sig.Ra Murdo
Liz Smith nel ruolo di Nonna
Simon Kunz nel ruolo di Capitano Fleery
Brid Ni Chionaola nel ruolo di Seely Schnap
Frankie McCafferty nel ruolo di Arbin Swinn
Heathcote Williams nel ruolo di Sadge Merrall
Mackenzie Crook nel ruolo di Looper
Maureen Dow nel ruolo di Sig.ra Sample
 

SOGGETTO

DuPrau, Jeanne
 

SCENEGGIATORE

Thompson, Caroline
 
 

SCENOGRAFIA

Laing, Martin
 

COSTUMISTA

Myers, Ruth

TRAMA

Ember è una città sotterranea che riesce ad essere scintillante di luci grazie a un potente generatore che, però, è stato costruito per durare solo 200 anni. Ora si è prossimi alla scadenza e le luci iniziano a vacillare. Intanto per gli studenti del luogo si sta avvicinando il Giorno delle Assegnazioni in cui, arrivati al diploma, sceglieranno alla presenza del Sindaco il loro futuro con un'estrazione a sorte. Lina desiderava diventare un messaggero ma viene assegnata alla Rete delle Tubazioni, mentre la funzione di messaggero viene attribuita a Doon Harrow, suo compagno di classe. Doon, che vuole un lavoro sedentario, propone a Lina uno scambio che lei accetta con gioia. Tra i due nasce una bella amicizia, ma intanto nella città manca sempre più spesso la luce finché un giorno Lina trova nell'armadio della nonna, una scatola di ferro chiusa da un lucchetto...

CRITICA

"Variante del filone di fantascienza postapocalittica, 'Ember il mistero della città di luce' è un film per ragazzi: ma più dark e pessimista di quanto ci si aspetti. (...) Da un romanzo di Jeanne Du Prau, un fantasy claustrofobico che crea un mondo sotterraneo dal fascino degradato: ma dove tutti sembrano ben poco convinti di quel che fanno. A cominciare da ottimi attori come Bill Murray e Tom Robbins, mai visti così ai minimi sindacali."(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 19 dicembre 2008) "Fate un esperimento. Provate ad entrare nella sala dove proiettano 'Ember - il mistero della città di luce' e chiudete gli occhi. Escludendo i dialoghi (di per sé ovviamente esplicativi) seguite colonna sonora e rumori. Tutto, ma proprio tutto, compreso lo strascichìo del piede di una estemporanea comparsa, vi è fornito con precisione per intuire il crescendo di pathos e comprendere didascalicamente la narrazione. Perché il film, diretto dall'inglese Gil Kenan, è una pellicola format o cinema-ricetta. Diversi strati autosufficienti, scomponibili e ricomponibili, calcolati in base a specifiche esigenze di mercato. Il target di Ember è adolescenziale, modello Harry Potter.(...) La città di Ember è un curioso pastiche di luce fioca in diverse varianti (generatori, lampioncini, elmetti con lampadine) e armamentario scenico postmoderno, ma nell'insieme l'operazione è troppo meccanica e studiata a tavolino per convincere della visionarietà dell'assunto metaforico tra il nostro evo e quello fantascientifico rappresentato. Scritto da Caroline Thompson, sceneggiatrice di molti film di Tim Burton." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 19 dicembre 2008) "Kenan fa il contrario di tanti registi alla moda. Gli altri 'fumettizzano' il cinema. Lui porta un po' di cinema, cioè di complessità,di contrasti, di gusto per il racconto (raro da vedere un film dal vero girato e montato con tanta fluida inventiva), dentro schemi da fumetto. La fiaba infatti non ha nulla di nuovo: c'è un sindaco corrotto da smascherare (Bill Murray); un padre inventore ribelle (Tim Robbins); una coppia di eroi giovanissimi (la deliziosa Saoirse Ronan, Harry Treadaway) alle prese con macchinari giganteschi e losche macchinazioni. Eppure, questo 'Brazil per ragazzi', come ha detto qualcuno, scritto dalla sceneggiatrice di Tim Burton, Caroline Thompson, appassiona per le idee, per le magnifiche scenografie low cost (a Ember tutto scarseggia, dalle materie prime alle energie), per lo stile insieme antico e sapiente. Solo la musica è roboante e banale. Ma si sa, nessuno è perfetto." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 dicembre 2008) "Tratto da un romanzo edito da Fabbri, il racconto è opportunamente ornato di effetti, scoppi, luci, ma anche di una dimensione da commedia teen ager un po' alla Spielberg in cui il regista Gil Kenan ha individuato il popolo catatonico con partecipazione di Tim Robbins, Martin Landau e del sindaco Bill Murray."(Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 dicembre 2008) "La fantasia della scrittrice, animata da un piglio sostenuto, trova un buon riscontro nell'adattamento cinematografico di 'Ember - Il mistero della città di luce' firmato da Gil Kenan, che proviene dall'animazione. I1 maggiore successo del film sta nel mirabolante e asfittico panorama urbano creato, sul modello della lezione espressionista di Caligari, dall'art director britannico Martin Laing, bene affiancato dalla costumista Ruth Myers. Simpatici ed efficaci i due giovani protagonisti, Saoirse Ronan e Harry Treadaway, che allarmati dagli incalzanti blackout cercano una via di fuga dall'agonia della città. Di prim'ordine l'intero cast: gustoso Bill Murray sindaco fellone, sinistro Tioby Jones come suo tirapiedi, nobile Tim Robbins inventore sfortunato e protettivo Martin Landau operaio ciondolone. Il produttore è Tom Hanks, la cui esperienza ha certo contato parecchio." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 19 dicembre 2008)

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