Drag Me to Hell2009

SCHEDA FILM

Drag Me to Hell

Anno: 2009 Durata: 90 Origine: USA Colore: C

Genere:HORROR, THRILLER

Regia:Sam Raimi

Specifiche tecniche:(1:2.35)

Tratto da:-

Produzione:SAM RAIMI, GRANT CURTIS, ROBERT G. TAPERT, CRISTEN CARR STRUBBE PER BUCKAROO ENTERTAINMENT, GHOST HOUSE PICTURES, MANDATE PICTURES

Distribuzione:KEY FILM - DVD E BLU-RAY: KEY FILMS (2010)

ATTORI

Alison Lohman nel ruolo di Christine Brown
Justin Long nel ruolo di Prof. Clay Dalton
Jessica Lucas nel ruolo di Ellen
Lorna Raver nel ruolo di Sig.ra Ganush
David Paymer nel ruolo di Sig. Jacks
Sage Stallone nel ruolo di Hemmings
Dileep Rao nel ruolo di Rham Jas
Adriana Barraza nel ruolo di Shaun San Dena
Reggie Lee nel ruolo di Stu Rubin
Ksenia Jarova nel ruolo di Sig.ra Fields
Bojana Novakovic nel ruolo di Ilenka
Ricardo Molina nel ruolo di Sig. Hernandez
Bill E. Rogers nel ruolo di Bill
Fernanda Romero nel ruolo di Maria Hernandez
Chelcie Ross nel ruolo di George Dalton
Octavia Spencer nel ruolo di Nancy Barnes
 
 

SCENEGGIATORE

Raimi, Ivan
Raimi, Sam
 
 

MONTAGGIO

Murawski, Bob
 

SCENOGRAFIA

Saklad, Steve
 

COSTUMISTA

Mussenden, Isis

TRAMA

Los Angeles. Dopo aver negato una proroga del prestito per il mutuo della casa alla misteriosa signora Ganush, l'esistenza dell'ambiziosa funzionaria di banca Christine Brown verrà completamente sconvolta. L'anziana cliente, infatti, delusa nelle sue aspettative scaglierà sulla ragazza una terribile maledizione che la porterà a affrontare delle oscure e malvagie forze del male, che trasformeranno la sua vita in un vero e proprio inferno. Grazie all'intervento del veggente Rham Jas, Christine cercherà di salvare la propria anima dalla dannazione eterna.

CRITICA

"Il primo film sui mutui subprime è un horror. Il genere giusto per raccontare le banche criminali e i titoli tossici, le case perdute, i senza tetto e la crisi globale. Chi è responsabile del crack va mandato all'inferno, 'Drag Me to Hell' di Sam Raimi, il più morale dei registi del fantastico hollywoodiano, torna con un thriller dell'orrore dopo 'La Casa' ('The Evil Dead', 1982), serie di tre film cult, 'Darkman' (1990) e la trilogia blockbuster di 'Spiderman' (l'ultimo del 2007). (...) 'Drag Me to Hell' è una commedia-horror da Drive-in, tipo 'Scream' di Wes Craven, ma con un retrogusto di solenne indignazione che evoca uno dei suoi film più belli, 'Soldi sporchi' ('A simple plain',1998) sull'avidità e la mutazione della persona media, innocua, che si rende complice dei peggiori delitti. (...) Raimi si diverte a sfornare tutto il repertorio degli effetti speciali più basic, artigianali, poco uso del digitale, e a far paura con il metodo dell'incursione improvvisa, i diavoli infantili tornano nella scena primaria della paura. Molto ironico nel gioco dell'horror, molto pop, 'Drag Me to Hell' è un film politico in maschera. Una lezione di humor nero e di cinema sganciato dalle regole degli Studios. Un film su un caso di coscienza, nera. Le streghe sono tornate, spaccano vetrine e vetrate, richiamano le vittime defunte dalle tombe. Un G8 più che un sabba." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 21 maggio 2009) "Interessante l'operazione di ritorno alle origini dell'uomo che ha guadagnato miliardi di dollari col cinefumetto dell'uomo ragno: per questo film indipendente che ricorda molto il suo esordio 'La casa' (ma al femminile) e a 16 anni dal suo ultimo horror, 'L'armata delle tenebre', invece di contare su produttori amici, ha costruito il budget sulle prevendite internazionali dei diritti, insieme al fratello Raimi. Come fecero nell'81 proprio qui al Marchè. Un esempio brillante di come la crisi, non solo creativa ma anche economica, possa essere superata con l'ingegno e il talento." (Boris Sollazzo, 'Il Sole 24 ore', 22 maggio 2009) "Grande regista di genere, di quelli brutti, divertenti e cattivi - per intenderci lo stile di 'Bad Taste' di Peter Jackson -, Sam Raimi prima di diventare il profeta mainstream della saga cinefumettara forse meglio riuscita finora, ovvero 'SpiderMan', torna alle origini dopo i bagni di folla e i soldi a pioggia. Lo fa con 'Drag me to hell' e con coerenza invidiabile, fin dai finanziamenti. (...) Ma, attenzione, il primo horror ai tempi della crisi delle banche e della recessione non è un tributo fine a se stesso, ma un'iniezione di linfa vitale di un maestro a una branca del cinema che può dire tanto artisticamente e politicamente. E non è un caso, infatti, che un brillante esempio di intrattenimento puro dica, con la sua sola premessa, più di tanti trattati. Come solo ai grandi registi (da Craven a Cronenberg) basta una pennellata per rivelare il sottotesto: qui è l'arrivista e rapace Alison Lohman che nega la copertura di un mutuo alla vecchia Lorna Laver, anziana zingara che ne ha bisogno per tenersi la casa. (...) Impossibile non divertirsi e terrorizzarsi come matti, Raimi non ha perso un'oncia del suo smalto di un tempo." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 22 maggio 2009) "Con 'Drag Me to Hell', Sam è tornato con evidente entusiasmo al super splatter, da macelleria a go-go degli esordi. Ricordate 'La casa' o 'L'armata delle tenebre'? Le creature infernali, evocate imprudentemente dalla lettura del "Necronomicon" schizzavano fuori da tutte le parti addentando gli sventurati di passaggio, preferibilmente nelle parti intime. Solo che nella 'Casa' e seguenti, Sam aveva l'aria di simpatizzare cogli sventurati. Poca simpatia (quasi nulla) invece è riversata su Christine, identificata come bancaria, quindi nemica. Lo script sembra a tratti una parodia schizzata di una prolusione del ministro Tremonti. Detto questo, è possibile consigliare 'Drag Me to Hell' a qualche spettatore che non sia un fan dello splatter e del vecchio Raimi? Sì, è possibile." (Giorgio Carbone, 'Libero', 11 settembre 2009)

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