Doom Generation1994

SCHEDA FILM

Doom Generation

Anno: 1994 Durata: 85 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE

Tratto da:-

Produzione:ANDREA SPERLING, GREGG ARAKI PER WHY NOT PRODUCTIONS

Distribuzione:LUCKY RED (1996) - DELTAVIDEO

TRAMA

La diciassettenne Amy Blue e il suo ingenuo ragazzo Jordan White fermano l'automobile per soccorrere il giovane Xavier Red, pesto e sanguinante sul selciato. Insieme sostano quindi presso un Quickiemart per qualche acquisto: appena il commesso dichiara il prezzo (6 dollari e 66) nessuno dei tre si trova in tasca la somma. Inventano scuse per uscire per rimediare il denaro, cioè per allontanarsi senza pagare: alla reazione del commesso, lo sconosciuto Xavier, appena soccorso, roteando un coltellaccio gli mozza la testa. Dopo essere fuggiti, i tre seguitano a uccidere nella maniera più orrida, andandosene poi senza sussulti di coscienza, in una fuga allucinante, unicamente preoccupati di non farsi individuare dai poliziotti. Per il resto trascorrono le giornate fumando, bevendo, accoppiandosi a turno, indifferentemente, o in ammucchiate erotiche frenetiche, fra battute turpi, esibizioni ripugnanti, particolari rivoltanti, trovando per giunta modo di interrogarsi sul senso della vita. Poi nella notte alcuni teppisti assalgono Amy, Xavier e Jordan: questi soccombe dopo essere stato evirato. Ad Amy e Xavier non resta che percorrere con l'automobile una strada senza meta.

CRITICA

"Influenzato per certi versi da Godard e vicino per certi altri al cinema di Tarantino e Lynch (vedi le atmosfere psichedeliche e fumettistiche, il mélange dei generi, l'uso degli stereotipi giovanilistici di moda), Araki ha tuttavia una sua originalissima personalità e un'innegabile forza di stile. Basta vedere come, giocando di allusione e poco mostrando, riesce a imbastire esplosive carneficine e morbose scene di sesso mentre l'odissea maledetta si avvia al suo finale di tragedia." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 30 aprile 1996) "La fotografia violacea, tenebrosa, con pochi violenti colori, e gli ambienti rosso cuore e nero notte, ripetono un'atmosfera lynchana, che non è sbagliata, ma non giova alla reinvenzione di personaggi che già conosciamo, inevitabilmente legati a una drammaturgia di aggressività e abbandoni, di esplosioni d'insensatezza e di vagheggiamenti onirici. Di questi neo-sbandati di celluloide Araki non dimentica mai che sbandano sulle orme dei loro coetanei reali. Il pregio, un po' nascosto, del film, che fonde parte di una generazione e la sua cultura di riferimento." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 4 aprile 1996) "Horror, splatter e commedia, alta gradazione di eros allucinato, di violenza psichedelica e di humour nero, Doom generation (doom: destino funesto) mette in mostra il grandissimo talento visivo di Araki e, forse, anche qualche piccola astuta ingenuità espressiva. Ma la colonna sonora rock (Jesus and Mary Chain, Nina Inch Nails, Cocteau Twins, Coil, Babyland, The verve e altri ancora) è elettrizzante, competente, à la page. Produce "Why not production", cosmopolita società francese, già benemerita impresaria di In the soup di Rockwell e de La naissance de l'amour di Philippe Garrel." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 7 aprile 1996)

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