Anno: 1952 Durata: 100 Origine: FRANCIA Colore: B/N
Genere:COMMEDIA
Regia:Julien Duvivier
Specifiche tecniche:-
Tratto da:i racconti del volume "Mondo piccolo" (1948) di Giovanni Guareschi
Produzione:GIUSEPPE AMATO, RIZZOLI-AMATO (ROMA), FRANCINEX (PARIGI)
Distribuzione:CINERIZ - DEAR - DOMOVIDEO, MONDADORI VIDEO, MULTIGRAM
Fernandel | nel ruolo di | Don Camillo |
Gino Cervi | nel ruolo di | Peppone Bottazzi |
Vera Talchi | nel ruolo di | Gina Filotti |
Franco Interlenghi | nel ruolo di | Mariolino Brusco |
Sylvie | nel ruolo di | Signora Cristina |
Leda Gloria | nel ruolo di | Moglie di Peppone |
Charles Vissière | nel ruolo di | Il vescovo |
Luciano Manara | nel ruolo di | Filotti |
Armando Migliari | nel ruolo di | Brusco |
Manuel Gary | nel ruolo di | Il delegato |
Marco Tulli | nel ruolo di | Lo "Smilzo" |
Giorgio Albertazzi | nel ruolo di | Don Pietro |
Mario Siletti | nel ruolo di | Avv. Stiletti |
Gualtiero Tumiati | nel ruolo di | Ciro, il nonno |
Ruggero Ruggeri | nel ruolo di | (voce di Cristo) |
Carlo Duse | ||
Clara Auteri Pepe | ||
Dina Romano | ||
Italo Clerici | ||
Olga Solbelli | ||
Peppino De Martino | ||
Saro Urzì |
In un piccolo paese della Bassa Padana, Don Camillo, il robusto e combattivo parroco locale, e Peppone, il sindaco comunista, si trovano perennemente in contrasto e si lasciano andare a liti epocali. Quando i rossi vincono le elezioni, don Camillo, che non può impedire loro di festeggiare, si sfoga facendo suonare le campane a morto. Però quando Peppone lo umilia annunciando l'imminente costruzione di una Casa del Popolo, mentre l'oratorio non riesce a essere completato per mancanza di fondi, don Camillo, livido di rabbia e sospettoso, inizia a indagarei. I due - come al solito - finiranno col mettersi d'accordo, lasciandosi guidare dal buon senso, ma don Camillo sarà costretto dal vescovo a una 'vacanza forzata'. Il sindaco Peppone proibirà ai suoi concittadini di salutarlo, ma anche lui, come tutti gli altri, lo aspetterà alla stazione successiva. Del resto, sono amici.
"Il compito di Duvivier si presentava irto di difficoltà. A cose fatte si può constatare che non una (...) è stata in qualche modo superata. (...) Il film potrebbe recare la firma di Guareschi, tanto è superficiale, frammentario, privo di qualsiasi accenno di stile. Qua e là, qualche breve sprazzo di un formalismo caro al vecchio Duvivier (come nella sequenza della processione o, in quella quasi identica, di Don Camillo che nel finale attraversa la piazza deserta per recarsi alla stazione): null'altro. Il resto è bozzetto, macchietta, talora addirittura barzelletta." (Fabrizio Valobra, "Rassegna del Film", 3 , aprile 1952).
Incasso in euro