SCHEDA FILM

DISCESA ALL'INFERNO

Anno: 1986 Durata: 90 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:SCOPE

Tratto da:UN GIALLO DI DAVID GOODIS

Produzione:PARTNERS PRODUCTION LA CINA PRODUCTION/ARIEL ZEITOUN

Distribuzione:NORDITALIA CINEMATOGRAFICA (1987) - PLAYTIME

TRAMA

Sposi da un anno, Alan e Lola arrivano da Parigi a Port-au-Prince per ridare smalto al loro amore ormai in declino. Attempato e scrittore di polizieschi, lui, oltre che inveterato bevitore troppo giovane a paragone e un po' assente la donna, che tuttavia, gli vuole in definitiva bene. Il che non le impedisce di intrattenere un "flirt" presto assai concreto con un giovane che vive nello stesso albergo, dove Alan scrive poco, beve molto e subisce tutto. Una sera, dopo essere passato da una bettola all'altra, Alan, aggredito in strada da un negro in cerca di soldi, in una disperata difesa sgozza l'avversario con un collo di bottiglia spezzato. Un altro negro convivente di una astuta e bionda matrona belga, impossessatosi di questo pezzo di vetro, ricatta Alan e Lola e chiede per consegnare quel pezzo di bottiglia 50.000 dollari. Mentre la polizia ha indiziato e poi arrestato Eustache, un "boy" negro dell'albergo, Lola vende le sue poche gioie ad una anziana dama, e con il ricavato recupera la bottiglia, che successivamente getta in mare. Tuttavia la conoscenza di Alan, ora un po' meno ubriaco del solito, sembra rimordergli: lui confessa al commissariato di Polizia il delitto commesso per difendersi, ripugnandogli che un innocente sia condannato, ma non vinene creduto. In realtà il Commissario ha bell'e pronto il capro espiatorio in Eustache, oggetto delle turpi voglie di un altro ragazzo, che con Eustache ed il Commissario in persona ha stabilito un torbido trio amatorio. Poiché la belga fugge con i quattrini, infischiandosene del convivente, questi attira in casa sua Alan e lo ferisce alla gola. Alan si salverà, non senza prima aver ascoltato da Lola la storia del tentativo di violenza, da lei subito una notte a Parigi nel corridoio del métro, conclusosi con l'uccisione per mano sua dell'aggressore. Ora Lola si ritrova come sbloccata dallo stato di frustazione e di angoscia in cui, nel silenzio, ha fin qui vissuto accanto ad Alan.

CRITICA

"Ispirato ancora una volta a un romanzo di David Goodis, il giallista americano più frequentato dai cineasti francesi. Discesa all'inferno ha tutte le credenziali del film di pura confezione. Da Truffaut ('Tirate sul pianista') a Beinex ('Lo specchio del desiderio') giù giù fino a Bèhat ('Rue Barbare'), il mondo di Goodis è andato infatti riducendosi nel tempo a una serie di cliché tematici e formali. Professionista di buon mestiere ma di scarso estro. Girod evita di misura il sospetto della maniera quella macchina da scrivere che scandisce gli eventi, come in Hammett...), concedendo ai suoi protagonisti i ritmi distesi e i sentieri tortuosi necessari per entrare l'uno nel segreto dell'altra (con qualche sottolineatura di troppo, semmai), e circondandoli di eccellenti comprimari. Claude Brasseur, briglie sul collo, e Sophie Marceau, non aggiungono infatti granché alla loro immagine. Ma l'abietto direttore d'albergo di Gerard Rinaldi, l'amena turista yankee di Betsy Blair e soprattutto la stravagante coppia di ricattatori di Marie Dubois e Sidiki Bakaba, sono la cosa migliore del film." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 24 Agosto 1987) "Inizio drammatico, con il protagonista che attraversa, a piedi, la periferia di una città immersa nel silenzio notturno. Barcolla, sembra drogato o ubriaco, e solo con fatica riesce a raggiungere la propria abitazione, lasciando dietro di sé alcune macchioline rosse. Ma non è sangue suo quello che gli si sta rapprendendo sulla giacca, bensì di un poveraccio il quale ha avuto la disgrazia di incontrarlo durante una profonda - e distruttiva - crisi di sconforto. (...) Giallo psicologico in senso lato si potrebbe definire il film, con il suo intreccio tutto modellato sulle inquietudini esistenziali dei due personaggi (Claude Brasseur e Sophie Marceau, entrambi in piena forma), con una conclusione che, di giallo, ha solo la forma (in realtà è come una catarsi alla rovescia che suggella lo psicodramma). Interessante, anche se con frequenti cadute di tono, la regia di Francis Girod." ('Il Tempo', 28 Agosto 1987) "Diretto da un regista eclettico ma non disprezzabile come Francis Cirod ('Trio infernale', 'La banchiera') e ispirato al romanzo del saccheggiatissimo giallista americano David Goodis ('Lo specchio del desiderio', 'Rue Barbare'), 'Discesa all'inferno' è la dimostrazione di quanto il cinema francese sia caduto in basso: la prestigiosa tradizione del noir esistenziale si spappola qui in una esangue ripetizione di lenzuola fruscianti e tette al vento che sembra, nel migliore dei casi, uno spot pubblicitario in favore del turismo alle Antille. Anche il contrappunto razziale (lo scrittore si confessa colpevole ma l'ambiguo poliziotto non gli crede perché così può far condannare un rivale d'amore gay) viene speso male, tra scenette di vita alberghiera e plastiche nudità maschili. Il finale poi ve lo raccomandiamo, con lo scrittore ferito al collo e la mogliettina amorevole che ricuciono la loro sbrindellata love-story al chiarore dell'alba. Claude Brasseur, barba lunga e doppiopetto sgualcito, fa il derelitto sbevazzone con perenne macchina da scrivere al fianco; Sophie Marceau, soda e fascinosa, si spoglia con qualche malizia di troppo, forse ricordandosi che nel 'Tempo delle mele' 1 e 2 quell'uomo era suo padre." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 26 Agosto 1987)

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