SCHEDA FILM

Diritto d'amare

Anno: 1988 Durata: 106 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICO - METROCOLOR

Tratto da:romanzo omonimo di Sue Miller

Produzione:SILVER SCREEN PARTNER IV, TOUCHSTONE PICTURES

Distribuzione:WARNES BROS ITALIA (1989) - TOUCHSTONE HOME VIDEO

TRAMA

Una giovane donna, Anna, separata dal marito Brian infatuatosi di una sua impiegata, si innamora di Leo Cutter, uno scultore irlandese con cui stabilisce una piena intesa sul piano sessuale e affettivo e che molto spesso vive in casa sua. Anna ha una figlia di sei anni, Moll, che adora la madre e lega subito con il nuovo venuto. Durante le vacanze con il padre, però, la bambina gli racconta candidamente che un giorno, scorto Leo sotto la doccia, lei aveva guardato e toccato i suoi genitali. Brian chiama la moglie in giudizio, reclamando non solo il divorzio, ma l'affidamento della piccola. L'avvocato Muth persuade, sia pure a fatica, la donna che la sola linea di difesa possibile è quella che essa dichiari che tanto lei, quanto l'amante hanno commesso uno sbaglio. Viene fuori nel corso del dibattimento che una notte Molly, insonnolita, si era rifugiata nel letto dei due, impegnati nel rapporto sessuale, peraltro riaddormentandosi subito. La naturale curiosità della bambina durante la doccia di Leo era dovuta sicuramente ad un libro scolastico sull'anatomia, che spiegava ai più piccoli il corpo degli esseri umani. Ovviamente la condanna è inevitabile. Anna, per sua volontà precisa decide di non vedere mai più Leo, ma viene comunque punita severamente. Con il divorzio perde l'affidamento della figlia che adora, inoltre le viene concesso di vedere Molly solo in date prefissate e in casa dei nonni. L'appello appare impossibile e destinato a fallire così Anna si ritrova a vivere sola e senza il calore di quell'affetto, che un complesso di circostanze ha del tutto sciupato e compromesso per sempre.

CRITICA

"Leonard Nimoy, regista che è stato a lungo a bordo dello 'Star Trek' e poi si è occupato dei tre scapoli col bebè, olia a dovere i binari del racconto neorealistico all'americana, cui dà in dote un appropriato scenario borghese, semina zizzania tra ceti sociali (Liam Neeson, che ha un bel volto espressivo, è Leo e James Naughton è il banale coniuge), riporta alla ribalta tre volti amati della vecchia Hollywood (Teresa Wright, Jason Robards, Ralph Bellamy) e riesce a non rendere leziosa la piccola Asia Vieira. Tutte qualità, mirate nella limpida fotografia di David Watkin e rinvigorite dai refrain musicali di Elmer Bernstein, che fanno dimenticare qualche momento didascalico e qualcun altro troppo romantico. Si raccomanda, naturalmente, alle signore." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 19 Novembre 1989) "Ci risiamo. Già madre suo malgrado in 'Baby Boom' (poi, però, ci provava gusto), Diane Keaton si ripete nel ruolo di mamma newyorkese, stavolta brava e buona fin dalle premesse. Padre putativo dell'operazione il vulcanico Leonard Dr. Spock Nimoy, addestrato (con profitti alle stelle, come si conviene ad un ex-eroe intergalattico) ad originali assetti familiari grazie al successo di 'Tre scapoli e un bebè'. Visto che i bambini non guardano più Hollywood - come è noto, negli Usa l'età media dello spettatore cinematografico va crescendo di anno in anno - è Hollywood che ha stabilito (da tempo) di guardare i bambini. Con sguardo adulto, occhio accattivante e un pizzico di sadismo. In 'Diritto d'amare', amaro polpettone non privo di istanze femministe, l'indimenticabile 'Annie' di cui s'innamorò Woody Allen torna a chiamarsi Anna. (...) In tutta sincerità preferiamo la Diane Keaton inibita piuttosto che quella - perfettina e ideologica - di 'Diritto d'amare', ma l'attrice, a momenti, sfodera un campionario di tic, nevrosi e sorrisini di tutto rispetto. Il film, tratto da un romanzo di Sue Miller, costruito sulla falsariga di 'Gente comune', 'Kramer contro Kramer', con un'ombra di 'Voglia di tenerezza' in più, scorre via facile facile senza grandi patemi e lacrimucce malandrine. Ed è proprio questo il problema." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 23 Novembre 1989) "Ma il film convenzionale è efficace, nonostante i personaggi esemplarmente schematici: l'amante è un artista europeo, la madre, a suo tempo educata repressivamente, ha appena scoperto il piacere sessuale, il padre è un rigido uomo di legge. L'attore irlandese Liam Neeson dovrebbe essere destinato al successo, se non altro per l'impressionante bellezza romantica; Diane Keaton è troppo dimostrativa, spesso leziosa, a volte intollerabile." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 9 Dicembre 1989)

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