La Papessa2009

SCHEDA FILM

La Papessa

Anno: 2009 Durata: 148 Origine: GERMANIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, STORICO

Regia:Sönke Wortmann

Specifiche tecniche:35 MM, CINEMASCOPE

Tratto da:romanzo omonimo di Donna Woolfolk Cross (Ed. Piemme)

Produzione:CONSTANTIN FILM, ARD DEGETO FILM, DUNE FILMS, IKIRU FILMS, MEDUSA FILM, UFA INTERNATIONAL FILM & TV PRODUCTION GMBH, UNIVERSUM FILM (UFA)

Distribuzione:MEDUSA (2010)

ATTORI

Johanna Wokalek nel ruolo di Johanna
David Wenham nel ruolo di Gerold
John Goodman nel ruolo di Papa Sergio
Iain Glen nel ruolo di Prete del villaggio
Edward Petherbridge nel ruolo di Esclulapio
Anatole Taubman nel ruolo di Anastasio
Lotte Flack nel ruolo di Johanna a 10-14 anni
Tigerlily Hutchinson nel ruolo di Johanna a 6-9 anni
Jördis Triebel nel ruolo di Gudrun
Gerald Alexander Held nel ruolo di Imperatore Lothar Alexander Held
Oliver Cotton nel ruolo di Arsenius
Nicholas Woodeson nel ruolo di Arighis
Claudia Michelsen nel ruolo di Richild
Oliver Nägele nel ruolo di Vescovo Fulgenzio
Christian Redl nel ruolo di Abate di Fulda
Marc Bischoff nel ruolo di Odo
Suzanne Bertish nel ruolo di Vescovo Arnaldo
Tom Strauss nel ruolo di Banjamin
Ian Gelder nel ruolo di Ajo
Jan-Hendrik Kiefer nel ruolo di Johannes a 13-19 anni
Sandro Lohmann nel ruolo di Matthias a 12 anni
 
 
 

MONTAGGIO

Funck, Hans
 

SCENOGRAFIA

Lepel, Bernd
 

COSTUMISTA

Walz, Esther

TRAMA

Ingelheim, 814 d.C. Con suo grande dispiacere il prete del villaggio scopre che la moglie ha appena partorito una bambina, a cui viene dato il nome di Johanna. Destinata a non ricevere un'istruzione adeguata, la sveglia e intelligente Johanna riesce a convincere i suoi fratelli maggiori, Matthias e Johannes, a insegnarle a leggere e a scrivere. La ragazza apprende velocemente e il vescovo del luogo, viste le sue doti, le permette di frequentare la sua scuola. Johanna lascia quindi la casa dei suoi genitori e viene accolta nel maniero del conte Gerold che la tratta come una figlia. Con il tempo, però, l'uomo si innamora, ricambiato, della sua protetta e tra i due nasce una intensa storia d'amore. Tuttavia, quando il conte parte per andare a combattere contro i Normanni, Johanna capisce che il suo destino è quello di consacrarsi a Dio e mentre è in fuga dall'avanzata degli spietati invasori, prende la decisione che cambierà il corso della sua vita: si taglia i capelli, indossa abiti maschili e decide di farsi chiamare Johannes, prendendo il nome del fratello, rimasto ucciso dai vichinghi. Trovato rifugio nel monastero di Fulda, Johanna vi rimane per alcuni anni fingendosi uno stimato e brillante medico. Quando, però, la sua vera identità rischia di essere scoperta, lascia il convento diretta a Roma dove, guadagnatasi la reputazione di guaritrice, diventa il medico personale del Papa e in breve tempo compie una vertiginosa scalata nei vertici ecclesiastici. Quando Roma è minacciata dall'invasione dei Franchi, Johanna viene a sapere che tra le file dei nemici c'è Gerald, l'uomo che non ha mai dimenticato. Potrà riabbracciarlo, ma la Storia deve fare il suo corso e Johanna dovrà scegliere se seguire l'amore o il proprio destino.

CRITICA

"Sangue sacro e cinema profano. La papessa dal corpo efebico della Wokalek non è Liv Ullmann ('La papessa Giovanna' del 71), come la regia di Wortmann spreca l'occasione di un materiale da stracult virandolo al noioso extra-large." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto quotidiano', 3 giugno 2010) "Piacerà a coloro che amano le storione in costume che appagano molto gli occhi (splendide scenografie), le orecchie (musiche gregoniane e tanti squilli di tromba). E magari un po' di sentimenti. Nato (nel libro della Cross) come storia protofemmninista, il film mette in moto meccanismi ben oliati di tensione drammatica. Con un affresco (nella prima parte) di sofferenze femminili che preparano, giustificano, rendono sacrosanta la scelta di Johanna per una vita d'inganni. Purtroppo il film, frutto di una produzione europea a maggioranza tedesca, non è stato fortunatissimo con regista e interprete principale. Sonke Wortmann è un probo, è un ottimo professionista, un buon narratore d'immagini, ma non ha il vigore spettacolare del Ridley Scott di 'Robin Hood'. I suoi modi espressivi sono quelli di un dignitoso regista di fiction televisive sulle vite dei Papi (...). Secondo punto a sfavore. La scelta della protagonista: Johanna Wokalek. Troppo esile, palliduccia, priva di grinta per incarnare un'eroina femminista ante litteram. Non stupisce che per 20 anni la prendano per un maschietto. Ma è difficile prenderla anche per brava attrice." (Giorgio Carbone, 'Libero', 4 giugno 2010) "Non si sposa, ahinoi, con l'alta qualità o la ricerca di stile la moda di riesumare nobili eroine protofemministe dall'antichità più o meno leggendaria. Dopo il flop dell'italiano 'Christine Cristina' della Sandrelli non va, infatti, molto meglio a Sonke Wortmann che racconta in «La papessa» la fantasiosa ascesa al soglio pontificio dell'indomita Johanna. (...) Il tono pretenzioso è accentuato dalla polemica anticlericale alquanto ovvia e maldestra, mentre il ritmo qua e là ravvivato da scene madri fiammeggianti riproduce in fondo la tipica overdose da bestseller del libro dell'americana Donna Woolfolk Cross da cui il film discende." (Valerio Caprara, 'Mattino', 4 giugno 2010) "Fumate nere: il regista Volker Schlodorff litiga con i produttori e lascia, l'attore americano John Goodman fa una causa da tre milioni di dollari e prova a scappare, il budget arriva a 22 milioni di euro ma il film poi non esce in Usa e in gran parte d'Europa. Fumata bianca: 'La papessa' di Sonke Wortmann non è poi così male. Il regista de 'Il miracolo di Berna' fa il miracolo. (...) Qui c'è un vero essere umano che ama, prova attrazione sessuale, sbaglia lotta contro i maschi e governa grazie a loro. Zero scene di massa con uomini e donne ridotti a formichine in computer animation, ma un medioevo sobrio e credibile. Bravissima Johanna Wokalek (ricorda la prima Emma Thompson) nel trasformare la tignosa Johanna in quello che potrebbe essere diventato Papa Giovanni VIII. La papessa è un mito che ha generato best-seller (da uno di essi è tratta la pellicola), una carta dei tarocchi e due film. Questo di Wortmann è molto meglio di quello di Michael Anderson del '72 con Liv Ullmann." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 4 giugno 2010) "Ambientato in un'accurata cornice altomedioevale (con Roma ricostruita in Marocco), il film ha un andamento narrativo e una regia di taglio più televisivo che cinematografico, ma è realizzato con evidente serietà a partire dalla valida interpretazione di Johanna Wokalek, già apprezzata come terrorista della 'Banda Baader-Meinhof'. E, a fronte di certi pochi edificanti modelli femminili in voga, ben venga l'esempio di un'eroina la cui ascesa, analogamente a quella della pagana Ipazia in 'Agorà', passa attraverso un sofferto impegno di conoscenza e auto disciplina." (Alessandra Levantesi Kezich 'La Stampa', 4 giugno 2010)

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