Il nastro bianco2009

SCHEDA FILM

Il nastro bianco

Anno: 2009 Durata: 145 Origine: AUSTRIA Colore: B/N

Genere:DRAMMATICO, GUERRA

Regia:Michael Haneke

Specifiche tecniche:(1.1:85)

Tratto da:-

Produzione:X FILME CREATIVE POOL, LES FILMS DU LOSANGE, WEGA FILM, LUCKY RED

Distribuzione:LUCKY RED - DVD E BLU RAY: LUCKY RED HOME VIDEO (2010)

ATTORI

Christian Friedel nel ruolo di Il maestro
Ernst Jacobi nel ruolo di Narratore (v.o.)
Leonie Benesch nel ruolo di Eva
Ulrich Tukur nel ruolo di Il barone
Ursina Lardi nel ruolo di Marie-Louise, la baronessa
Fion Mutert nel ruolo di Sigmund
Michael Kranz nel ruolo di Il precettore
Burghart Klaussner nel ruolo di Il Pastore
Steffi Kühnert nel ruolo di Anna, moglie del Pastore
Leonard Proxauf nel ruolo di Martin
Maria-Victoria Dragus nel ruolo di Klara
Levin Henning nel ruolo di Adolf
Johanna Busse nel ruolo di Margarete
Yuma Amecke nel ruolo di Annchen
Anne-Kathrin Gummich nel ruolo di Madre di Eva
Thibault Sérié nel ruolo di Gustav
Josef Bierbichler nel ruolo di L'intendente
Enno Trebs nel ruolo di Georg
Gabriela Maria Schmeide nel ruolo di Emma, moglie dell'intendente
Theo Trebs nel ruolo di Ferdinand
Janina Fautz nel ruolo di Erna
Rainer Bock nel ruolo di Il dottore
Susanne Lothar nel ruolo di L'ostetrica
Roxane Duran nel ruolo di Anna
Miljan Chatelain nel ruolo di Rudolf
Eddy Grahl nel ruolo di Karli
Branko Samarovski nel ruolo di Il contadino
Birgit Minichmayr nel ruolo di Frieda
Kai-Peter Malina nel ruolo di Karl
Sebastian Hülk nel ruolo di Max
Aaron Denkel nel ruolo di Kurti
Kristina Kneppek nel ruolo di Else
Stephanie Amarell nel ruolo di Sophie
Bianca Mey nel ruolo di Paula
Mika Ahrens nel ruolo di Willi
Detlev Buck nel ruolo di Padre di Eva
Jadea Mercedes Diaz
Marisa Growaldt
Michael Schenk
 

SOGGETTO

Haneke, Michael
 

MONTAGGIO

Willi, Monika
 

SCENOGRAFIA

Kanter, Christoph
 

COSTUMISTA

Bickel, Moidele

TRAMA

Germania del Nord, 1913-14. In un villaggio protestante alcuni studenti, componenti di un coro diretto da uno degli insegnati, sono testimoni con le loro famiglie di una serie di strani incidenti che ben presto iniziano ad apparire come rituali punitivi.

CRITICA

"Un forte significato simbolico è quello che Michael Haneke mette nel suo 'Das weisse Band' ('Il nastro bianco'), fluviale ricostruzione di un anno di vita, alla vigilia della Prima guerra mondiale, in un paesino rurale della Germania del Nord. La vita ordinata di tutti i giorni, fatta di rispetto delle gerarchie, timore religioso e duro lavoro per sopravvivere viene messa in discussione da alcuni misteriosi atti di violenza che fanno venire in superficie una violenza e una rabbia diffuse. E che Haneke racconta senza aggiungere spiegazioni ma per insinuare nello spettatore il dubbio che un ambiente troppo sicuro dei propri valori finisca per generare anticorpi mostruosi." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 22 maggio 2009) "Il mondo di Michael Haneke ('Funny Games', 'La pianista'), regista tedesco di origini austriache per la sesta volta in concorso a Cannes, è popolato di mistero e inquietudine e ha per protagonisti i bambini: 'Il nastro bianco', girato in bianco e nero e coprodotto dalla Lucky Red, ha ricevuto sulla Croisette molti applausi. Il film è ambientato nel 1913 in un paese di campagna della Germania del nord, dove i comportamenti irrazionali e violenti degli adulti si riverberano sui giovanissimi, rendendoli protagonisti o testimoni di fatti atroci, apparentemente inspiegabili. Quei bambini, quei ragazzi domani indosseranno le divise delle Ss. La tesi del regista è che l'educazione assolutista produce una deriva incontrollabile che porta al terrorismo, al fanatismo religioso, al nazismo." (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 22 maggio 2009) "Non c'è niente da fare, Michael Haneke è un regista che sa come disturbare la mente dei suoi spettatori. Da buon studioso di Freud, sa che l'orrore non necessariamente va fatto vedere, basta lasciarlo aleggiare, coltivarlo in vitro, darne presagio ed egli darà comunque i suoi frutti. (...) Gelido, teso, morboso, 'Das Weisse Band' fotografa un pezzo d'Europa al bordo della catastrofe, di quel lavacro di sangue che sarà il primo conflitto mondiale che muterà radicamente i destini dell'Occidente. (...) Gelido e tagliente come la lama di un coltello, Haneke va ancora una volta a fondo nelle viscere delle nostre menti, restituendoci un film meno accattivante dei suoi precedenti, ma se possibile ancora più spietato. Gli applausi in sala stampa mettono 'Das Weisse Band' fra i candidati ai premi, magari minori, di questa 62ma edizione di Cannes." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 22 maggio 2009) "'Il nastro bianco' ('Das weisse band') del regista austriaco (ma nato a Monaco) Michael Haneke, in gara, kolossal in bianco e nero di 2 ore e 25', pensato inizialmente come miniserie tv in tre parti, flash-back storico sulla genesi della disumanità, è un film che illustra 'un sistema di educazione dal quale è emersa la generazione nazista', secondo il regista che ha presentato a Cannes nel '97 'Funny Games' e 'La pianista', Gran premio della giuria 2001, premiato anche per la migliore interpretazione di Isabelle Huppert. Attirato dalle dinamiche della perversione, Haneke (studioso di filosofia, psicologia e regista di teatro) realizza un film collettivo composto di quadri fissi, una sequenza di fatti ordinari disturbati da strani, perturbanti episodi in un crescendo di misteri e orrori inspiegabili. (...) È 'Il gioco dei bambini' di James G. Ballard che aleggia, il seme della violenza non colpisce però solo gli adulti responsabili ma si rivolge ai più deboli, vittime delle vittime. Ecco come nasce un soldatino nazista, il torturatore torturato, il futuro soldato del terzo Reich. E non si può dimenticare 'Education for Death', il corto di animazione che Walt Disney realizzò nel 1943, quando gli Studios di Burbank erano a servizio di Roosevelt. Un incubo fiammeggiante a cartoni animati tratto dal libro di Gregor Ziemer, pedagogista americano di stanza a Berlino che scrisse un reportage sul sistema educativo nazista, ovvero come uno scolaro timido è trasformato in un feroce sterminatore. Haneke non ha la leggerezza e il fuoco creativo di Carpenter, di Ballard e di Disney, è un compilatore di danni mentali, un moralizzatore per mezzo di visioni apocalittiche. Il nastro bianco è un film che vale come documento e monito, lavoro meticoloso che osserva da lontano lo schiudersi dei mostri." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 22 maggio 2009) "Il lucente bianco e nero senza ombre della pellicola comunica un sinistro senso di mistero che resta tale perché quando il giovane maestro tenta di decifrarlo, sarà il pastore stesso, virtuoso ma ipocrita, a impedirglielo." (Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 23 maggio 2009) "La fotografia in bianco e nero come la secca impassibilità dell'inquadratura (ricorda più Dreyer che Bergman) riflettono la freddezza di un microcosmo apparentemente quieto e laborioso dove in reatà i sentimenti e le emozioni sono frustrati, forse uccisi definitivamente. Ma, come diceva Dostoevskij, rendendo il biglietto di ritorno a Dio, i bambini, loro, che cosa c'entrano? Applaudito, con qualche dissenso, forse per la solita nota di formalismo che è croce e delizia dell'autore di 'La pianista' e 'Funni Games'." (Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 22 maggio 2009) "Bianco e nero rigoroso - il rigoroso dei critici equivale al retrogusto dei sommelier - per illustrare la vita di un villaggio tedesco alla vigilia della Prima guerra mondiale. I1 nastro bianco del titolo allude all'innocenza, tra strani incidenti e cinghie nel letto per bloccare le mani peccaminose degli adolescenti. Sul messaggio siamo indecisi: suona 'vizi privati e pubbliche virtù', oppure 'il signore delle mosche in bassa Baviera', o magari 'questi diventeranno tutti nazisti'". Tarantino aiutaci tu." (Maria Rosa Mancuso, 'Il Foglio', 22 maggio 2009) "«Guarda bene queste immagini, guarda quella gente: è incapace di una rivoluzione, è troppo umiliata, ha troppa paura, è troppo frustrata. Ma, tra dieci anni, quelli che ora hanno dieci anni ne avranno venti, quelli che ne hanno quindici ne avranno venticinque. All'odio ereditato dai genitori aggiungeranno il loro idealismo e la loro impazienza. Si farà avanti qualcuno e trasformerà in parole i loro sentimenti inespressi». Chissà se il regista Michael Haneke aveva in mente questo passaggio tratto da 'L'uovo di serpente' di Ingmar Bergman quando ha pensato di scrivere la sceneggiatura del film 'Il nastro bianco', Palma d'oro a Cannes, in uscita nelle sale italiane. Sta di fatto che tali parole sembrano adattarsi alla perfezione a questa pellicola di grande suggestione, il cui intento è mostrare almeno in parte la genesi di quello che è stato definito il male assoluto. (...) L'occhio di Haneke, pur non mostrando esplicitamente nulla, non risparmia alcunché delle umane vicende che si consumano nel villaggio, dove serpeggiano stupidità, rancori e invidia e si nascondono torbide passioni. Con un bianco e nero freddo e di grande rigore stilistico, e con una fotografia d'altri tempi, in un formalismo che non trascura certo i contenuti, il regista - già apprezzato per 'La pianista' - scandaglia con bravura la psicologia dei vari personaggi e, tramite questi, i meccanismi perversi attraverso i quali il seme del male si insinua nella società partendo dai suoi membri più giovani: quelli che una dozzina di anni dopo non avrebbero avuto difficoltà ad abbracciare l'aberrante ideologia nazista che avrebbe fatto della cieca obbedienza uno dei suoi pilastri. In tal senso Haneke presenta una lettura in qualche modo predittiva a posteriori, ma vuole anche mettere in guardia dai pericoli dell'autoritarismo ottuso, nutrito di ideali assoluti, facile preda del fondamentalismo. Con 'Il nastro bianco', film inquietante e interrogativo ma di grande suggestione, si va alla radice del male frutto di un ideale deviato." (Gaetano Vallini, 'L'Osservatore Romano', 30 ottobre 2009)

Trova Cinema

Box office
dal 21 al 24 maggio

Incasso in euro

  1. 1. Gli anni più belli  1.196.456
    Gli anni più belli

    Quattro ragazzi, cresciuti nel centro di Roma ma con estrazioni sociali diverse, vedranno le loro vite evolvere in maniere e direzioni anche sorprendenti, tra delusioni e riscatti....

  2. 2. Bad Boys for Life  882.185
  3. 3. Il richiamo della foresta  680.273
  4. 4. Parasite  605.719
  5. 5. Sonic. Il film  499.216
  6. 6. Odio l'estate  264.761
  7. 7. Cattive acque  263.009
  8. 8. La mia banda suona il pop  240.521
  9. 9. Dolittle  123.234
  10. 10. Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn)  121.947

Tutta la classifica