CONFIDENZE TROPPO INTIME2004

SCHEDA FILM

CONFIDENZE TROPPO INTIME

Anno: 2004 Durata: 104 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM, PANAVISION MILLENNIUM

Tratto da:-

Produzione:LES FILMS ALAIN SARDE, ZOULOUS FILMS, FRANCE 3 CINEMA, ASSISE PRODUCTION

Distribuzione:LUCKY RED

TRAMA

Anna sbaglia porta e si ritrova a confidare le debolezze del suo matrimonio ad un consulente fiscale, William Faber. William ascolta con interesse i problemi della donna, è incuriosito e allo stesso tempo non ha il coraggio di dirle che lui non è uno psicologo. Le 'sedute' diventano una sorta di rituale e William è sempre più interessato ai racconti di Anna, racconti che a nessun altro uomo è permesso di conoscere. Incontro dopo incontro, i due cominciano a riconsiderare tutto, le loro vite, i loro rapporti sentimentali.

CRITICA

"Un uomo, una donna, una stanza. Forse solo Patrice Leconte sa tenerci col fiato sospeso con elementi così limitati. E 'Confidences trop intimes' parte proprio così, con una donna che sbaglia ufficio, uno psichiatra che in realtà è il commercialista della porta accanto, un fiume di parole che investe lo specialista sbagliato. Troppo sorpreso per dissipare l'equivoco. Ma anche affascinato, e come non capirlo, dalla bella sconosciuta che irrompe nel suo ufficio e piangendo rivela brucianti segreti coniugali. Se il prologo sa di commedia degli equivoci, il resto si spinge in ben altre direzioni. (...) Leconte pare incrociare due tra i suoi film migliori, il guardone che spiava sempre la Bonnaire in 'Monsieur Hire', e le solitudini a specchio di 'L'uomo del treno'. Qualche snodo psicologico magari è un po' brusco, non tutto tiene alla perfezione, ma è incantevole la finezza con cui poco a poco il film chiaroscura caratteri e destini, dà un passato, un carattere, una logica, a quel commercialista così bloccato e alla sua adorabile/insopportabile provocatrice, punzecchiando, già che si trova, psichiatri e simili, venali e non sempre lungimiranti. E poiché più va avanti, più ci si chiede come farà Leconte a uscire dal pantano in cui si è cacciato, è bene dire che un film apparentemente tutto di sceneggiatura si cava d'impaccio con un'inquadratura a sorpresa che è un piccolo gioiello di cinema. Chapeau." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 febbraio 2004) "'Confidences trop intimes' è il titolo del nuovo film curioso e intelligente di Patrice Leconte, in cui Sandrine Bonnaire sbaglia porta e, credendo di parlare con lo psicanalista, confida pene, ansie e segreti a Fabrice Luchini, allibito consulente fiscale che poco a poco prende però gusto nell'intimità di questa fantasiosa signora in cerca di equilibrio anche ormonale. Il regista scopre troppo presto le sue carte e pecca di snobismo intellettuale in un film ben scritto e recitato. Morale: siamo tutti un po' Freud. O no?" (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 7 febbraio 2004) "A differenza del film sul signor Hire, questo non ha nulla di morboso; è piuttosto una commedia sentimentale fuori dagli schemi, con qualche elemento di mistero e alcune immagini di hitchcockiana memoria, ma sostanzialmente positiva e rassicurante. Si potrebbe dire che Leconte continua, nella direzione del suo bel 'L'uomo del treno', a esplorare gli animi delle persone, i battiti del cuore e la voglia di ricominciare da capo." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 7 febbraio 2004) CONFIDENZE TROPPO INTIME "Atmosfere, dettagli, personaggi particolari, storie di incontri strani... insomma Leconte. O il solito Leconte, qui più denso in una storia che si fa dramma psicologico o crisi della psicanalisi.Si dice che Leconte faccia un cinema di qualità europea, dando a questa definizione una connotazione blandamente negativa quando la qualità è media o un'accezione blandamente positiva quando la qualità è buona. In entrambi i casi risuona l'eco di uno standard, cui il cinema europeo di qualità si deve attenere per poter raggiungere la media (ora matematica, ora estetica, ora geografica....). Ovvero: una storia accattivante, attori di livello, la giusta atmosfera, una certa attenzione per il dettaglio, una fotografia illustrata, una regia piana e l'assenza di eccessive espressioni nazionali o locali. Il cinema di Leconte rischia questa insapore qualità, anche se la sua è "alta" o tende ad esserlo. Manca (ad essere fiscali!) il marcio, il buco nero del dramma che i personaggi vivono. 'Confidenze troppo intime' dovrebbe essere in verità un film addirittura tragico (la tragedia della solitudine dei fiscalisti, verrebbe da dire), ma si ferma al dramma psicologico, che pur buono soffre la staticità del suo essere troppo sofisticato." (Dario Zonta. 'l'Unità', 3 dicembre 2004) "E' intrigante l'idea di partenza di 'Confidenze troppo intime', un film scritto da Jerome Tonnerre e messo in scena da Patrice Lecon

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