COLPEVOLE D'INNOCENZA1999

SCHEDA FILM

COLPEVOLE D'INNOCENZA

Anno: 1999 Durata: 105 Origine: CANADA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:LEONARD GOLDBERG PER BRITISH COLUMBIA PRODUCTION TAX CREDIT - MFP MUNICH FILM PARTNER

Distribuzione:UIP (2000) - VIDEO E DVD: PARAMOUNT

TRAMA

Libby Parsons e il marito Nick sono partiti per un romantico fine settimana sul lago ma la mattina, al risveglio, qualcosa va storto: c'è sangue dappertutto e Libby si ritrova accusata dell'omicidio del marito scomparso. Condannata e rinchiusa in prigione, chiede all'amica Angie di tenere il figlio Matty di cinque anni. Angie accetta e, poco dopo, sparisce con il bambino. Dal carcere Libby la rintraccia per telefono e scopre che vive insieme a Nick e al figlio. L'uomo non è morto, ha cambiato identità e Stato. Libby ora vuole vendicarsi di lui, tra l'altro contando sul fatto che, secondo la Costituzione, nessuno può essere processato due volte per lo stesso reato. Dopo sei anni, la donna ottiene la semilibertà, affidata, insieme ad altre, alla sorveglianza di Travis, ufficiale duro e disilluso dalla vita. Al momento opportuno, Libby scappa, e Travis la insegue. Quando, dopo molti equivoci, capisce la bontà delle sue motivazioni, l'ufficiale si impegna per aiutarla. Rintracciato il marito a New Orleans, Libby rischia dapprima di cadere nella trappola da lui preparata, poi lo raggiunge nel suo ufficio, gli dice che ora sarà lui ad essere accusato dell'omicidio di lei. Nick reagisce, spara a Travis ma Libby a sua volta preme il grilletto e fa fuori il marito. Tutto ora è chiarito. Travis accompagna Libby alla St. Alban School, dove Nick aveva iscritto il figlioletto. Libby chiede a Matty se la riconosce. Il momento più difficile è superato.

CRITICA

"Thriller d'errore giudiziario con i requisiti per un paio d'ore di relax, se non fosse che si poggia dal principio su un'improbabile ottusità di inquirenti e giudicanti. (..) Pulitina, intelligente, volitiva: il film si regge sulla Judd, dark lady del nuovo secolo, cioè senza giarrettiere e reggiseni Wonderbra. Difficile accettare che a un certo punto l'avvocato e un poliziotto, entrambi amici dell'accusata, spariscano per permetterle di diventare un'intrepida eroina della vendetta. Bruce Beresford, professionista che ogni tanto riesce ad alzare il tiro ('A spasso con Daisy'), esegue la sceneggiatura. Che è il vero problema". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 5 febbraio 2000) "Pur nel solco della convenzione, 'Colpevole d'innocenza' si fa vedere volentieri: per il ritmo incalzante, per la varietà degli scenari, per le citazioni di Kandinsky, per la grinta degli interpreti. Se Tommy Lee Jones, faccia butterata e modi spicci, si conferma uno dei tough guys più interessanti del cinema americano, Ashley Judd - qui quasi replicando in positivo l'assassina di 'The Eye. Lo sguardo' - aggiunge un bel personaggio al suo già nutrito medagliere: questa 'figlia del Tennessee' rivelatasi con Ruby in Paradise ha fascino e grinta da vendere, teniamola d'occhio, prima o poi potrebbe anche vincere un Oscar". (Michele Anselmi, 'l'Unità', 5 febbraio 2000) "Finalmente un bel suspenser ricco di colpi di scena, diretto come si deve, recitato adeguatamente e lungo giusto il tempo necessario, anziché dilatato all'infinito come va di moda ad Hollywood. Eppure ci sta dentro di tutto". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 febbraio 2000) "Giocato a carte scoperte, 'Colpevole d'innocenza' (il titolo italiano mi piace, fa pensare a tante cose) è un thriller non proprio imprevedibile ma incalzante. La regia di Bruce Beresford è sicura e Ashley Judd (la vittima e cacciatrice) e Tommy Lee Jones (il poliziotto sgualcito che capisce molto) hanno la faccia giusta. Magari ci voleva qualche sfumatura in più nel dipingere i cattivi nel finalone. Ma non tutti hanno la mano del vecchio Hitch". (Claudio Carabba, 'Sette', 17 febbraio 2000). "Non è tempo di vacche grasse nel giallo Made in Usa. E il pubblico si accontenta, premiando un diligente compitino in giallo come questo 'Double Jeopardy'. (..) Naturalmente si può già scommettere su come potrà finire la storia. Bruce Beresford, spenti i suoi ardori da 'nuova onda' australiana, s'è un po' seduto sul suo innegabilmente ottimo mestiere. Ma dove sono i brividi del thriller?". (Massimo Lastrucci, 'Ciak', 1 marzo 2000)

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