SCHEDA FILM

Ciao Julia, sono Kevin

Anno: 1994 Durata: 99 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Ron Underwood

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:-

Produzione:RENNY HARLIN, GEENA DAVIS PER FORGE, METRO-GOLDWYN-MAYER (MGM)

Distribuzione:U.I.P. (199)

ATTORI

Geena Davis nel ruolo di Julia Mann
Michael Keaton nel ruolo di Kevin Vallick
Christopher Reeve nel ruolo di Bob 'Bagdad' Freed
Bonnie Bedelia nel ruolo di Annette
Ernie Hudson nel ruolo di Ventura
Charles Martin Smith nel ruolo di Kratz
Gailard Sartain nel ruolo di Cutler
Ray Baker nel ruolo di Garvin
Mitch Ryan nel ruolo di Wannamaker
Willie Garson nel ruolo di Dick
Paul Lazar nel ruolo di Harry
Richard Poe nel ruolo di Tom
Harry Shearer nel ruolo di Chuck
Steven Wright nel ruolo di Eddie
Jodi Carlisle nel ruolo di Doris Wind
Cynthia Mace nel ruolo di Michelle Kortz
Steve Gonzales nel ruolo di Jim Rodriguez
Robin Pearson Rose nel ruolo di Maestro
David Cromwell nel ruolo di Pete
Marques Johnson nel ruolo di Hartford
Frank DiElsi nel ruolo di Kip
Peter Mackenzie nel ruolo di Andy
Tim Perez nel ruolo di Robert Gonzalez
Brad Blaisdell
Brendon Chad
Cris Franco
John Link Graney
Loyda Ramos
Michelle Holden
Mickey Cottrell
Richard McGonagle
Rob LaBelle
Tony Genaro
Yasmine Abdul-Wahid
 

SCENEGGIATORE

King, Robert
 

MUSICHE

Shaiman, Marc
 
 

SCENOGRAFIA

Washington, J. Dennis
 

COSTUMISTA

Robinson, Jane

TRAMA

New Mexico. I dinamici Julia Mann e Kevin Vallick s'incontrano in albergo: sono entrambi impegnati nello scrivere discorsi per i due candidati rivali al senato, lui per il repubblicano Garvin, lei per il democratico Wannamaker. Una passeggiata notturna di Julia nella automobile decappottabile di Kevin determina un reciproco interesse sentimentale: lui è alle dipendenze della ex moglie, Annette; lei ha rotto il fidanzamento con un astro della cronaca politica, Bob Freed. Kevin, che scrive sceneggiati televisivi, per la campagna elettorale sfrutta innocentemente una confidenza di Julia sul fossato costruito alla frontiera col Messico per impedire l'immigrazione clandestina: quando se la trova poi davanti, inviperita, in un dibattito pubblico, i due rompono i rapporti. Intanto giunge Freed che va alla ricerca della sua ex fidanzata la quale per ingelosire Kevin, accetta la sua corte. Poi Julia smarrisce il testo del prossimo discorso di Wannamaker: Kevin, dopo averlo trovato lo manipola coprendo Wannamaker di ridicolo; ma, saputo che Julia rischia il licenziamento, l'avvisa del pericolo. La donna, allora, suggerisce al suo candidato di trarre in salvo un orsetto prigioniero allo zoo che cattura l'opinione pubblica: Julia è così promossa capo ufficio stampa. Mann e Wallick si rappacificano e passano la notte insieme, con gelosia di Annette e di Freed. Poi Julia arriva a scrivere un discorso per Kevin, insonnolito, che fa salire le quotazioni di Garvin. Allora i rivali politici decidono di denunciare uno scandalo di tangenti che affossano il candidato repubblicano e Wannamaker vince. Però un collega di Julia gli svela che anche il vincitore è stato corrotto. Ai festeggiamenti per la vittoria, Kevin dà spettacolo dichiarandosi pubblicamente a Julia, che saputa la verità, sconfessa Wannamaker, candidandosi a sua volta: sua agente stampa sarà Kevin.

CRITICA

"Certo, è raccontato con un certo spirito, anche se il regista, Ron Underwood, è citato soprattutto per dei film di fantascienza: le situazioni sono facili, ma i dialoghi conferiscono loro un certo brio, come andrà a finire lo si intuisce subito, però i due personaggi al centro emanano brio e disinvoltura, qua e là anche con naturalezza, i ritmi non sono sempre molto brillanti, ma il racconto, pur con qualche imprevisto, scorre via con una certa agilità. Insomma, basta accontentarsi: novità non ce ne sono, la vicenda sembra di averla già vista almeno un centinaio di altre volte, ma qualche spunto, qua e là, può anche divertire: soprattutto perché non fa proprio male a nessuno. Divertenti nel vuoto anche i due protagonisti: lei è Geena Davis certamente meglio guidata in 'Turista per caso' e in 'Thelma & Louise' che non qui, ma con tutta la disinvoltura necessaria, ed anche con molta simpatia. Lui è Michael Keaton, con la sua solita faccia furba. Un po' di credito gli si può dare." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 8 marzo 1995) "In New Mexico, su questo sfondo odioso che li rende nemici, i due protagonisti s'incontrano, s'innamorano, si sfrenano in rivalità e colpi bassi, si fregano, si aiutano, soffrono d'insonnia, si telefonano nel cuore della notte, s'azzardano a fare clandestinamente l'amore, si lasciano, si ripigliano, si amano. Geena Davis è sciupata, appesantita; Michael Keaton è briosamente petulante; la politica è oggetto di lepido umorismo più che di satira; la commedia ripetitiva è poco riuscita, qualunque." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 5 marzo 1995) "Non per essere sempre nostalgici, ma questo è un film di battibecco a due che, se recitato da Katharine Hepburn, James Stewart e Cary Grant e diretto da Hawks o Cukor, ci avrebbe deliziato. Così, firmato con buon mestiere anonimo da Ron Underwood e interpretato dalla mascella volitiva di Geena Davis, dall'ex Batman Michael Keaton e dall'ex Superman Christopher Reeve, entrambi non ricchi di simpatia naturale, è una commedia a corrente alternata, protetta da un alto tasso di prevedibilità, ma cui non si può negare un certo brio nei dialoghi di Robert King. (...) Sotto il titolo giovanilistico, 'Ciao Julia sono Kevin' ('Speechless') ricicla la commedia para sofisticata a due cuori e una capanna, contiene intermezzi godibili su un fondale psicologico un po' datato, anche se i riferimenti alla vita quotidiana americana sono abbondanti. Citati gli interpreti frizzantini (lei rifiuta la telecamera in testa che accetterà Kika), c'è da dire che il film riabilita il fattore umano: alla fine si scopre che il tasso di corruzione è uguale per tutti. Nella colonna sonora si colgono delizie swing come 'Just in time' di Tony Bennett, 'As time goes by' e il nostro 'Volare'. Alla fine i due si sposano e vincono i democratici." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 7 marzo 1995)

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