Christine Cristina2009

SCHEDA FILM

Christine Cristina

Anno: 2009 Durata: 92 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:BIOGRAFICO

Regia:Giovanni Soldati|Stefania Sandrelli

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:-

Produzione:LUIGI MUSINI, ROBERTO CICUTTO, ROBERTA POIANI, ROMOLO BIONDI, SIMONE MORANDI E PAOLO TROMBETTI PER CINEMAUNDICI, DIVA, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

Distribuzione:01 DISTRIBUTION (2010)

ATTORI

Amanda Sandrelli nel ruolo di Cristina
Alessio Boni nel ruolo di Gerson
Alessandro Haber nel ruolo di Charleton
Paola Tiziana Cruciani nel ruolo di Therèse
Blas Roca Rey nel ruolo di Carmaux
Roberto Herlitzka nel ruolo di Sartorius
Mattia Sbragia nel ruolo di Giudice
Antonella Attili nel ruolo di Nanà
Paolo De Vita nel ruolo di Picpompon
Naomi Marzullo nel ruolo di Maria
Nicholas Marzullo nel ruolo di Giovanetto
Sara Bertelà nel ruolo di Marguerite
Stefano Molinari nel ruolo di Gontier
Stefano Gragnani nel ruolo di Vecchio Armagnac
Augusto Poderosi nel ruolo di Uomo di sua Eminenza
Christian Saggitario nel ruolo di Cancelliere
Daniele Ferretti nel ruolo di Prigioniero
Enrico D'Errico nel ruolo di Segretario di Sartorius
Federigo Ceci nel ruolo di Capitano amalfitano
Franco Pistoni nel ruolo di Mendicante mercato
Gabriele Ciarelli nel ruolo di Avventore locanda
Gabriele Tenore nel ruolo di Prigioniero
Gaetano Piro nel ruolo di Prigioniero
Giovanni Federico nel ruolo di Uomo in nero
Jannina Salvetti nel ruolo di Ostessa
Luis Molteni nel ruolo di Beccaio
Massimo Botti nel ruolo di Prigioniero
Matteo Febo nel ruolo di Ufficiale perseguitato
Nicola Marcucci nel ruolo di Aristocratico malmesso
Pino De Matti nel ruolo di Oste
Raffaele De Vita nel ruolo di Valletto
Riccardo Protani nel ruolo di Uomo di sua Eminenza
Roy Bava nel ruolo di Gentiluomo
Tanny Giser nel ruolo di Vecchia cieca
Ted Rusoff nel ruolo di Frate Severino
 
 

MONTAGGIO

Marone, Patrizio
 

SCENOGRAFIA

Dentici, Marco
 

COSTUMISTA

Cecchi, Nanà
 

EFFETTI

Reset Vfx

TRAMA

Le alterne fortune dell'italiana Cristina da Pizzano - conosciuta anche come Christine de Pisan - che, dopo aver vissuto negli agi della corte di Carlo V, dove il padre fungeva da astrologo e medico, si ritrovò vedova e abbandonata a se stessa in un mondo in cui alle donne ben poco era concesso. Grazie, però, all'incontro con il cantastorie Charleton e con il teologo Gerson, Cristina scoprirà il proprio talento e diventerà una celebre poetessa.

CRITICA

"Il 'saper vedere' di un autore è una dote assente in Stefania Sandrelli che firma con Giovanni Soldati 'Christine Cristina'. Il loro è un accurato (vedi i costumi e la scenografia) sceneggiato televisivo (...). Omaggio, dunque, a una protofemminista. Amanda Sandrelli che la impersona non ha però la duttilità di attrice di Helen Mirren." (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 20 ottobre 2009) "Non è una questione di autorialità: il film ha una regia molto elementare e uno stile altrettanto tradizionale. Ma nella costruzione della sceneggiatura, nelle 'esitazioni' della sua protagonista (non a caso la figlia Amanda), in certe improvvise libertà e 'incongruenze' narrative sembra di ritrovare lo stesso mistero della Sandrelli attrice, quel suo misto di meraviglia e ardore, quel suo avanzare travolgente per poi quasi ritirarsi e 'nascondersi' che ci conquistano e ce la fanno amare ben al di là dei suoi difetti." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 20 ottobre 2009) "La protagonista è Amanda Sandrelli, figlia di Stefania e il marito di lei, Blas Roca Rey, ha una parte; Alessio Boni è il teologo, Alessandro Haber il cantastorie; l'autorità è impersonata dal meraviglioso Roberto Herlitzka. Gli attori sono tutti a posto. Il film invece è deludente, scolastico, registicamente modesto quanto le opere dirette in passato da altre attrici, Jeanne Moreau, Monica Vitti, Ida Lupino, Lucia Bosè." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 20 ottobre 2009) "Non bisogna soffermarsi sul risultato, ma qui va considerato il progetto ambizioso, che diremmo oggi politico, nel trattare di una donna che s'è fatta da sola artista e madre, sulle corde di un Basso Medioevo che, metaforicamente, ricorda il nostro di Medioevo dal quale le donne non sembrano trovare vie d'uscita, al di là dello sconcerto." (Dario Zonta, 'l'Unità', 20 ottobre 2009) "Purtroppo, al di là delle buone intenzioni, non convince nemmeno l'esordio alla regia di Stefania Sandrelli con 'Christine/Cristina'. Titolo bruttino per raccontare la fulgida parabola di Cristina da Pizzano (1365-1430), poetessa medioevale nata in Italia ma formatasi in Francia. E' Amanda Sandrelli a incarnare, con sobria partecipazione, questa donna eccentrica e coraggiosa, capace di sfidare Vati tronfi e consuetudini sociali per riporre una nuova idea di poesia. Dialoghi in lingua forbita, Alessandro Haber e Roberto Herlitzka in amabile partecipazione speciale, qualche tocco storico per evocare il contesto delle lolite tra Armagnacchi e Borgognoni. Presa tra gli obblighi di madre, il furore creativo e l'amore per un arcidiacono colto e gentile (Alessio Boni), Cristina insegue la bellezza del verso ma troverà la durezza del potere. Quello stesso, ha voluto far sapere la Sandrelli, contro il quale è andata a protestare qualche sabato fa a piazza del Popolo." (Michele Anselmi, 'Il Riformista', 20 ottobre 2009) "Una donna contro in un'era che alle donne non riconosceva nessun diritto, E un film imperfetto e toccante che non somiglia a nulla se non alla sua (neo)regista. La poetessa Cristina da Pizzano (Venezia 1365-Poissy 1430) sarebbe rimasta appannaggio dei medievisti se Stefania Sandrelli non le avesse dedicato questo acquerello naif dipinto con tratti e colori incerti ma capace di prendere improvvisamente alla gola. Succede quando i diversi fili del racconto si intrecciano con forza nel tema centrale di 'Christine/Cristina', che è la fragilità di fronte al Potere. (...) Altro che l'lpazia del pomposo 'Agorà'. Con tutte le sue ingenuità, l'eroina proto-femminista delle due Sandrelli è mille volte più emozionante e più vera." (Fabio Ferzetti, 'Messaggero', 7 maggio 2010) "Cristina da Pizzano era talentuosa poetessa con la 'colpa' di arrivare nel cuore profondo delle emozioni, così come gli rimprovera il potentissimo rettore dell'università di Parigi, anche influente politico, sanzionando la vittoria del banale 'Romanzo della rosa'. Non senza per averla prima convocata per dirle tutta la sua stima, perché quei versi provocatori proprio nel fatto di scatenare un così forte impatto in menti e cuori rimarranno nei secoli, gli alti banali e piatti saranno ben presto sepolti nell'oblio. (...) 'Christine, Cristina' è il film d'esordio dato a più mani da lei e tra gli altri dall'appena scomparso Furio Scarpelli, che ha voluto sua figlia Amanda nei panni della poetessa, ed è incredibile come le due donne si somiglino sempre più. Il personaggio di Cristina, lasciato ai margini nelle storie della letteratura, ha questa forza ribelle, col sentimento rivoluzionario che grida i diritti dei deboli e, al tempo stesso, cerca di affermare un proprio spazio in una società dove le donne, specie se povere o decadute, possono solo sposarsi a un ricco signore o chiudersi in convento anche senza 'vera' fede per sentirsi protette come farà sua figlia. Comprendiamo sfogliando mentalmente la filmografia di Stefania Sandrelli che cosa l'abbia fatta innamorare di questa figura, femminile coraggiosa, eroica e appassionata ma senza la retorica né dell'eroismo né della passione che infatti non appartengono alla misura con cui Sandrelli la rappresenta. Poi ci sono molte ingenuità, a volte la storia è sbilenca, inciampa, la messinscena è semplice, però ognuna di queste cose, limiti compresi, è anche la forza del film. Che è libero, va avanti seguendo le proprie idee, e il proprio piacere quasi da bimbi di entusiasmo giocoso, non soffre la fiction come quasi tutto il cinema italiano oggi, al massimo una reminiscenza (e nemmeno vintage) degli sceneggiati anni '70. Christine continuerà la sua battaglia sfidando clero, cortigiani nulli, ostilità maschile nei suoi versi scritti con inchiostro di china indelebile. E' anche questa, per Stefania Sandrelli regista, una vera meraviglia." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 7 maggio 2010)

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