Anno: 2001 Durata: 112 Origine: PORTOGALLO Colore: C
Genere:DRAMMATICO, STORICO
Regia:João Botelho
Specifiche tecniche:35 MM (1:1,85) DOLBY SRD DIGITAL
Tratto da:testo teatrale "Frei Luis de Sousa" di Almeida Garrett
Produzione:INSTITUTO DO CINEMA, AUDIOVISUAL E MULTIMEDIA, RADIOTELEVISAO PORTUGUESA
Distribuzione:-
Patricia Guerreiro | nel ruolo di | Maria De Noronha |
Suzana Borges | nel ruolo di | Madalena De Vilhena |
Rui Morrison | nel ruolo di | Manuel De Sousa Coutinho |
Rogério Samora | nel ruolo di | Frei Jorge |
Josè Pinto | nel ruolo di | Telmo Pais |
Francisco D'Orey | nel ruolo di | D. Joao Portugal |
Bruno Martelo |
Maria de Noronha, 13 anni, figlia di Madalena de Vilhena e di Manuel de Sousa Coutinho, è una ragazza gracile e cagionevole, sfinita dalla febbre alta e debilitata da una terribile tubercolosi. Unico sollievo alle sue sofferenze è raccogliere papaveri nel giardino e adagiarli sul suo cuscino. L'effetto dei papaveri però è terrificante: i sonni della giovane vengono turbati da orribili fantasmi e da allucinazioni spaventose.
"Tratto dal romanzo 'Frei Luis de Sousa' di Almedia Garrett, il film propone, attraverso le angosce di una ragazza tisica, il dramma dell'imperatore Giovanni e quello di una cristianità alle prese con la secolarizzazione. Una persona colta e con una vena di masochismo potrebbe anche divertirsi". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 1 settembre 2001) "Mentre gli attori recitano il loro testo alla maniera sonnolenta dei frati addetti a leggere il Vangelo nel refettorio, allo spettatore sono concesse due riflessioni. La prima è quella di scappar via. La seconda opzione è invece quella di abbandonarsi per una volta all'incontestabile fascino di questa sacra rappresentazione, assaporare l'alta mestizia della portoghesità a meditare sulle cose umane". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 1 settembre 2001) "Conquistato dalla grandezza del drammaturgo, che paragona solo a Pessoa e a pochissimi altri autori della letteratura portoghese, Botelho ha messo in scena una tragedia del sacrificio e del furore con autentico senso del sublime. I versi, le citazioni della pittura del Greco, di cui il fotogramma ripete l'espressionismo allucinato: tutto quel che poteva facilmente cristallizzarsi in manierismo e citazionismo palpita, al contrario, di vita. Raggiungendo il culmine nella fine del terzo atto - e del film - momento di una grandezza emotiva da farti trattenere il respiro". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 1 settembre 2001) "Ogni inquadratura ha la forza e la magia di un quadro: 'Chi sei tu?' restituisce alle immagini la centralità della visione e sembra fatto apposta per smentire chi crede che il cinema sia interessante solo quando riproduce la realtà. Detto questo, la seconda e altrettanto importante magia è garantita dal fatto che il testo è un concentrato di profondità per quanto riguarda i temi del potere, dell'odio, dell'amore e della storia". (Stefano Della Casa, 'L'Unità', 1 settembre 2001)
Incasso in euro