I segreti della mente2010

SCHEDA FILM

I segreti della mente

Anno: 2010 Durata: 97 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:Hideo Nakata

Specifiche tecniche:-

Tratto da:dalla piéce teatrale omonima di Enda Walsh

Produzione:RUBY FILMS PRODUCTION, FILM4, UK FILM COUNCIL AND WESTEND FILMS, MOLINARE (LONDON) AND UNIVERSUM

Distribuzione:BIM (2011)

ATTORI

Aaron Taylor-Johnson nel ruolo di William Aaron Johnson
Imogen Poots nel ruolo di Eva
Matthew Beard nel ruolo di Jim
Hannah Murray nel ruolo di Emily
Daniel Kaluuya nel ruolo di Mo
Megan Dodds nel ruolo di Grace
Michelle Fairley nel ruolo di Rosie
Nicholas Gleaves nel ruolo di Paul
Jacob Anderson nel ruolo di Si
Tuppence Middleton nel ruolo di Candy
Ophelia Lovibond nel ruolo di Charlotte
Richard Madden nel ruolo di Ripley
Matthew Ashforde nel ruolo di Padre di Jim
Dorothy Atkinson nel ruolo di Madre di Emily
Amanda Boxer nel ruolo di Sig.ra Sinclair
Elarica Gallacher nel ruolo di Ushi
Rebecca Mclintock nel ruolo di Keisha
Scarlett Sabet nel ruolo di Betsy
Emily Spires nel ruolo di Laura
Gerald Home nel ruolo di Tony Layton
Abigail Leonard nel ruolo di Allenatrice
Alex Blake nel ruolo di Uomo al cellulare
James Lester nel ruolo di Ragazzo
Karin Ichihashi nel ruolo di Giapponese
Lorraine Cheshire nel ruolo di Casalinga dello Yorkshire
Matthew Fenton nel ruolo di Jim giovane
Noa Bodner nel ruolo di Donna alla presentazione del libro
Ross Gurney-Randall nel ruolo di Uomo a Camden
 

SOGGETTO

Walsh, Enda
 

SCENEGGIATORE

Walsh, Enda
 

MUSICHE

Kawai, Kenji
 

MONTAGGIO

Hirakubo, Masahiro
 

SCENOGRAFIA

Henson, Jon

TRAMA

Cinque teenagers si incontrano in chat e diventano amici. Improvvisamente un componente disadattato del gruppo inizia a manipolare il più vulnerabile della chat, portandolo sulla via del non ritorno. Un elegante thriller psicologico tra mondo reale e virtuale, che espone la raccapricciante situazione di ciò che accade quando i confini tra realtà e cyberspazio si confondono.

CRITICA

"Proviamo a pensare una storia che parli di Facebook e dei moltissimi social network che sono parte della nostra realtà, dove si inventano personalità, nomignoli, età e ruoli, una cosa da adolescenti, che anche molti over 50 non disdegnano. E pure di tutti quegli altri luoghi non sempre 'innocenti' che si possono trovare in rete, i siti violenti di bullismo fino alla pedofilia. A questo punto: se la storia dovesse diventare un film quali sarebbero le sue immagini? E' qui che comincia 'The Chatroom', da questa voglia di 'mettere' la rete nel cinema processo inverso ai film scaricati. Del resto l'idea della 'rete' in forma di relazioni multiple e immateriali appartiene al cinema di Hideo Nakata dai tempi di 'The Ring', film 'culto' per la generazione post-cinefila (la sala era pienissima infatti), con remake negli Stati (...). I fan del regista saranno probabilmente delusi. L'inquietudine che dieci anni fa pervadeva le immagini di 'The Ring' sembra infatti essere sfumata, quasi come se tra i 'fantasmi' della rete si fossero perduti ambiguità e senso del 'doppio'. C'è qualcosa di meccanico nel film, a cominciare dalle immagini usate per mostrare l'alternanza di realtà e rete in cui Nakata non inietta l'ambiguità crudele necessaria al racconto della seduzione, del dolore, del rimpianto. Tutto è molto scritto e spiegato, quasi rispondendo a una paura del vuoto. E anche l'uso del suicidio, così radicato nell'immaginario giapponese, come incubo reso desiderio collettivo risulta un tantino posticcio - penso a 'Gushing Prayer' di Masao Adachi (uscito per Rarovideo) e alla violenza dell'elenco di sucidi giovani recitata dalla voce femminile fuoricampo. 'The Chatroom', e la sua non-riuscita, fanno sorgere una domanda: sarà che l'universo della rete non può essere rappresentato riproducendone semplicemente il funzionamento (e il 'genere' c'entra poco)?" (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 15 maggio 2010) "Piacerà a chi attendeva al varco (cioè al primo film occidentale) Hideo Nakata, il regista di 'Thering', e non sarà affatto deluso." (Giorgio Carbone, 'Libero', 3 settembre 2011) "Fino a qualche tempo fa i film 'di paura' s'intitolavano 'Non aprite quella porta' o 'Non aprite quel cancello'. Adesso si dovrebbero intitolare 'Non aprite quel computer'. Farebbero bene a non aprirlo i ragazzi protagonisti di 'Chatroom' (titolo originale molto più appropriato di quello, generico, italiano), che 'chattano' di continuo sui loro notebook confondendosi e scambiando per realtà quella virtuale. (...) Questo 'Chatroom' del giapponese Hideo Nakata, già autore di un altro spossante film, 'The Ring', sui drammi della videodipendenza, allarga ampiamente il discorso oltre il computer (che però resta al centro) andando a scoprire intolleranze generazionali, pulsioni suicide, desideri di vendetta e via struggendosi. (...) Più che a un film sui network - tipo 'The Social Network' - qui siamo vicini al 'Trainspotting' di Danny Boyle (1996) sui disperati che si autodistruggono con la droga. Debordante e schizzato il film di Nakata eccede in crudezze e in scene disturbanti (per questo è uno degli ormai pochissimi film vietati ai minori di 18 anni). Se vogliamo trovargli un lato positivo è che ci mette in guardia da Internet e sue perniciose devianze." (Franco Colombo, 'L'Eco di Bergamo', 4 settembre 2011)

Trova Cinema

Box office
dal 21 al 24 maggio

Incasso in euro

  1. 1. Gli anni più belli  1.196.456
    Gli anni più belli

    Quattro ragazzi, cresciuti nel centro di Roma ma con estrazioni sociali diverse, vedranno le loro vite evolvere in maniere e direzioni anche sorprendenti, tra delusioni e riscatti....

  2. 2. Bad Boys for Life  882.185
  3. 3. Il richiamo della foresta  680.273
  4. 4. Parasite  605.719
  5. 5. Sonic. Il film  499.216
  6. 6. Odio l'estate  264.761
  7. 7. Cattive acque  263.009
  8. 8. La mia banda suona il pop  240.521
  9. 9. Dolittle  123.234
  10. 10. Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn)  121.947

Tutta la classifica