Changeling2008

SCHEDA FILM

Changeling

Anno: 2008 Durata: 141 Origine: USA Colore: C

Genere:GIALLO, THRILLER

Regia:Clint Eastwood

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:CLINT EASTWOOD, BRIAN GRAZER, RON HOWARD E ROBERT LORENZ PER IMAGINE ENTERTAINMENT, MALPASO PRODUCTIONS

Distribuzione:UNIVERSAL, BLU-RAY: UNIVERSAL

ATTORI

Angelina Jolie nel ruolo di Christine Collins
John Malkovich nel ruolo di Reverendo Gustav Briegleb
Jeffrey Donovan nel ruolo di Capitano J.J. Jones
Colm Feore nel ruolo di James E. Davis, capo della polizia
Jason Butler Harner nel ruolo di Gordon Northcott
Amy Ryan nel ruolo di Carol Dexter
Michael Kelly (II) nel ruolo di Detective Lester Ybarra
Devon Conti nel ruolo di Arthur
Eddie Alderson nel ruolo di Sanford Clark
Gabriel Schwalenstocker nel ruolo di James Nesbitt
Jason Ciok nel ruolo di Joshua Bell
Devon Gearhart nel ruolo di Jeffrey
Geoffrey Pierson nel ruolo di Sammy 'S.S.' Hahn
Gattlin Griffith nel ruolo di Walter Collins
 

SCENEGGIATORE

Straczynski, J. Michael
 

MUSICHE

Eastwood, Clint
 
 

SCENOGRAFIA

Murakami, James J.
 

COSTUMISTA

Hopper, Deborah

TRAMA

Los Angeles, anni '20. Christine Collins, dopo il rapimento e la ricomparsa di suo figlio Walter, sostiene che il bambino riconsegnatole dalla polizia non è il suo. Fermamente intenzionata a scoprire cosa sia successo veramente a suo figlio, Christine, con l'aiuto del reverendo Briegleb, decide di portare avanti le sue ricerche, scontrandosi però con le autorità locali che non accettano di essere sfidati e contestati da una donna.

CRITICA

"Eastwood racconta tutto con l'occhio di chi sembra rassegnato alla sconfitta, alla corruzione, al dolore ma senza che questa coscienza diventi strumento per scavare nelle 'cause' o per trovare delle 'ragioni'. La cupezza ma anche la lucidità di film come 'Mystic River' e 'Million Dollar Baby' lasciavano nello spettatore molta più inquietudine e incertezze. 'The Exchange' ci lascia la conferma dell'abilità di Eastwood come regista e come narratore, ma in fondo lo sapevamo già." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 21 maggio 2008) "Una donna sola, un figlio che scompare, l'America dura e dimenticata della Grande Depressione. Sì, dimenticata: anche se l'abbiamo vista mille volte Clint Eastwood, che in quell'America è cresciuto, teme che oggi in realtà se ne sappia ben poco. Dunque la ricrea nel suo stile classico e contenuto, anche per smorzare i toni di una storia (vera) che in altre mani sarebbe stata insostenibile. (...) A ogni svolta del racconto Eastwood apre nuove piste. Offrendo tra le righe perfino uno scorcio non banale della nascente società dello spettacolo (sono gli anni in cui il cinema diventa sonoro) e delle sue patologie. Quasi un capitolo di quella controstoria dell'America che Eastwood va scrivendo anno dopo anno con i suoi film. Sia che racconti la grande storia ('Flags of Our Fathers', 'Lettere da Iwo Jima') o che illumini le vite di personaggi ai margini come in 'Mystic River', in 'Million Dollar Baby' e ora in 'The Exchange'". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 maggio 2008) "Se nella prima parte 'Changeling' è tutto concentrato sulla sorte infernale di Christine e sui depistagli costruiti dalla polizia, la seconda parte intreccia magistralmente il destino della madre e quello del figlio, concludendo entrambe le storie con i due processi. Quello contro la polizia di Los Angeles che vedrà la destituzione a vita del capo della polizia e quello contro Northcott, condannato all'impiccagione. Vera al 100 per cento, comprese quasi anche le battute dei personaggi, la sceneggiatura di 'Changeling' merita già da sola il massimo del riconoscimento. Eastwood di suo ci ha messo tutta l'arte di cui è capace, quella capacità di sentire la musica del cinema (a proposito, di 'Changeling' è autore delle splendide musiche, produttore e regista) e di far suonare tutti gli strumenti presenti su un set in assoluta armonia, sino ad un perfetto e trascinante crescendo sinfonico. La maniacalità di Eastwood per i particolari e la ricerca della perfezione fanno inoltre di 'Changeling' un film a più facce, una più bella dell'altra. Sotto gli occhi dello spettatore si trasforma infatti da film di denuncia a insostenibile horror con serial killer, da grandioso poliziesco ad appassionante court-drama. Alla grandezza di Eastwood vanno affiancate le superbe interpretazioni di Angelina Jolie nella parte di Christine Collins e di un irriconoscibile John Malkovich nei panni del pastore presbiteriano." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 21 maggio 2008) "Se la sostanza politica del film è durissima, dal punto di vista stilistico 'The Changeling' è superiore ad ogni elogio: è splendida la ricostruzione d'epoca, sono straordinari tutti gli attori, ed è toccante il pudore con il quale Eastwood racconta i soprusi vissuti da Walter e dagli altri bambini." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 21 maggio 2008) "Sulla durata di 2 ore e 21 minuti, cui forse gioverebbe qualche sforbiciata, 'The Exchange' conferma ancora una volta il talento narrativo di Easstwood, la sua capacità di ambientare le situazioni e dirigere con mano sicura gli attori. Di Angelina Jolie ha lodato 'la capacità di essere tragica evitando gli eccessi del melodramma'; e la considera una diva che può aspirare al paragonne con certe grandi icone della vecchia Holywood come Bette Davis. Alla luce del risultato, si sarebbe tentati di dargli ragione." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 21 maggio 2008) "Riprendendo il filo già tessuto in 'Un mondo perfetto' e in 'Mystic River', Eastwood ci racconta quest'America che ha sostituito l'incubo al sogno con una commozione e uno sdegno che non cadono mai nel sentimentalismo." (Emanuela Martini, 'Il sole 24 ore', 21 maggio 2008) "Costruito con un solido impianto narrativo classico, quello che contraddistingue tutti i film del regista, 'The Exchange' non raggiunge la grandezza di una pellicola che qui a Cannes ha lasciato il segno, 'Mystic River', ma ha forza di raccontare con sdegno e passione una vicenda che non nasconde legami con il presente e connessioni profonde con le nostre più intime paure." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 21 maggio 2008) "Intenso film drammatico ha una sceneggiatura che in alcune parti scivola nei clichè. E' un atto di accusa contro la giustizia americana dell'epoca che, con troppa facilità, internava in ospedali psichiatrici le persone scomode al sistema." (Giacomo Visco Comandini, 'Il Riformista', 21 maggio 2008)

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