SCHEDA FILM

Castaway la ragazza Venerdì

Anno: 1986 Durata: 115 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:AVVENTURA

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:Tratto dal romanzo di Lucy Irvine

Produzione:RICK MCCALLUM PER CANNON FILMS

Distribuzione:WARNER BROS ITALIA (1987) - MULTIVISION (COLLECTION)

TRAMA

A Londra compare su di un giornale un annuncio bizzarro: un uomo di mezza età - Gerald Kingsland - cerca una donna all'incirca sui venticinque anni, disposta a vivere con lui per un anno in un'isoletta sulle coste australiane. Spese, vitto e alloggio (in tenda), tutto a carico dell'inserzionista, amante della vita libera. L'offerta piace a Lucy Irvine, anche lei disposta ad evadere dalla routine dell'Ufficio delle Imposte per accamparsi in un incontaminato paradiso. Superata - una piccola difficoltà burocratica (le Autorità australiane esigono per la coppia il matrimonio), i due vengono lasciati da un aereo su di un'isola verdissima. Dopo un inizio scandito da intensa attività sessuale, il lavoro impone le sue leggi: bisogna imparare a pescare per alimentarsi un po' meglio, fa un caldo tremendo, i corpi sono segnati da vespe inviperite. Lucy, che intanto sta scrivendo un diario destinato a diventare libro, si rifiuta improvvisamente a Gerald. I due vivono ora una strana e deludente relazione, fatta di affetto, ma più di lacrime e sbraitamenti. Il loro ritorno alla natura si rivela problematico; la coppia è assai mal ridotta e denutrita. Poi una notte uno spaventoso, quanto normalissimo, uragano si abbatte sulla zona: della baracca e dei vari oggetti, portati piano piano in loco dal motoscafo di Rod (un indigeno di cui Gerald si è atto amico) non restano che miserevoli resti. Gerald e Lucy partono con Rod venuto a rilevarli, dopo aver attrezzato per l'inglese, presso la propria casa, una officina da meccanico che rende quello felice. Dopo un addio sbrigativo, Lucy prende l'aereo per tornarsene a casa, salutando malinconicamente dall'alto quell'isoletta, che all'improvviso le era diventata cara, e ricordando quell'uomostrambo e un po' candido, con il quale ha vissuto più di un anno.

CRITICA

"Arriva sugli schermi, 'Castaway' ('Naufragio'), il film di Nicholas Roeg che inaugurò, senza molto convincere, gli Incontri cinematografici di Sorrento 1986, dedicati alla Gran Bretagna. (...) Sorprende che un regista come Nicholas Roeg, eclettico nella scelta dei generi ma anche capace di raffinate tessiture come quella dell'inquietante 'A Venezia... un dicembre rosso shocking', del curioso 'Eureka' e del fantascientifico 'L'uomo che cadde sulla Terra', si sia prestato con scarsa convinzione ad un'operazione di questo tipo. Gli interpreti, comunque adeguati ai rispettivi ruoli sono il corpulento Oliver Reed e, nuova allo schermo la giovane e attraente Amanda Donohoe, generosa nel mostrarsi senza veli nel risplendente paesaggio dell'isola, vera attrazione del film." ('Il Corriere della Sera', 29 Maggio 1987) "Se la star è Oliver Reed, efficace e convincente come sempre quand'è alle prese con un personaggio in cui crede e un regista in cui ha fiducia, la rivelazione è l'esordiente Amanda Donohue, che di Lucy dà un'interpretazione di sfaccettata intensità, esibendo la sua nudità con una decontratta e nordica innocenza. Ecco un raro film in cui il nudo femminile ha una necessità narrativa e diventa espressivo al di là del campo erotico. Quel ribaltamento di ruoli rispetto al Robinson di Defoe che il film presuppone non sarebbe così stimolante se si fosse sbagliata la scelta della protagonista. Regista ex operatore, Roeg porta spesso il suo culto per l'immagine ai limiti dell'esercizio formalistico, ma lo compensa con una strategia narrativa che rifugge dalle convenzioni. La sua padronanza della drammaturgia (dialoghi compresi, e il merito non è solo degli sceneggiatori) è pari a quella della cinepresa (estrema mobilità controluce, zoom, obiettivi variabili, riprese subacquee). La seconda lo sorregge qui nel mettere in immagini con abbagliante bellezza la dimensione, fisica prima che emotiva, della vita sull'isola. Un recensore britannico riferisce questo dialoghetto tra una coppia di coniugi a Londra. '?? come se avessimo visto - dice la moglie - 40 anni della nostra vita in comune condensati in un anno di finzione e in 2 ore di cinema'. 'Hai maledettamente ragione', risponde il marito." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 1 Giugno 1987) "'Castaway' si traduce naufragio. Il protagonista, però, di questo film inglese diretto da Nicholas Roegg e scritto da Allan Scott sulla base di un romanzo autobiografico di Lucy Irvine, è un naufrago solo a metà perché il naufragio lo fa volontariamente: su un'isoletta australiana dove, con una donna sposata solo per un anno (autrice, dopo, del romanzo) ha deciso di tentare un'esperienza metà ecologica metà di sopravvivenza; secondo i manuali più correnti. (...) Molte cifre, molti tentativi di darsi una misura narrativa e uno stile di rappresentazione, in realtà dei risultati sempre piuttosto discutibili e nemmeno, nonostante l'avvio e le cornici, delle occasioni decise di spettacolo. Una sola giustificazione: il mito di Robinson Crusoe, sempre caro agli inglesi. L'unico riferimento vero, però, non è l'isola, è la donna che, a un certo momento, si autodefinisce ironicamente ragazza Venerdì (come il sottotitolo di questa versione italiana). Una battuta che non basta a fare un film. Questa donna, invece, almeno come interprete, non va sottovalutata. ?? un'esordiente di vent'anni, si chiama Amanda Donohoe, deambula nuda quasi in ogni scena con un garbo casto, una finezza e, nello stesso tempo, una precisione di accenti che promettono bene, anzi benissimo, per il suo avvenire. Specie se, qualche addetto allo star system, le cambierà il cognome. L'uomo al suo fianco è Oliver Reed, con la sua solita grinta. Un po' perso sotto le palme, e dispersivo. Londra gli va meglio." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 7 Giugno 1987)

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