Bright Star2009

SCHEDA FILM

Bright Star

Anno: 2009 Durata: 119 Origine: AUSTRALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Jane Campion

Specifiche tecniche:ARRICAM ST/ARRIFLEX 235, COOKE S4, SUPER 35 (3-PERF) STAMPATO A 35 MM (1:1.85)

Tratto da:-

Produzione:JANE CAMPION, JAN CHAPMAN, CAROLINE HEWITT PER HOPSCOTCH ENTERTAINMENT, BBC FILMS, PATHÉ RENN PRODUCTIONS, UK FILM COUNCIL

Distribuzione:01 DISTRIBUTION (2010)

ATTORI

Abbie Cornish nel ruolo di Frances 'Fanny' Brawne
Ben Whishaw nel ruolo di John Keats
Kerry Fox nel ruolo di Sig.ra Brawne
Paul Schneider nel ruolo di Charles Armitage Brown
Edie Martin nel ruolo di Margaret 'Toots' Brawne
Thomas Sangster nel ruolo di Samuel Brawne Thomas Brodie-Sangster
Claudie Blakley nel ruolo di Maria Dilke
Gerard Monaco nel ruolo di Charles Dilke
Antonia Campbell-Hughes nel ruolo di Abigail 'Abby' O'Donaghue
Samuel Roukin nel ruolo di John Reynolds
Samuel Barnett nel ruolo di Joseph Severn
Jonathan Aris nel ruolo di Leigh Hunt
Olly Alexander nel ruolo di Tom Keats
Alfred Harmsworth nel ruolo di Charles Dilke Jr.
Theresa Watson nel ruolo di Charlotte
Vincent Franklin nel ruolo di Dottor Bree
Sebastian Armesto nel ruolo di Sig. Haslam
Eileen Davies nel ruolo di Sig.ra Bentley
Adrian Schiller nel ruolo di Sig. Taylor
Amanda Hale nel ruolo di Sorella Reynolds
Lucinda Raikes nel ruolo di Sorella Reynolds
Roger Ashton-Griffiths nel ruolo di Negoziante
Sally Reeve nel ruolo di Padrona di casa
 

SCENEGGIATORE

Campion, Jane
 

MUSICHE

Bradshaw, Mark
 

SCENOGRAFIA

Patterson, Janet
 

COSTUMISTA

Patterson, Janet
 

EFFETTI

Holt, Mark

TRAMA

Londra 1818. Il 23enne poeta John Keats si innamora della bella Fanny Browne, studentessa di moda, che abita come lui in casa di Charles Brown. I due vivranno un'intensa storia d'amore contrastata dai dettami della società dell'epoca, che terminerà bruscamente tre anni dopo, alla morte di lui.

CRITICA

"Il nuovo film della cinquantacinquenne regista neozelandese, è dedicato alla struggente storia d'amore di Keats con la sua vicina Fanny Brawne. Evento annunciato del festival, accoglienza tiepida da parte della stampa internazionale che si è limitata ad applausi di circostanza: Bright Star, curatissimo e palpitante, a molti è parso tutto sommato convenzionale, privo di soprassalti." (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 16 maggio 2009) "In forma come in 'Lezioni di piano', la Campion mette in scena un film ineccepibile ma poco cinematico, pieno di quadri in controluce." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica' 18 maggio 2009) "Campion ritorna al racconto in costume, demanda estrema attenzione all'equilibrio cromatico, attinge figurativamente a suggestioni dei suoi ritratti di signora (Fanny in primo piano con cappello che fugge) e di angeli alla sua tavola (la sorellina di Fanny ha lo stesso viso pel di carota). Dà libero sfogo a gesti come l'annusare pagine di libri, regalare all'innamorato ciocche di capelli, scrivere infinite lettere d'amore. Recupera la centralità del sentimento, dell'intensità della passione con un palpitare del cuore che non può lasciare indifferenti. Tutto tra Keats e Fanny avviene con delicatezza, senza bisogno di un accoppiamento, di un approccio carnale. Parlano i versi del poeta, i volti, le semplici e piene presenze in scena. Fino a quando non è la malattia e infine la morte a decretare la fine." (Davide Turrini, 'Liberazione', 16 maggio 2009) "Chi si aspetta una storia d'amore all'insegna della fisicità rimarrà ampiamente deluso. E in questo caso il pianoforte della Campion risulta scordato, o peggio ancora, muto. I sentimenti risultano ovattati nel film, impacchettati nei costumi e dall'etichetta romantica. Se la passione non trasuda, il demerito della regista è stato quello di sottrarre alla vicenda Keats-Browne, un qualsiasi carattere biografico." (Giacomo Visco Comandini, 'Il Riformista', 16 maggio 2009) "Massima cura nei dettagli senza giocare ai quadri viventi (come nella Duchessa). 'La poesia non ha nulla di poetico', spiega Keats alla giovane allieva, e Jane Campion ha imparato la lezione." (Maria Rosa Mancuso, 'Il Foglio', 16 maggio 2009) "Ritratto di signorina e d'un periodo culturale avvincente raccontato dal film con classe e un dialogo intelligente e giusti silenzi. Se all'inizio la 18enne vuole anche ballare e vestirsi, l'altro le parla volentieri dell'ora della sua morte, anche per un complesso di inferiorità, pur avendo conosciuto Wordsworth, quello di 'Splendore nell'erba' (considerato reazionario), ed avendo sedotto con la sua penna Shelley, convinto che la morte di Keats fosse stata causata dalle stroncature. Jane Campion restituisce il ritmo sincopato, infantile e folle della passione d'amore, riempiendola del bisogno di poesia, sperando che tutto oggi abbia ancora senso. Lei cuce, lui scrive, fuori piove: siamo a un passo dal decadentismo borghese, ma l'autrice va diritta al cuore, non ne fa una questione di femminismo a vita alta e con la cuffietta. Per prepararsi: il bellissimo 'Bright star, vita autentica di Keats' edito da Fazi. Per sintonizzarsi basta guardare due attori giovani già prodigiosi, Abbie Cornish, new Nicole Kidman, capace di illuminazioni e di tempeste improvvise, e Ben Whishaw, prossimamente nella 'Tempesta' della Taymor al fianco dell'ambiguo sofferente Paul Schneider e Kerry Fox, ex angelo alla tavola della Campion, qui madre che morirà bruciata viva in un incidente domestico." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 11 giugno 2010) "Tutto ineccepibile, e coerente con il film che Jane presentava in concorso sulla Croisette nel maggio del 2009: 'Bright Star', dedicato alla storia d'amore fra il poeta John Keats e la giovane Fanny Brawne. Una storia sulla quale abbiamo libri e testimonianze, ma solo una 'voce': la voce di Keats, uomo che con le parole ci sapeva fare e che scrisse a Fanny lettere bellissime che lei, dopo la sua morte, conserva a lungo. (...) ll punto di vista femminile è di ciò che salva 'Bright Star' dalla convenzione del 'film in costume sull'Inghilterra dell'Ottocento', un vero e proprio sottogenere che in passato ha regalato pochi capolavori e molti film oleografici. Jane Campion ci aveva provato nel 1996 con 'Ritratto di signora', ma la nobiltà della fonte letteraria (Henry James) l'aveva forse bloccata. Portando la figura del 'grande scrittore' davanti alla macchina da presa, si è come liberata dell'ingombro della trama e ha raccontato un tema che le è caro, il turbamento emotivo che un uso sapiente della parola scritta può suscitare in un lettore o una lettrice: un tema romantico, certo, ma anche fortemente fisico, intimo, che Jane Campion aveva già analizzato in 'Lezioni di piano' usando la musica come grimaldello narrativo. 'Bright Star' non è di quel livello, ma è sicuramente un film molto sentito, il migliore della Campion da svariati anni a questa parte. Alla buona riuscita concorre l'azzeccata scelta dei protagonisti Abbie Comish e Ben Whishaw, che dopo la prima cannense del film non hanno smesso un animo di lavorare e sono destinati a un futuro da star; mentre Kerry Fox, che nel 1990 era la conturbante Janet Frame di 'Un angelo alla mia tavola', ha vent'anni dopo l'età giusta per interpretare la madre di Fanny." (Alberto Crespi, 'Lunità', 11 giugno 2010)

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