Bon voyage2003

SCHEDA FILM

Bon voyage

Anno: 2003 Durata: 114 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM - PANAVISION

Tratto da:-

Produzione:ARP SELECTION, FRANCE 2 CINEMA, FRANCE 3 CINEMA

Distribuzione:01 DISTRIBUTION (2004)

TRAMA

Nel giugno del 1940 all'Hotel Splendid a Bordeaux sono riuniti numerosi personaggi: ministri, giornalisti, starlette e spie. Un giovane scrittore si troverà a scegliere fra una celebre attrice e una studentessa di fisica nucleare, ma la sua storia si intreccia con quella di un ministro pronto ad arrendersi ai tedeschi, di uno scienziato che cerca riparo all'estero e di una spia nazista sulle sue tracce...

CRITICA

"Rappeneau inserisce le piccole storie private dei suoi personaggi sullo sfondo della Storia dando al tutto un ritmo forsennato, giocando di macchina da presa, accumulando azione e sentimenti senza preoccupazioni di verosimiglianza. Ogni inquadratura è composta con un massimo d'accuratezza e meticolosità; eppure tutto è in movimento perpetuo. Sarà una forma di contagio, trainato dall'evidente piacere che il regista prova nell'usare la macchina da presa: sta di fatto che gli attori si divertono palesemente a recitare i loro ruoli, ripagandolo con il massimo del rendimento. E poi, se vogliamo riciclare l'ormai abusata espressione 'teatrino della politica' non sarà che un film come questo ha qualcosa da dire anche sulla moneta corrente nella politica odierna?" (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 febbraio 2004) "A 14 anni dal 'Cyrano', a 8 dall''Ussaro sul tetto' torna Jean-Paul Rappeneau, con un film che per sua stessa confessione rievoca, pur nella finzione, parte della sua gioventù e l'atmosfera moralmente e materialmente confusa della Francia dal '40 al '42. (...) 'Bon voyage' per qualche verso richiama 'Laissez-passer', il film sul cinema francese sotto l'occupazione. Rappeneau ci mette di tutto e di più, imposta troppe storie e sottostorie, ma c'è, nonostante la lunghezza, il gusto del racconto, la furberia dell'impaginazione ottocentesca divisa tra prosa, epica e poesia. Ma il lavoro degli attori e la ricostruzione d' epoca sono a favore: Depardieu va e viene senza impegno, mentre i due ragazzi al centro dell' affaire, anche morale, Grégori Derangère e Yvan Attal, sono due piccoli eroi verosimili, veri e simpatici." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 7 febbraio 2004)

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