Bar Sport2011

SCHEDA FILM

Bar Sport

Anno: 2011 Durata: 93 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Massimo Martelli

Specifiche tecniche:-

Tratto da:romanzo omonimo di Stefano Benni (Ed. Feltrinelli)

Produzione:GIANNANDREA PECORELLI PER AURORA FILM, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

Distribuzione:01 DISTRIBUTION

ATTORI

Claudio Bisio nel ruolo di Il Tennico
Giuseppe Battiston nel ruolo di Antonio detto 'Onassis', il padreone del bar
Antonio Catania nel ruolo di Muzzi
Angela Finocchiaro nel ruolo di Angela
Lunetta Savino nel ruolo di Lunetta
Bob Messini nel ruolo di Cocosecco
Vito nel ruolo di Geometra Buzzi
Aura Rolenzetti nel ruolo di Clara, la cassiera
Antonio Cornacchione nel ruolo di Bovinelli
Gianluca Impastato nel ruolo di Pinotti
Alessandro Sampaoli nel ruolo di Poluzzi
Roberta Lena nel ruolo di Elvira Lire Tremila
Cristina Ramella nel ruolo di Signora Buzzi
Cristiano Pasca nel ruolo di Stambazzini
Daniele Pilli nel ruolo di Fornara
Ermanno Bonatti nel ruolo di Nonno
Michael Galluzzi nel ruolo di Cinno
Antonio d'Ausilio nel ruolo di Fratello Di Bella
Michele Caputo nel ruolo di Fratello Di Bella
Claudio Amendola nel ruolo di Rappresentante
Teo Teocoli nel ruolo di Play Boy
 

MUSICHE

Gatto Ciliegia
 
 

SCENOGRAFIA

Giambanco, Stefano
 

COSTUMISTA

Bonanno, Luigi

TRAMA

In un paese della provincia italiana il "Bar Sport" - gestito da Antonio il Barista, detto anche Onassis per la sua tirchieria - è il punto d'incontro di una serie di personaggi emblematici che si ritrovano per scambiare storie di leggende sportive e pettegolezzi: il Tennico, tuttologo che tutto sa e tutti conosce; il playboy che racconta le sue improbabili avventure; le vecchiette dall'aspetto innocuo ma dall'animo perfido; l'inventore in cerca di battere il record del flipper; i giocatori di biliardo in eterna sfida con il 'Bar Moka'; i giocatori di carte impegnati in epiche sfide; i giocatori di calcio balilla; l'innamorato depresso che è diventato un tutt'uno col telefono a gettoni; l'ingenuo Cocosecco; Elvira 'lire tremila', dall'inequivocabile lavoro; il 'cinno', aspirante campione di ciclismo; il vecchietto incollato al televisore; il timido geometra con la moglie appariscente; il professore che dà i voti alle ragazze. E alla cassa c'è la bellissima Clara, di cui tutti sono innamorati anche se lei ha perso la testa per l'affascinante fornaio...

CRITICA

"Il film di Martelli del libro cult di Benni è la gradevole riprova che un certo tipo di umorismo scritto non s'addice alla visualità, come questa storia di varia umanità da bar di provincia dell'Italia anni 70, ben più presentabile di oggi. Le occasioni nostalgiche diventano buffe e viceversa ma le cose migliori sono affidate alla grafica dei cartoon e a qualche sintesi fantozziana, nonostante il carisma globale di un coeso clan di attori di chiara fama e simpatia in cui il padrone, non a caso, è Battiston, ma Teocoli fa ridere." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 21 ottobre 2011) "Sono passati trentacinque anni tondi da quando gli archetipi di varia umanità del libro di Stefano Benni entrarono nell'immaginario degli italiani. Ora hanno delle facce: Giuseppe Battiston è il barista, Claudio Bisio il 'tennico', Teo Teocoli il playboy da bar... Perfino la mitica Luisona, madre di tutte le paste, ha una 'faccia'. (...) Diretto (e cosceneggiato) da Massimo Martelli, 'Bar Sport - Il film' mette in scena un piccolo mondo antico, senza telefonini né globalizzazione, con una certa grazia e con l'ausilio di bravi attori: inevitabilmente, però, finisce per far scattare un effetto-nostalgia generazionale fin troppo diffuso nel nostro Paese. A confrontarlo con altri film comici italiani sugli schermi (vedi 'Ex: amici come prima'), di cui è decisamente migliore, la sensazione del tempo passato si fa vertiginosa. Simpatico, ma un po' polveroso, come le paste del Bar Sport." (Roberto Nepoti, 'Repubblica', 21 ottobre 2011) "Secondo molti fans di Stefano Benni era un'impresa disperata. In realtà, perché no? Portare al cinema 'Bar sport' significava lavorare sui personaggi e trovare un corrispettivo allo stile. Martelli c'è riuscito realizzando alcune parti a disegni animati - i mitici racconti dei Piva e del Pozzi - e il tono del film è quello giusto, anche se forse qualcuno si aspetterà più risate, più comicità e meno surrealismo. Cast di grande livello (bellissimo il cammeo di Teocoli), Battiston perfetto. Altri un po' meno. Bisio forse sta facendo fin troppi film, dopo anni di attesa per sfondare sul grande schermo." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 21 ottobre 2011) "Che delusione. Trasferito sullo schermo, il surreale romanzo di Stefano Benni perde fragranza e umorismo. Nel 'Bar Sport' di Giuseppe Battiston, nel '74 e dintorni s'incrociano tutti gli sfaccendati di Sant'Agata Bolognese guidati dal chiacchierone Claudio Bisio. Un girotondo piuttosto sboccato di personaggi senza smalto, tra estenuanti tormentoni (Cornacchione) e inutili incursioni (Teocoli e Amendola). Si ride poco, mai quando è in scena l'irritante vecchina pettegola Angela Finocchiaro. Peccato." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 21 ottobre 2011) "1976: nasce un cult della narrativa italiana. 2011: 'Bar Sport' approda al cinema, con tinte, toni e tic affidati a Claudio Bisio, il tennico; Giuseppe Battiston alias Onassis, proprietario del Bar, nonché voce narrante; Antonio Catania (Muzzi); Bob Messini (Cocosecco); Antonio Cornacchione ovvero il Bovinelli in perenne lotta elettrica; Teo Teocoli, il fantomatico playboy, mentre spetta a Claudio Amendola il fantasmagorico tête-à-tête con la vera protagonista: la mitica, stantia brioche Luisona. Mal servito da inconsulti inserti animati, Massimo Martelli fa di regia filologico compitino, quando tradire sarebbe l'unica via per rimanere fedeli a Stefano Benni. Viceversa, complice 'l'onniscienza' del narratore Battiston, 'Bar Sport' fa una professione di fede nell'originale così ortodossa da risultare bacchettona e, in definitiva, miscredente: il confronto con la magia della parola, le capriole stilistiche e poetiche su carta, è perso per KO 'tennico'. Da Onassis alle vecchiette Savino e Finocchiaro, è mera parafrasi, che colleziona calchi poco divertenti." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 20 ottobre 2011)

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