Apollo 131995

SCHEDA FILM

Apollo 13

Anno: 1995 Durata: 140 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:SCOPE A COLORI

Tratto da:libro "Lost Moon" di Jim Lovell e Jeffrey Kluger

Produzione:IMAGINE ENTERTAINMENT, UNIVERSAL PICTURES

Distribuzione:UIP - CIC VIDEO UNIVERSAL - LASERDISC: PIONEER ELECTRONICS, RCS FILMS&TV - DVD: PIONEER ELECTRONICS

TRAMA

L'11 aprile 1970, il gigantesco razzo vettore Saturno V viene lanciato da Cape Kennedy e mette in orbita terrestre tre astronauti: il veterano Jim Lovell, comandante della spedizione; il pilota del "lem" Fred Haise; il pilota del "modulo di comando" Jack Swigert che, alla prima missione come Haise, è dovuto subentrare all'ultimo momento al collega Ken Mattingly, impedito per motivi di malattia. Il volo procede regolarmente e gli astronauti si apprestano a discendere sulla Luna: improvvisamente una forte esplosione, seguita da un subitaneo calo di pressione in uno dei serbatoi di ossigeno liquido del "modulo di comando", mette in allarme l'equipaggio e il centro di controllo diretto da Gene Kranz. Nessuno capisce cosa sia successo, e la missione deve in breve essere trasformata in un rischioso recupero, con il "lem" divenuto una sorta di scialuppa di salvataggio cosmica, da cui i tre osservano con malinconia la Luna, mentre le ruotano attorno per ritornare sulla Terra. Le televisioni, disinteressate al momento del lancio, ora trasmettono moltissimi servizi sul pericoloso recupero. Mattingly viene convocato d'urgenza per simulare a terra tutte le manovre possibili nel "modulo di comando" per risparmiare energia e facilitare l'ammaraggio. Al dramma in cielo si aggiunge quello in terra dei familiari. Tutte le nazioni offrono il loro aiuto agli Stati Uniti. Anche il pontefice Paolo VI prega in piazza San Pietro per i tre uomini che devono affrontare anche lo stress del freddo, dovuto al risparmio di energia imposto da terra, e devono improvvisarsi artigiani confezionando un rudimentale filtro al litio per ridurre il tasso di anidride carbonica, salito a livelli intollerabili. Dopo aver per l'ultima volta acceso i motori del provvidenziale "lem", per allinearsi con la Terra per il rientro, si trasferiscono nella capsula. Espellendo il "modulo di comando" vedono finalmente il danno: un intero pannello è saltato per l'esplosione. Capiscono, prima di ammarare regolarmente, quanti rischi abbiano corso.

CRITICA

"(...) Il film ha puntato tutte le sue carte sulla suspense che però, allo stringere dei nodi, è mancata. La storia scorre via, ma presto mostra il fiato grosso, denuncia una scarsezza di sintesi, si perde in un "rimescolare" il dramma che si vive all'interno del modulo spaziale e la vita dei familiari e degli amici dei tre uomini in pericolo (...)". (Gaetano Strazzulla da: Rivista del Cinematografo) Anche se lo stentoreo kolossal si avvolge tutto nell'angusta prospettiva della cabina e del modulo, la ricchezza e la fluidità narrative non vengono mai meno; insinuando il dubbio, dopo lo splash liberatorio, che, al di la dei tagli ai progetti Nasa da parte dell'amministrazione Usa, ci saremmo da allora rassegnati a considerare il nostro pianeta come dimora unica e definitiva. (Il Mattino, Valerio Caprara, 16/10/95) Forse più istituzionale che ispirato, tanto che si direbbe sponsorizzato dalla Nasa, il film è comunque un prodotto di bella tenuta che coinvolge lo spettatore facendolo aderire agli eventi. Anche il rapporto del protagonista con la moglie (Kathleen Quinlan) viene trattato con lodevole sobrietà; ed emergono a contrasto il crescente disinteresse del pubblico americano per la conquista dello spazio (le anziane signorine di una casa di riposo protestano perché alla tv non fanno vedere il film annunciato) e il sereno ottimismo della vecchia madre un po' svanita di Lovell che coincide con l'ottimismo rampante del supercontrollore di volo, ben deciso a far finire bene tutta la faccenda. Il pubblico Usa ha certamente colto quest'aspetto tonificante di Apollo 13, garantendogli nelle prime 13 settimane il cospicuo incasso di 170 milioni di dollari. (La Stampa, Alessandra Levantesi, 14/10/95) Più che fantastico è storico. Quell'epopea spaziale è ormai cronaca, ricostruita con suspence e ottima performance degli attori. Si sa da 25 anni come andrà a finire (un happy-end da vera Hollywood). Eppure si segue col fiato sospeso. Claustrofobico e divulgativo.

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