Animal Kingdom2010

SCHEDA FILM

Animal Kingdom

Anno: 2010 Durata: 113 Origine: AUSTRALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:David Michôd

Specifiche tecniche:PANAVISION PANAFLEX MILLENNIUM XL, 2K/SUPER 35 (3-PERF) STAMPATO A 35 MM (KODAK VISION PREMIER 2393)/D-CINEMA (1:2.35) - DE LUX

Tratto da:-

Produzione:PORCHLIGHT FILMS, SCREEN AUSTRALIA

Distribuzione:MIKADO - DVD E BLU-RAY: CG HOME VIDEO / MIKADO (2011)

ATTORI

Ben Mendelsohn nel ruolo di Andrew 'Pope' Cody
Joel Edgerton nel ruolo di Barry 'Baz' Brown
Guy Pearce nel ruolo di Detective Nathan Leckie
Luke Ford nel ruolo di Darren Cody
Jacki Weaver nel ruolo di Janine 'Smurf' Cody
Sullivan Stapleton nel ruolo di Craig Cody
James Frecheville nel ruolo di Joshua 'J' Cody
Dan Wyllie nel ruolo di Ezra White
Anthony Hayes nel ruolo di Detective Justin Norris
Laura Wheelwright nel ruolo di Nicky Henry
Mirrah Foulkes nel ruolo di Catherine Brown
Justin Rosniak nel ruolo di Detective Randall Roache
Susan Prior nel ruolo di Alicia Henry
Clayton Jacobson nel ruolo di Gus Emery
Anna Lise Phillips nel ruolo di Avvocato Justine Hopper
 

SCENEGGIATORE

Michôd, David
 

MUSICHE

Partos, Antony
 

MONTAGGIO

Doolan, Luke
 

SCENOGRAFIA

Ford, Josephine
 

COSTUMISTA

Ireland, Cappi

TRAMA

Alla morte della madre, il giovane Josh Young si trasferisce a casa di sua nonna facendo così l'ingresso nel clan degli zii, gangster pericolosi che rispettano solo la forza, come nel regno animale. Quando uno degli zii viene ucciso dalla polizia, Josh si troverà costretto a scegliere tra la propria famiglia e il rischio di doverla tradire e scoprirà che l'unico modo per sopravvivere è giocare secondo le regole spietate del suo clan: mostrare a tutti gli altri chi è il più forte.

CRITICA

"C'è un sottobosco a Melbourne dove si muovono, impauriti e per questo più pericolosi, animali feroci braccati da predatori non meno spietati. 'Animal Kingdom' (...) non è un documentario naturalistico, ma un western metropolitano dove però lo sguardo del regista australiano, l'esordiente e bravo David Michôd, segue i personaggi con lo stesso interesse con cui un etologo seguirebbe l'oggetto dei suoi studi nel regno animale. Quella che descrive è una guerra senza regole tra guardie e ladri in cui è difficile distinguere i buoni dai cattivi. Una pellicola durissima, che non risparmia crudeltà, ma che non si abbandona a scene di violenza fini a se stesse né utilizza effetti speciali per renderle più orribili - alla Cohen o alla Tarantino per intendersi - riuscendo in questo modo a restituire al racconto un'inquietante atmosfera di realismo. Miglior film al Sundance Festival 2010 (...). Come avveniva in 'Non è un paese per vecchi', dei fratelli Cohen, Michôd presenta una realtà totalmente negativa e senza speranze. Le scelte compiute dai personaggi, dettate da paura e da desiderio di vendetta ma mai di giustizia, appaiono tutte sbagliate. È la descrizione di una realtà dove bene e male si confondono e che non ammette possibilità di redenzione. Un film ben interpretato e altrettanto ben girato, problematico, che fa riflettere sulla deriva di una società che non sa proporre uno sguardo positivo sull'uomo e che finisce per arrendersi a una situazione percepita come ineluttabile." (Gaetano Vallini, 'L'Osservatore Romano', 31 ottobre 2010) "Bellissima sorpresa del cinema australiano con quest'opera prima di David Michod che ci porta in una famiglia di bravi ragazzi. (...) Una tragedia in nero, elisabettiana più che scespiriana, dove la potenza dell'autore si fa strada nello zoo di macerie familiari e sociali: un gruppo di attori ci fa sospettare che non c'è ragione di sperare." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 novembre 2010) "Claustrofobie criminali, famiglie monster, corruzioni, vendette, violenze bestiali. Di questo si compone il prodigioso 'Animal Kingdom' del deb australiano David Michod. Che, trasferito in US con indigestioni di Peckinpah, Carpenter, Van Sant, certo Scortese, il connazionale Hillcoat (il tono non è lontano da 'The Proposition') e altri signori del wild dark & paranoid underworld, ha messo tutti al tappeto, vincendo il Sundance 2010 e piazzandosi tra i migliori esordi dell'annata. Sfiorando il già-cult." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 4 novembre 210)

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