Andrej Rubliov1969

SCHEDA FILM

Andrej Rubliov

Anno: 1969 Durata: 190 Origine: URSS Colore: B/N

Genere:DRAMMATICO, GUERRA

Regia:-

Specifiche tecniche:CINEMASCOPE E SOVCOLOR - 35 MM

Tratto da:-

Produzione:MOSFILM

Distribuzione:CEIAD - GENERAL VIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI - LAB 80 FILM

TRAMA

Nel prologo del film assistiamo all'impresa di un contadino di nome Efim che, sfidando le guardie del principe e l'incredulità degli stessi compagni che l'hanno aiutato, si leva in volo legato ad un rudimentale pallone aerostatico. Quest'ultimo però va via via afflosciandosi, sino a far precipitare il temerario nei pressi della riva di un fiume. Un cavallo passa accanto alla salma di Efim. Nel 1400 tre monaci pittori abbandonano il monastero della Trinità e di San Sergio per recarsi a Mosca. Essi sono Andrej Rublev, Kirill e Daniil il Nero. Il primo manifesta le proprie perplessità, ma Kirill difende quella decisione. Un temporale sorprende i tre, che sono costretti a chiedere riparo ad un gruppo di contadini riuniti all'interno di un'isba. Qui si sta esibendo un giullare: quello spettacolo, irriverente verso il potere, colpisce Andrej. Ed anche Kirill, che, non visto, esce per andare a chiamare le guardie. Il buffone viene arrestato, mentre i tre riprendono il loro cammino. Nel 1405, Kirill raggiunge Teofane il Greco. Il celebre e anziano pittore laico è sdraiato su di una panca all'interno della chiesa che sta affrescando. Egli crede che quel visitatore sia Rublev. Kirill rimane deluso; riconosce che il suo giovane compagno è assai bravo, ma sottolinea che "deve maturare". Teofane rimane bene impressionato dalle parole di quello sconosciuto, e lo invita ad andare con lui a lavorare a Mosca. Kirill esita: accetterà solo se Teofane in persona lo verrà a chiamare al monastero di Andronikov. Tempo dopo, il messo giunto al monastero chiama però Andrej. Costui accetta senza prima consultare il compagno di cella Daniil; quando costui glielo fa notare, Andrej gli chiede perdono. Kirill, dal canto suo, convinto di non avere talento, decide di lasciare l'abito monastico. Prima di andarsene, sfoga la propria rabbia: attacca i compagni e li accusa di essere dei mercanti prima che dei religiosi. 1406: Rublev vaga nel bosco assieme a Foma, un suo giovane aiutante. I due trovano Teofane seduto sopra un ceppo. Andrej e Teofane cominciano a discutere in merito alla natura umana: per il secondo, l'uomo è malvagio e ignorante ("Gesù, se ritornasse sulla terra, verrebbe crocifisso di nuovo!"); per Andrej, l'ignoranza e la povertà non sono colpe da imputare al popolo, e incontrare lo sguardo di una persona è come fare la comunione. Il monaco immagina una rappresentazione della salita al Calvario sopra le colline russe innevate. Primavera del 1408: Andrej, Daniil ed altri collaboratori, a bordo di due canoe, attraccano alla riva del fiume che stanno percorrendo. La sera è prossima. Foma aiuta Andrej a raccogliere della legna; il monaco si accorge che nel bosco si sta svolgendo un rito pagano, e va a spiare: uomini e donne nudi celebrano la festa dell'amore. Scoperto, Andrej è legato ad un palo, al modo del "suo" Cristo. Una pagana, però, lo libera e, privatasi della pelliccia che ricopre il suo corpo, lo bacia. Andrej, per un attimo, cede, e infine fugge turbato, raggiungendo i compagni. Ripresa la navigazione, il gruppetto assiste all'arrivo delle guardie, che arrestano alcuni pagani. La donna incontrata da Andrej riesce a scappare, nuotando verso la riva opposta del fiume. Durante l'estate, nella cattedrale di Vladimir i lavori per il "Giudizio universale" non procedono: Andrej è bloccato, non riesce a dar forma ad una scena che la tradizione vorrebbe destinata ad atterrire i fedeli. Il Gran Principe in persona giunge a visionare i lavori: gli intagliatori gli comunicano che ora andranno a lavorare per suo fratello gemello. Avviatisi all'interno del bosco, però, vengono raggiunti dalle guardie, che li accecano. Nella cattedrale, Andrej ha un moto di stizza, e imbratta di calce una delle bianche pareti. Una ragazza muta entra nella chiesa e, vista la macchia, piange. Nell'autunno del 1408, il fratello gemello del Gran Principe, alleatosi con i Tartari, saccheggia e brucia Vladimir, approfittando dell'assenza del rivale. Andrej, per salvare

CRITICA

Dalle note di regia: "Tutto quello che ho realizzato è sempre legato a personaggi che hanno qualcosa da superare, che devono vincere in nome di quell'ottimismo al quale tengo, di cui parlo di continuo. Un uomo sostenuto da un'idea cerca appassionatamente la risposta a una domanda e va fino in fondo nella sua comprensione della realtà. La creazione esige da un uomo il dono integrale del suo essere. Che voglia volare prima che la cosa sia diventata possibile o fondere una campana senza aver imparato a farlo o dipingere una icona: tutti questi atti esigono che come premio l'uomo muoia, si dissolva nella sua opera, si dia tutto intero". "Questo ampio affresco cinematografico, sullo sfondo di una Russia calpestata da prìncipi ribelli e da Tartari apportatori di morte e percorsa da cavalli allo stato brado, simbolo di perennità della vita, proclama un suo positivo concetto di Dio, dell'umanità, del ruolo di un artista. Il monaco Rubliov, a differenza di Teofano Greco, ha fede in un Dio padre più che che in uno spietato vendicatore, è convinto della superiorità del bello sul laido, dell'amore sull'odio, del bene sul male. Afferma che tale vittoria possa scaturire dalla dignità interiore dell'uomo e della sua recuperata forza morale. Compito dell'artista è di scuotere la debolezza e l'angoscia dell'umanità prostrata, librandosi al di sopra della stessa, così come la voce della campana dell'adolescente Boriska si libra pura e cristallina al di sopra di un mondo che ignora e distrugge bellezza e amore. Il film, forse un po' troppo prolungato, è assai notevole per lo splendore delle immagini e per la densità della sua dimensione spirituale. Il realismo di alcune scene e la delicatezza dei temi fondamentali, ove le idee liriche potrebbero venire fraintese come un umanesimo esasperato, lo rendono comunque un film difficile." (Segnalazioni cinematografiche, vol. 77, 1974)

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