Americano rosso1991

SCHEDA FILM

Americano rosso

Anno: 1991 Durata: 102 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:romanzo omonimo di Gino Pugnetti

Produzione:SANDRO PARENZO PER VIDEA E RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA (RAI TRE)

Distribuzione:WARNER BROS. ITALIA - CDE HOME VIDEO, M&R

TRAMA

Nel mese di agosto del 1934 in una cittadina della provincia veneta il playboy Vittorio Benvegnù, impiegato nell'agenzia matrimoniale dello zio Oscar, un individuo violento un tempo emigrato in America, viene da questi scacciato per avergli sedotto la moglie. Incontrato casualmente George Maniago, un robusto italo-americano venuto dagli Stati Uniti per trovare una moglie giovane ed illibata, Vittorio, intravvedendo l'occasione di soldi e svago, gli prospetta la possibilità di realizzare questo suo desiderio. A bordo di una Lancia Augusta cabriolet i due uomini attraversano la provincia veneta e la riviera adriatica in cerca della donna giusta. Nel corso di due settimane, tra vari equivoci, Vittorio ha così modo di presentare a George una ballerina del varietà, una matura vedova, un'avventuriera, una timida contadina sordomuta, una servotta, Antonietta, che, opportunamente abbigliata viene accettata come sposa da George. Poiché questi sembra soddisfatto, Vittorio contatta un gerarca fascista, suo amico, per ottenere subito il passaporto per la ragazza. Recatosi con costei ad Udine per ritirarlo, Vittorio, trascorrendo alcuni giorni con Antonietta, se ne innamora, anzi, le propone di sposarlo, anche se ha già una moglie, Elvira, prospettandole un avvenire di successi (l'impresa Etiopica è ormai nei programmi del fascismo e ci saranno gloria e soldi), per una vita rinnovata. Antonietta, malgrado trovi vecchio l'americano, opta invece per andare a vivere con costui. George salda i conti con Vittorio, si ripiglia alcune banconote che il giovanotto gli aveva sottratto dalla valigia, lasciandogli però il bel cabriolet bianco da restituire. Ora Vittorio è solo e annoiato: il risultato della vacanza lo ha lasciato insoddisfatto. Ad un tratto legge sul giornale una notizia: lo zio Oscar è stato trovato assassinato e i carabinieri sospettano del nipote scomparso da casa, che con il parente aveva avuto una rissa ed era stato cacciato, per cui Vittorio è braccato. Il giovane fugge in auto, ma i carabinieri lo seguono e bloccano la vettura: si scopre che Vittorio ha in tasca molti soldi, mentre nella macchina c'è una grossa rivoltella che è di George, ma il giovane non viene creduto, e il playboy finisce ammanettato, malgrado si dichiari amico del gerarca fascista. E' ovvio che l'omicida di Oscar è stato proprio Maniago per antichi dissapori su loschi affari in terra americana. Non resta a Vittorio che una disperata supplica a Mussolini, per essere diventato, lui innocente, un indiziato come autore di un delitto, mentre è stato fatto cadere in una ignobile trappola.

CRITICA

"Si segue tutto con piacere. Il racconto è disinvolto, i suoi ritmi sono sciolti e vivaci e tutti i personaggi, non solo i due principali, hanno sempre il loro colore e il loro segno." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo') "'Americano rosso' è un film senza grandi ambizioni, gradevolmente vivace, diretto dall'esordiente Alessandro D'Alatri, anni 36, con simpatica attenzione ai tipi e ai costumi dell'età fascista. Una commedia che pur difettando di spessore offre un piacevole intrattenimento. Il punto di forza del film è peraltro rappresentato dagli interpreti." (Giovanni Grazzini, 'Il Messaggero') "Tutto il film, più illustrativo che d'autore, si distingue per accuratezza e qualità produttiva. Accanto ai registi giovani, anche scrittori, attori e tecnici sono cresciuti a formare una nuova generazione interessante del cinema italiano." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa') "Al film viene voglia di chiedere di più incoraggiati dal suo scorrere piacevole. Bentivoglio e Burt Young sono affiancati da interpreti ugualmente bravi, da Valeria Milillo a Sabrina Ferilli, Massimo Ghini e Eros Pagni." (Alfio Cantelli, 'Il Giornale') "'Americano rosso', coniuga cinema con letteratura, Italia con America, realismo con fantasia. Il film offre all'esordiente regista Alessandro D'Alatri l'occasione per misurarsi con successo nelle vocazioni di certe godibili atmosfere del 34 dove un giusto sentimento del tempo conta più dei soldi." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera')

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