American Honey2015

SCHEDA FILM

American Honey

Anno: 2015 Durata: 163 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Andrea Arnold

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:MAVEN PICTURES, FILM4, BFI, IN COLLABORAZIONE CON PARTS & LABOR, PULSE FILMS

Distribuzione:-

ATTORI

Sasha Lane nel ruolo di Star
Shia LaBeouf nel ruolo di Jake
Riley Keough nel ruolo di Krystal
Shawna Rae Moseley nel ruolo di Shaunte
Arielle Holmes nel ruolo di Pagan
Crystal B. Ice nel ruolo di Katness
Chad Cox nel ruolo di Billy
Verronikah Ezell nel ruolo di QT
Chad McKenzie Cox nel ruolo di Billy
Garry Howell nel ruolo di Austin
Kenneth Kory Tucker nel ruolo di Sean
Raymond Coalson nel ruolo di JJ
Isaiah Stone nel ruolo di Kalium
Dakota Powers nel ruolo di Runt
McCaul Lombardi nel ruolo di Corey
Christopher David Wright nel ruolo di Riley
Summer Hunsaker nel ruolo di Kelsey
Brody Hunsaker nel ruolo di Rubin
Johnny Pierce II nel ruolo di Nathan
Chasity Hunsaker nel ruolo di Misty
Michael Hunsaker nel ruolo di Logan
Kaylin Mally nel ruolo di Destiny
Laura Kirk nel ruolo di Laura
Bruce Gregory nel ruolo di Mitchell
Will Patton nel ruolo di Backseat
 

SCENEGGIATORE

Arnold, Andrea
 

MONTAGGIO

Bini, Joe
 

SCENOGRAFIA

McGehee, Kelly
 

COSTUMISTA

Bovaird, Alex
 

EFFETTI

MadlyFX

TRAMA

Stati Uniti. L'adolescente Star decide di lasciare la propria famiglia disfunzionale per unirsi a un gruppo che vende porta a porta, in giro per il Midwest, abbonamenti alle riviste. La ragazza si trova immediatamente a suo agio nel gruppo, di cui fa parte anche Jake, adottandone lo stile di vita fatto di serate alcoliche, piccoli misfatti e storielle amorose...

CRITICA

"'American Honey', dolcezza americana che ha un gusto beffardo nello skyline di ragazzini soli, generazioni condannate alla marginalità, abusati da padri violenti e madri indifferenti, adulti rapaci, economie precarie. Il solo rifugio è l'on the road che se negli anni Settanta era il mito della libertà nel film di Andrea Arnold appare come una nuova schiavitù nel segno del capitalismo. Fare soldi è il credo della setta che li raccoglie questi ragazzi perduti senza nessun Peter Pan. Al massimo un seduttore furbo, il «migliore dei venditori» che sa cogliere la disperazione negli occhi di una ragazzina sola. Potenziale venditrice pronta a tutto e forza lavoro per il nuovo liberismo delle economie mobili. (...) Arnold insegue il motivo della ballata classica in chiave contemporanea nei paesaggi americani del midwest white trash di miseria, crack, pollo marcio Ogm recuperato dalla spazzatura, scritta sul corpo esuberante della giovane protagonista Star - la ventenne Sasha Lane che Arnold ha trovato per caso su una spiaggia californiana durante la preparazione del film - che la madre ha lasciato coi due fratellini e un molesto ex. (...) L'europeo che racconta l'America fallisce sempre mi dice un amico americano. Già. Ma forse in questo catalogo di fast food e pozzi petroliferi il fatto che Arnold sia inglese non è il principale problema. Quello che infastidisce è lo sfoggio di una presunta radicalità di intenti - compresa la scelta del formato 1.33:1 quasi a esasperare la solitudine disperata dei personaggi - che maschera una visione americana, o forse ancora meglio del presente parecchio contraffatta. Tutto è li, sotto ai nostri occhi, e nell'intento di rovesciare il mito americano in un falso movimento senza futuro - (la citazione di Springsteen è un colpo basso) Arnold confeziona un pacchetto precotto di istantanee comuni. Non solo nel mostrare le sue ispirazioni (si pensa ovviamente a Korine ma anche a un certo Robert Frank) ma soprattutto nel disegno dei suoi personaggi, figurine senza affetto funzionali al progetto del suo film. Sasha Lane poteva essere magnifica, è un gran corpo di energia, ma Arnold la condanna a una sola direzione. Monocorde come quella di un racconto che il contemporaneo lo traduce in cartolina. Non c'è inquietudine ma solo certezza. Tutto è proprio come lo sapevamo già." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 24 maggio 2016) "(...) stucchevolezza on the road made in Usa." (Stenio Solinas, 'Il Giornale', 19 maggio 2016)

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