Anno: 2012 Durata: 94 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Claudio Giovannesi
Specifiche tecniche:35 MM
Tratto da:ispirato alla raccolta di racconti "Alì dagli occhi azzurri" di Pier Paolo Pasolini (ed. Garzanti)
Produzione:FABRIZIO MOSCA PER ACABA PRODUZIONI CON RAI CINEMA
Distribuzione:BIM
Nader Sarhan | nel ruolo di | Nader |
Stefano Rabatti | nel ruolo di | Stefano |
Brigitte Apruzzesi | nel ruolo di | Brigitte |
Marian Valenti Adrian | nel ruolo di | Zoran |
Cesare Hosny Sarhan | nel ruolo di | Padre di Nader |
Fatima Mouhaseb | nel ruolo di | Madre di Nader |
Yamina Kacemi | nel ruolo di | Laura |
Salah Ramadan | nel ruolo di | Mahmoud |
Marco Conidi | nel ruolo di | Padre di Brigitte |
Alessandra Roca | nel ruolo di | Madre di Brigitte |
Elisa Geroni | nel ruolo di | Eleonora |
Roberto D'Avenia | nel ruolo di | Ruggero |
Totò Onnis | nel ruolo di | Vigile |
Alfonso Prudente | nel ruolo di | Vigile |
Adrian Carana | nel ruolo di | Petre |
Alexandru Gabriel Stan | nel ruolo di | Adrian |
Ionut Cotnareanu | nel ruolo di | Ionut |
Fabiano Mattei | nel ruolo di | Roscio |
Andrei Vladimirov Pogrevnoi | nel ruolo di | Sergei |
Monica Picca | nel ruolo di | Professoressa |
Luana Rossi | nel ruolo di | Insegnante di Salsa |
Carmen Trincu | nel ruolo di | Prostituta |
Nadar e Stefano sono migliori amici, due sedicenni arrabbiati con il mondo, ribelli, che alle otto del mattino di un giorno d'inverno, prima di entrare a scuola, rubano un motorino e fanno una rapina. Il primo è nato a Roma ma è di origine egiziana, l'altro è italiano. Una settimana nella vita di Nadar, un adolescente che si ribella ai valori della propria famiglia, in bilico tra l'essere arabo o italiano. Coraggioso e innamorato, dovrà sopportare il freddo, la solitudine, la paura e la perdita dell'amicizia di Stefano, per tentare di conoscere la propria identità.
"Il riferimento a Pier Paolo Pasolini e ai suoi ragazzi di vita è evidente fin dal titolo, che echeggia la poesia pasoliniana 'Alì dagli occhi azzurri'. (...) Il pasolinismo riletto in chiave multietnica multiculturale di Giovannesi non usa le inquadrature studiate del suo ispiratore, ma una macchina a mano nervosa che tallona i personaggi." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 15 novembre 2012) "(...) per raccontare la settimana brava del sedicenne egiziano Nader - che ha gli occhi azzurri grazie alle lenti a contatto - il regista Claudio Giovannesi ha scelto una strada opposta a quella visionaria e ispirata del poeta friulano, puntando alla Zavattini sul pedinamento della realtà. (...) Giovannesi lascia i personaggi (tutti veri, presi dalla vita) parlare, muoversi esprimersi in libertà lungo l'esile linea narrativa, ma il film, pur nel pregio di un tema importante (la difficoltà di trovare un identità a cavallo di due culture), ha il limite di non sublimarsi che sporadicamente in cinema: alcune suggestive immagini del litorale (la fotografia è di Ciprì), la malinconica sospensione della scena finale." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 15 novembre 2012) "L'opera seconda 'in finzione' del regista romano 34enne mira diretta al suo destino: raccontare le contraddizioni che tuttora animano le famiglie immigrate nel Belpaese. Evidenziando lo sconsolante ritardo in cui versa l'evoluzione sociale in Italia. Il film gode di una sua freschezza e solidità, benché non del tutto originale. Il migliore dei tre concorrenti tricolore al Festival di Roma 2012." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 15 novembre 2012) "Ispirato ai versi pasoliniani di 'Profezia', 'Alì ha gli occhi azzurri' (...), entrato subito, ieri, nella rosa dei possibili premiati, è un film con la forza di un documentario, animato dalla vitalità trascinante del suo protagonista, capace di mettere in scena la propria esistenza con tutto il suo carico di contraddizioni irrisolte." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 11 Novembre 2012) "'Alì ha gli occhi azzurri' racconta un microcosmo paradossale, violento e insieme ingenuo, come il machismo lacerato di Nader, romano figlio di egiziani. (...) È il classico schema della giornata balorda, che qui diventa una settimana, con i giorni sgranati in caratteri latini e arabi. Ma l'identità divisa, il mix di etnie, lo scontro tra sentimenti adolescenziali e cultura criminale, provoca corto circuiti grandiosi. (...) Si esce sgomenti, angosciati e insieme grati per la scoperta di un mondo così vicino e così lontano. Pasolini aveva capito tutto ma questo è uno dei primi film che affronta davvero il mondo profetizzato. Se ne parlerà a lungo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 11 novembre 2012) "Il film, il cui titolo rievoca il verso di una poesia di Pierpaolo Pasolini, 'Profezia', che anticipa lucidamente l'avvento di una società multirazziale, riprende così la storia del giovane egiziano innamorato di una ragazza italiana e in conflitto con la famiglia che pretende da lui un matrimonio islamico, per tutelare la propria cultura di appartenenza." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 11 novembre 2012)
Incasso in euro