SCHEDA FILM

Accesso a distanza

Anno: 2004 Durata: 85 Origine: RUSSIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Svetlana Proskurina

Specifiche tecniche:35 MM (1:1,66)

Tratto da:-

Produzione:YURI OBUKHOV PER GORKI FILM STUDIO, KINOPROBA FILM STUDIO

Distribuzione:-

ATTORI

Dana Agisheva nel ruolo di Zhenja
Elena Rufanova nel ruolo di Vera
Vladimir Ilyn nel ruolo di Timofej
Alexander Plaxin nel ruolo di Sergej
Fjodor Lavrov nel ruolo di Igor
 

SCENEGGIATORE

Proskurina, Svetlana
 

MUSICHE

Sigle, Andrey
 

MONTAGGIO

Ivanov, Sergei
 

SCENOGRAFIA

Nikolaeva, Olga
 

COSTUMISTA

Nikolaeva, Olga

TRAMA

Seryozha non ha mai superato il trauma infantile della perdita di sua madre e di sua sorella, annegate durante una gita in barca su un fiume. Un giorno Seryozha conosce un'operatrice telefonica di una hotline con cui inizia una relazione amorosa, senza però mai incontrarla di persona, per evitare eventuali delusioni. Quando tutto sembra andare per il meglio e i due decidono di incontrarsi una morte improvvisa sconvolge tutto...

CRITICA

"La russa Svetlana Proskurina, già aiuto e penna di Sokurov, arpeggia sui tasti delle infelicità personali e di quelle per così dire ereditate per via parentale. Ma in 'Accesso a distanza' la crisi della famiglia si sovrappone al caos della Russia di oggi. (...) Poco importa la vicenda però. La Proskurina fa un cinema di puro stile. E se l'esito di quell'amore virtuoso e virtuale è davvero telefonato, prima del finale tragico 'Accesso a distanza' tratteggia scorci, sentimenti e personaggi mai visti. Regalando una battuta che ha sollevato un boato in sala: 'Non mi è mai piaciuto Tom Cruise. E poi a lui non interessano le ragazze'. Miserie del politicamente corretto: ci voleva una russa per dirlo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 settembre 2004) "Cosa dire del film russo 'Accesso a distanza' di Svetlana Proskurina, se non che difficilmente ripeterà l'exploit da Palma d'oro de 'Il ritorno'? Per la verità, l'inizio richiama proprio le atmosfere che folgorarono la poco illuminata giuria dell'anno scorso: una barca si capovolge nel fiume, il padre salva il figlio mentre la madre e la sorellina annegano. Anni dopo il ragazzo è cresciuto, ma naturalmente il trauma non si è rimarginato e continua a condizionarne comportamenti e umore. La grande speranza sarebbe l'amore telefonico intrecciato con una ragazza sconosciuta, un legame tanto più struggente quanto condizionato dall'anormale terrore di una delusione: ma la regista non concede sconti e predispone un destino ancora più duro. Curiosamente l'obiettivo si sposta, allora, su altri conflitti, altri sentimenti e rapporti tra le persone che riscrivono la trama senza ravvivare lo spunto originario e senza deviare da uno stile piatto e prolisso." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 4 settembre 2004)

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