SCHEDA FILM

Abbiamo solo fatto l'amore

Anno: 1997 Durata: 88 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:-

Produzione:VITORIO E RITA CECCHI GORI PER C.G.G. - TIGER CINEMATOGRAFICA, LAURENTINA GUIDOTTI PER INTERFILM

Distribuzione:CECCHI GORI DISTRIBUZIONE

TRAMA

Simone e Leo sono due giovani camerieri in una carrozza ristorante, con loro c'è Rocco, il cuoco di origine ciociara che insiste a cucinare come se fosse a casa sua. Una mattina Simone va in farmacia, compra dieci test di gravidanza e, dopo averli utilizzati tutti, ha la certezza che Silvia, la ragazza con cui ha avuto un rapporto occasionale, è incinta. Silvia vuole tenersi il bambino, Simone invece è contrario e confida le sue preoccupazioni all'amico Leo, mentre insieme vanno su e giù con il treno e intorno a loro si snodano le storie di alcuni passeggeri abituali. Corinna ha l'ambizione di fare l'attrice e si sta preparando a un provino sul treno, coinvolgendo un maggiore dell'esercito, una cassiera di supermercato, un impiegato di banca. Un'altra presenza abituale è Tony Guano, strano personaggio che odia il mondo, assale le persone con conversazioni non richieste e cerca di vendere oggetti di nessuna utilità. C'è poi padre Kurt, giovane sacerdote, che ama il rock e alla fine si lascia coinvolgere nei provini di Corinna. Tra il personale viaggiante, c'è Torrenzia, che si è diplomata al conservatorio ma poi, per un disguido postale, è stata chiamata e assunta in ferrovia. Simone intanto non sa come fare per risolvere la situazione. Leo gli dice che sul vagone c'è Silvia con la madre e un'amica. Silvia ha le doglie e partorisce in treno: il bambino è di colore, il padre è Samin, un guru che Silvia ha frequentato per qualche tempo. Simone guarda il neonato e dice: 'Non so se è meglio o peggio'.

CRITICA

"Piccoli film non crescono. Dove non riesce Pino Quartullo, fallisce anche un Fulvio Ottaviano con 'Abbiamo solo fatto l'amore'. La sua trovata è ambientare il suo racconto in treno, idea già venuta a qualche decina di registi, con la variante di scegliere come protagonisti non due passeggeri, ma due camerieri (Daniele Liotti, Valerio Mastandrea) del vagone ristorante (...). Nel 1942 di 'Quattro passi fra le nuvole' di Alessandro Blasetti, il dramma era della ragazza-madre; oggi la grana è del ragazzo-padre, però lo spunto resta sempre quello. A differenza del cinema americano, in quello italiano succedono cose verosimili anche troppo. L'inventiva scarseggia e non ci sono dialoghi abbastanza brillanti per sollevare queste storielle esili. Non è un'idea molto nuova, né molto comica riempire dieci fiale per test di gravidanza bisogna pur essere sicuri - su un tavolo del vagone-ristorante e lasciare in giro il contenitore del liquido, destinato a finire come ingrediente degli spaghetti aglio-urina-peperoncino". (Maurizio Cabona, 'Il giornale', 20 marzo 1998) "Rispetto all'opera d'esordio dunque, qualche ambiguità sfuma, lasciandosi alle spalle ingannevoli sperimentalismi, ambizioni sociologiche evocazioni alternative: 'Abbiamo solo fatto l'amore' svela inclinazioni alla commedia più sentite e congeniali, più soavi e disimpegnate, trasformando la sua stessa fragilità espressiva in piccola virtù. Film corale con un manipolo d'attori emergentissimi. Rinforzano le fila di questa apoteosi giovanilista le buone prove di Valerio Mastandrea, ormai archetipo di giovanotto candido e simpaticamente problematico, Iaia Forte nelle vesti di guest star, Francesco Siciliano e Chantal Ughi. Ritmato come le strip d'un fumetto, incline a gag facili facili, polemicamente anti-intellettualistico, il film, lungi dal fare tendenza, si ritaglia tuttavia una nicchia tra i neo-commedianti dell'ultima leva, tristemente spensierati, allegramente malinconici, più offensivi che innovativi". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 18 marzo 1998)

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