A me mi piace1985

SCHEDA FILM

A me mi piace

Anno: 1985 Durata: 113 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Enrico Montesano

Specifiche tecniche:PANORAMICA

Tratto da:Racconto di Laura Toscano e Franco Marotta

Produzione:LUCIANO DE FEO E GUIDO BOSCO PER ADIGE FILM '76, MADE IN ITALY '81, RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA TV 1

Distribuzione:CEIAD - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO

ATTORI

Enrico Montesano nel ruolo di Arturo Bonanni
Rochelle Redfield nel ruolo di Marion
Lara Wendel nel ruolo di Michela
Anna Marchesini nel ruolo di Signorina Pierotti
Renato Scarpa nel ruolo di Il Presidente
Dan Doby nel ruolo di Mike
Antonio Barrios
Emanuela Romano
Francesco De Rosa
Gabriele Villa
Pino Quartullo
Sebastiano Nardone
 

MUSICHE

Tempera, Vince
 

MONTAGGIO

Siciliano, Antonio
 

SCENOGRAFIA

Velchi, Franco
 

COSTUMISTA

Gonsalez, Clelia

TRAMA

A Milano, il dott. Arturo Bonanni lavora presso una emittente privata. Tornando una sera a casa, egli vi trova Mike, un americano suo amico e compagno di gesta sessantottesche, disperato e furioso perché la moglie Marion, una cantante, lo ha lasciato per un tizio di nome Jack. Marion con l'amico si trovano ora in Italia, anzi proprio a Milano, dove la donna si produce in un locale cittadino. Mike si installa, su invito di Arturo, in casa di questi, prima semidistruggendola, poi rimettendola a posto (tanto è ricchissimo), bevendo e facendo solitari in uno stato di prostrazione o di collere improvvise. Arturo, che è un cuor d'oro, partecipa alle angosce dell'amico e per lui trascura anche i suoi impegni di lavoro. Una sera lo caccia di casa sotto la pioggia, ma poi la compassione glielo fa riprendere, finché Mike stesso lo incarica di contattare Marion e di parlarle. Il fatto è, tuttavia, che alla donna del suo ex-marito non importa più a; essa sta molto volentieri con Arturo, gli racconta delle numerose scappatelle extraconiugali del consorte, e, poco a poco, si innamora dell'italiano, il quale dal canto suo fa presto a restarne affascinato. Però dei suoi frequenti incontri con Marion egli a dice a Mike che intanto sta componendo per lei una canzone. Ormai tra Marion ed Arturo si è stabilito un intenso rapporto di amore, ma il giorno in cui Arturo si è deciso a raccontare tutto al suo ospite, tornando a casa vi trova non solo Mike, ma anche Jack, il quale ha rivelato al rivale che Marion si è preso un appartamentino e là riceve un'amante. Mentre i due si recano sul posto, Arturo vi si precipita, per precederli ed avvertire Marion del temporale che presumibilmente sta per scoppiare. Nell'incontro a quattro - e mentre Mike e Jack sono assolutamente certi che la presenza di Arturo è dovuta solo ad un gesto di amicizia - Marion dichiara in tutta tranquillità di amare l'italiano: il che frutta al malcapitato Arturo due solidi pugni da parte dei due contendenti. A casa, Arturo ha la sorpresa di sentirsi dire da Mike che, in fondo, il suo sentimento altro non era che orgoglio ferito e che la loro vecchia amicizia non può venire meno: dopo di che, Mike rientra negli Stati Uniti, portando con sé Michela, una milanesina a suo tempo presentatagli da Arturo. Anche Marion prende l'aereo per New York e Arturo deciderà di seguirla poco dopo, per presentarsi a casa di Mike il quale sembra filare in perfetto amore con Michela: Mike lo lascerà con la sua ex moglie arrivata in visita, la quale, dopo l'avventura italiana, sembra accogliere Arturo con amicizia sincera.

CRITICA

"Per andare sul sicuro Enrico Montesano ripercorre in 'A me mi piace' gli antichi sentieri della commedia brillante, con soste frequenti nella farsa, a lui congeniali. E infatti cade in piedi. Benché, gli spunti iniziali del racconto si perdano per via, e tutto vada troppo per le lunghe, il film ha momenti allegri, e il confronto tra l'aggressivo Mike americano e l'occhialuto italiano che per amore mangia gli spaghetti crudi, offre ameni passaggi. Siamo nel cinema leggero, con gags di varia qualità e personaggini di fianco, dove il regista Montesano non mostra ancora di possedere uno stile personale, ma l'attore sa conservarsi i favori popolari per la sua recitazione spigliata e più d'un pizzico di sana mattana. Fra gli altri interpreti mentre l'americano Don Doby fa Mike senza sforzo, e, Lara Wendel è una disinvolta ereditiera, si ha il piacere di incontrare Rochelle Redfield, una fotomodella texana di fresca avvenenza, nemmeno incapace di recitare la parte affidatale; resa più arguta da come la soave fanciulla storpia la lingua italiana. Le musiche di Vincent Tempera e le canzoni di Fabio Concato e Mike Francis aggiungono gaiezza." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 4 Dicembre 1985) "Desideri ha saputo conferire qua e là, specie in certi panorami milanesi, dei toni persino lirici ed effusi, secondo note sentimentali che, anche queste, corrispondono all'indole di Montesano attor comico 'con sentimento'. Come, del resto, è ben visibile qui anche nella sua recitazione, equamente divisa fra le gags ed i sospiri (sia pure, questi ultimi, messi in burla almeno per metà). Poco da dire sugli altri interpreti: Rochelle Redfield, la donna contesa, è bella, anzi bellissima, ma non so se reciti davvero, gli altri, Don Doby, Lara Wendel, Renato Scarpa, Anna Marchesini, mi son sembrati un po' sfocati: come non si addice a caratteri di commedia. Molto da dire, invece, e questa volta in negativo, sul titolo. Le leggi italiane tutelano il paesaggio, vietano la bestemmia e il turpiloquio, ma non comminano pene detentive a chi inquina la grammatica. Non mi piace. Nei nostri film l'italiano lo si parla già piuttosto male, se però si arriva a scriverlo male anche nei titoli, e sui manifesti in strada, non ci si salva più. Caro Enrico, fai ammenda ed emetti un comunicato in cui ci garantisci che, almeno in casa, dici sempre 'a me piace'. E per il titolo 'infame' dichiarati 'pentito'." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 29 Novembre 1985) "Dietro la Redfield, che tiene bene il quadro nelle canzoni, ma anche nelle scene intime, l'attore-regista può giocare ci nascondersi con la noncuranza di chi pensa: 'Tanto, chi mi guarda veramente?'. Del resto, lui s'è cautelato contro l'invadenza visiva della ragazza-spot tenendola fuori campo per metà del film, il tempo per aggiustarsi a suo modo i panni di protagonista, molti primi piani, molti sguardi in macchina, sospiri e mezze parole. Che tipo strano Montesano. Potrebbe essere l'attore comico dell'età di mezzo, il brillante che ci manca (uno come Dorelli, per esempio, ha già troppe rughe) e ogni volta sembra che cerchi qualche pretesto per rimandare l'impegno chiarificatore. Fa e non fa, dice e non dice (a differenza che in teatro dove si buttò a strafare in 'Bravo!'). Qui ha scelto di dirigersi probabilmente per non soffrire troppi stimoli e imposizioni. Il copione di Toscano-Marotta lo lascia veleggiare eccessivamente tranquillo sulla commedia di situazioni; si capisce che tende ad essere più attore che comico, ma i modelli di regia sembrano Castellano e Pipolo, magari bisognerebbe puntare a una formula, come dire, più elevata." (Stefano Reggiani, 'La Stampa', 16 Dicembre 1985)

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