Passioni e desideri2011

SCHEDA FILM

Passioni e desideri

Anno: 2011 Durata: 110 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, ROMANTICO

Regia:Fernando Meirelles

Specifiche tecniche:-

Tratto da:ispirato al dramma "Girotondo" di Arthur Schnitzler (ed. Einaudi)

Produzione:BBC FILMS, ORF FILM/FERNSEH-ABKOMMEN

Distribuzione:BIM (2013)

ATTORI

Anthony Hopkins nel ruolo di Uomo anziano
Ben Foster nel ruolo di Tyler
Jude Law nel ruolo di Michael Daly
Marianne Jean-Baptiste nel ruolo di Fran
Moritz Bleibtreu nel ruolo di Venditore
Fernando Meirelles
Rachel Weisz nel ruolo di Rose
Lucia Siposová nel ruolo di Mirka
Gabriela Marcinkova nel ruolo di Anna
Katrina Vasilieva
Johannes Krisch nel ruolo di Rocco
Danica Jurcová nel ruolo di Alina
Peter Morgan nel ruolo di Venditore
Jamel Debbouze nel ruolo di Algerino
Dinara Drukarova nel ruolo di Valentina
Vladimir Vdovichenkov nel ruolo di Sergei
Juliano Cazarré nel ruolo di Rui
Maria Flor nel ruolo di Laura
Sydney Wade nel ruolo di Ellie
Alex Sander
Mark Ivanir nel ruolo di Boss
Tereza Srbova nel ruolo di Ragazza europea
 

SCENEGGIATORE

Morgan, Peter
 

MONTAGGIO

Rezende, Daniel
 

SCENOGRAFIA

Kelly, John Paul

TRAMA

Varie relazioni sentimentali, intrattenute da persone di differente estrazione sociale, si intrecciano sullo sfondo di diverse città: un unico, affascinante racconto di amore nel XXI secolo che prende le mosse da Vienna per poi passare a Parigi, Londra, Bratislava, Rio, Denver e Phoenix.

CRITICA

"Partendo da Vienna, adattamento libero dal 'Girotondo' di Schnitzler dove si alternano più coppie amorose con bisogni d'affetto o sesso, rivalità, gioie, illusioni e tradimenti. Il brasiliano Meirelles regola il traffico dei cuori: punta su momenti fatali e sentimentali, chorus line di personaggi con bisogni del cuore, viaggiando in tour tutto compreso. Ottimi Jude Law, Hopkins e la Weisz." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 20 giugno 2013) "Il dispositivo del racconto rimanda al celebre 'Girotondo' di Arthur Schnitzler; però il film di Fernando Meirelles ('La città di Dio'), più che essere una trasposizione della celebre pièce, vi s'ispira. Nella sceneggiatura di Peter Morgan agiscono oltre dieci personaggi, rappresentando le varie facce dell'amore, la casualità e la fragilità dei sentimenti. Quasi estranei gli uni agli altri, essi influenzando tuttavia i rispettivi destini per vie arcane. Variando tra l'Europa e gli Stati Uniti, il film è ambientato soprattutto in spazi di transito: sale d'attesa di aeroporti, aerei, camere d'albergo e altri 'non-luoghi'(come direbbe Marc Augé) che si prestano a fugaci occasioni d'incontro." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 20 giugno 2013) "Non posso dire di essere un estimatore del regista brasiliano Fernando Mereilles. 'City of God', comunque, il suo film di esordio (...) qualche pregio l'aveva, specialmente dal punto di vista del realismo, come, se pur con dei limiti, aveva, alcuni anni dopo, 'The Constant Gardener' (...). Oggi il tema, allontanandosi del tutto dai precedenti, gioca con un susseguirsi di relazioni sentimentali o sessuali a tal segno così apertamente collegate fra loro da ricordare, senza citarlo, quel celebre dramma ottocentesco dell'austriaco Arthur Schnitzler, 'Girotondo', arrivato con molto successo al cinema nel Cinquanta con 'La Ronde' di Max Ophüls, imitato poi nei Sessanta, ma con esiti dubbi, da Roger Vadim con 'Il piacere e l'amore'. Il nuovo "girotondo" Mireilles se l'è fatto immaginare dallo sceneggiatore inglese Peter Morgan cui va almeno il merito di aver scritto il testo di 'The Queen' di Stephen Frears (...), ma il risultato stenta molto a convincere. (...) le cifre caustiche del "Girotondo" di Schnitzler e quelle fra l'ironico e il mondano con ammiccamenti al sesso de "La Ronde" di Ophüls, sono del tutto accantonate, sostituite da un susseguirsi un po' vano di piccoli episodi spinti ora al dramma ora alla commedia da un eccessivo fluire di dialoghi prolissi, sostenuti da immagini in cui molto di rado la regia riesce a proporsi tentando di costruire tutt'intorno i climi adatti. Fra i tanti interpreti, Jude Law e Rachel Weisz, la coppia di inizio e fine, in un episodio piuttosto secondario Anthony Hopkins con l'aria, lì in mezzo, di sentirsi un po' a disagio." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo Roma', 20 giugno 2013) "Pescando un po' da 'Girotondo' di Arthur Schnitzler, un po' da Altman, un po' da 'Babel', il film ci ricorda le nostre responsabilità verso gli altri e quanti disastri possano provocare in amore le parole non dette." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 20 giugno 2013) "Il titolo originale è più calzante del nostro: '360'. Come i gradi che servono per avere una completa panoramica. Il nuovo film del Fernando Meirelles partito dalle favelas ('City of God') e finito nel cinema internazionale ('The Constant Gardener') sembra un sequel del 'Babel' di Iñarritu. Il messicano colse l'urgenza di raccontare il dolore globale (era il 2006). Il brasiliano un po' si perde nel gratuito spleen cosmopolita da jet set. Jude Law è un uomo d'affari adultero ma con sensi di colpa, Rachel Weisz sua moglie fotografa (e adultera pure lei), Anthony Hopkins un vecchio pensionato incuriosito in aeroporto dall'ex fidanzata dell'amante della Weisz. Si affrontano in superficie temi come lo sfruttamento, il tradimento, la redenzione. Saltando da Londra a Vienna a Rio de Janeiro. Tra uno sbadiglio e l'altro." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 20 giugno 2013) "Difficile non trovare evocazioni agli universi babelici del messicano Iñarritu. Film ambizioso sull'effetto domino tra casualità a 360° , vuole imporsi come novello manuale d'amore (e incontri) senza confini di lingua, cultura e classi sociali, a dimostrazione che certi vizi dell'umana specie non dipendono dalla geografia. Vero, ma a quale costo di noia e retorica..." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 20 giugno 2013) "Complicata ma avvincente commedia drammatica del brasiliano Fernando Meirelles che dirige con grande abilità un intenso traffico di personaggi in mezzo mondo. Tante storie intrecciate (quasi) degne di Altman e Iñárritu. L'episodio più riuscito quello di papà Anthony Hopkins, intenerito sul volo Londra-Phoenix, da una ragazza brasiliana, coetanea della figlia scomparsa. Si sente purtroppo il doppiaggio romano: o a Bratislava dicono «Stavamo una favola»?" (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 20 giugno 2013) "Piacerà a chi ricorda 'La ronde' di Max Ophüls (da Schnitzler) sui girotondi d'amore della belle époque. Qui i girotondi sono nel nuovo secolo, e continuano a intrigarci. Non tanto per l'originalità, ma per la gran parata di star che vivono da par loro l'ossessione amorosa, da Hopkins alla Weisz (che ha il personaggio più convincente), da Jude Law, al sorprendente Ben Foster." (Giorgio Carbone, 'Libero', 20 giugno 2013)

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