36 - Quai des Orf?vres2004

SCHEDA FILM

36 - Quai des Orfèvres

Anno: 2004 Durata: 110 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, POLIZIESCO

Regia:Olivier Marchal

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:-

Produzione:GAUMONT, LGM PRODUCTIONS

Distribuzione:MEDUSA (2005)

ATTORI

Daniel Auteuil nel ruolo di Leo Vrinks
Gérard Depardieu nel ruolo di Denis Klein
André Dussollier nel ruolo di Robert Mancini
Roschdy Zem nel ruolo di Hugo Silien
Valeria Golino nel ruolo di Camille Vrinks
Daniel Duval nel ruolo di Eddy Valence
Francis Renaud nel ruolo di Titi Brasseur
Catherine Marchal nel ruolo di Eve Verhagen
Guy Lecluyse nel ruolo di Groluc
Alain Figlarz nel ruolo di Francis Horn
Vincent Moscato nel ruolo di Jenner
Anne Consigny nel ruolo di Helene Klein
Stéphane Metzger nel ruolo di Smao
Solene Biasch nel ruolo di Lola Vrinks A 11 Anni
Aurore Auteuil nel ruolo di Lola Vrinks A 17 Anni
Anna D'Annunzio nel ruolo di Florence Belkrim
Christian Geffroy nel ruolo di Funzionario Fbs
Christine Chansou nel ruolo di Interno All'Ospedale
Christophe Rouzaud nel ruolo di Staneck
Cyrille Hertel nel ruolo di Jamel Attia
Denis Sylvain nel ruolo di Prefetto Di Polizia
Eric Defosse nel ruolo di Rolf Winterstein
Frederic Maramber nel ruolo di Giudice Rousseau
Ivan Franek nel ruolo di Bruno Winterstein
Jean-Louis Bihoreau nel ruolo di Padre Di Camille
Jo Prestia nel ruolo di Victor Dragan
Laurent Olmedo nel ruolo di Tony Vargas
Lena Jam-Panoi nel ruolo di Jade
Ludovic Berthillot nel ruolo di Nounours
Mylène Demongeot nel ruolo di Manou Berliner
Olivier Marchal nel ruolo di Christo
Patrick Medioni nel ruolo di Robert Boulanger
Philippe Chaubet nel ruolo di Guardia Al Cimitero
Serge Beuchat nel ruolo di Daniel Seurat
Stephane Orsolani nel ruolo di Said Chenaf
Stephanie Coubard nel ruolo di Anne Valence
Thierry Guerrib nel ruolo di Said Attia
 

MONTAGGIO

Darmois, Hugues
 

SCENOGRAFIA

Fernandez, Ambre
 

TRAMA

Tra Lèo Vrinks, capo della squadra anticrimine, e Denis Klein, capo della squadra investigativa e pronto intervento, si è scatenata la battaglia per la conquista del comando del '36, Quai des Orfèvres'. Un tempo grande amici, ormai tra loro è guerra aperta per sgominare una terribile banda di malviventi ma soprattutto per il cuore della bella Camille...

CRITICA

""Il titolo è l'indirizzo della questura di Parigi e la storia di questo polar (il noir alla francese) è purtroppo tutta vera. (...) Può sembrare un giallo come tanti. Invece '36, Quai des Orfèvres' è un polar di brutale iperrealismo girato da un ex-poliziotto che conosce il milieu come le sue tasche e dà a ogni immagine potenza e precisione impressionanti. Immaginate un Michael Mann francese (modello dichiarato è 'Heat') che però racconti da dentro miti e riti, intrighi e miserie della polizia. Di qui le scene migliori: l'addio al collega che va in pensione con i flic sbronzi che fanno il tiroasegno su un topo, le esequie del flic ucciso per una carognata di Depardieu, i gesti folli dei banditi. Peccato che pur rielaborando storie vere e dettagli di prima mano, 36 sterzi poi verso una truculenta vendetta stile 'Conte di Montecristo'. Anche perché Marchal, così dotato per azione e ambientazione, sul fronte dei sentimenti ha la mano assai meno felice." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 gennaio 2005) "Regista è l'ex poliziotto Olivier Marchal che racconta in diretta sulla sua pelle. Storie di feroci rapine e di sbirri senza pietà, di infiltrati, di corruzioni e di carognate. (...) Ottimo il ritmo, straordinari i personaggi: basta invitare un flic a bere una birra per avere mille storie, dice l'autore. Poliziesco con un lato di melodramma virile: Bene e Male hanno ruoli divisi & complementari. Il film corre veloce anche per la presenza di una coppia di sbirri capaci di produrre plus valore di emozione, Depardieu e Auteuil." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 22 gennaio 2005) "Scritto e diretto da un ex poliziotto, Olivier Marchal, un noir crepuscolare e straziante per il quale, in Francia, qualcuno ha speso il nome di Jean-.Pierre Melville. Esagerando, francamente. Eppure, basta pensare alle serie sulla polizia diffuse dal piccolo schermo per vederlo come un antidoto alle banalità con cui i modelli correnti distribuiscono bene e male. Diversamente dalla tv, qui il confine è dolorosamente vago, incerto: guardie e ladri, amicizia e odio, lavoro e vita privata si mescolano, spingendo gli individui alla deriva. Quel che delude, in parte, è che da tali premesse Marchal imbocchi poi la via di un melodramma alla 'Conte di Montecristo', commentato da una musica tonitruante fino a rimbambirti e montato con tale scrupolo dimostrativo da ripetere, tre o quattro volte, le stesse cose." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 21 gennaio 2005)

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