NEWS a cura di Cinematografo.it

Il responsabile del mercato della Mostra Pascal Diot

03 settembre 2013

Al mercato con Pascal Diot

246 distributori, 86 importanti venditori e 58 paesi: il market di Venezia festeggia la seconda volta, e ce ne parla il responsabile

Il mercato della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia è giovanissimo: nato l'anno scorso con l'arrivo del nuovo direttore Alberto Barbera, ha riscosso un grande successo tanto da duplicare i suoi numeri nell'edizione di quest'anno. 246 sono stati i distributori che hanno partecipato e 86 tra i venditori più importanti, per un totale di ben 58 paesi partecipanti. Ma che ne dice Pascal Diot, responsabile del Mercato? Oggi si chiude la sezione market della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia: con quali modalità è nato e si è sviluppato questo progetto voluto così fortemente dal direttore Alberto Barbera?Quando ad Alberto Barbera è stata proposta per la seconda volta la carica di direttore della Mostra del Cinema di Venezia, lui ha accettato ma alle seguenti condizioni: la prima era quella di avere totale libertà sulla scelta dei film da proiettare e di ridurne il numero - che prima arrivava a 160 e ora è intorno a 90. La seconda condizione era quella di poter creare la sezione dedicata al mercato, e la terza era quella di avere la possibilità di sviluppare l'iniziativa del "Biennale College Cinema". Perché il mercato? Quando Alberto stava lavorando al festival del cinema di Venezia come direttore tra gli anni ‘90 e 2000 questa sezione non c'era ancora, e lui aveva perfettamente capito che un festival come quello di Venezia  non poteva esserne privo: ogni grande manifestazione cinematografica nel mondo ha una sezione simile. Sapendo che io ero già a capo del mercato del Dubai Film Festival, mi ha chiesto di pensare e sviluppare qualcosa di nuovo: il progetto era quello di creare un tipo di "market" differente, perché dopo anni di frequentazione di questi spazi sapevamo di non poter ambire a qualcosa simile al festival di Berlino, dotato di centinaia di stand e spazi molto grandi che qui non potremo mai avere. Abbiamo cosi preferito incentrare tutto sul networking, qui la gente ha tempo per rilassarsi, discutere, creare reti di relazioni.Perché solo ora?È difficile da dire, ma prima dell'arrivo di Barbera non era stato neanche pensato uno spazio per far conoscere tra loro gli "addetti ai lavori". Durante gli ultimi 10 anni coloro che lavorano all'interno dell'industria cinematografica neanche venivano al festival di Venezia se non avevano film in concorso.Bilancio: è stato difficile portare avanti questa sezione qui a Venezia?Si, assolutamente. L'agenda di un distributore o di un venditore è piena in questo periodo: il Toronto International Film Festival  inizia tra poco, il festival di Montreal è appena finito, poi c'è il Festival Internacional de Cine de San Sebastian e così via. Inoltre questo periodo di difficoltà economica globale fa si che i prezzi nel momento della compravendita si abbassino di molto, ed è per questo che venire qui è un investimento per le società di vendita e produzione: venire al Lido diventa importante in una situazione del genere per creare nuovi contatti e relazioni.Non pensa che una sezione del genere possa diventare obsoleta con l'intervento sempre più massiccio della digitalizzazione e delle nuove tecnologie?Sono ottimista, al contrario, perché se effettivamente passiamo sempre più tempo sul web, sui social networks, su skype e via dicendo, continuiamo sempre ad aver bisogno di incontrarci faccia a faccia, skype non riuscirà mai a sostituire la genuinità del contatto diretto tra le persone: è l'unica maniera che abbiamo per conoscere veramente chi si ha di fronte.Come si colloca il cinema italiano all'interno del mercato globale?L'industria italiana dei film sta affrontando un periodo difficile nonostante il crescente numero di film prodotti. Ma penso che la storia del cinema sia ciclica, sono fiducioso, specialmente quando guardo ai giovani talenti molto validi e mi convinco che molto presto una nuova generazione di filmaker molto capaci sta per arrivare. Sarà probabilmente più attenta, e capace di avere uno sguardo più globale della realtà attuale. Come, per esempio,  uno dei film provenienti dal Biennale College chiamato Yuri Esposito. Ma ovviamente la bravura è solo un lato della medaglia, c'è da considerare anche quello economico che nell‘industria del film come si sa è di importanza assoluta. Bisognerebbe cercare la maniera per migliorare i metodi di finanziamento dei film. Rimane una questione spinosa, e di certo qualcosa per migliorare la situazione andrebbe fatta.Qual è il mercato che si sta espandendo con più vigore?Quest'anno c'è una forte presenza di film brasiliani e cileni e anche colombiani. Abbiamo una nuova ondata di film provenienti dal medio oriente, dove in questo  momento stanno investendo sempre di più nell'industria cinematografica. In Asia sicuramente si può vedere come la Cina si sta ritagliando un posto sempre più di rilievo insieme alle Filippine. In Europa la situazione non è troppo felice: esclusa la Scandinavia e i nuovi successi dell'Europa centrale e quella dell'est, nessuno se la sta passando troppo bene.

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