NEWS a cura di Cinematografo.it

The Armstrong Lie

03 settembre 2013

Le gambe corte di Lance...

"E' la storia del potere, non del doping", dice il regista Alex Gibney. Che porta al Lido The Armstrong Lie

"È la storia del potere, non del doping. Da un racconto sullo sport si è trasformato in una storia di vita. Il vero potere di Lance Armstrong è la celebrità che gli ha acconsentito di difendere questa bugia e attaccare chi invece stava dicendo la verità". Questa è la colpa maggiore del ciclista secondo il regista di The Armstrong LieAlex Gibney, poiché "Lance ha ‘sfruttato' il fatto di aver sconfitto il cancro come scudo alla sua bugia, calpestando così una linea morale che deve essere invalicabile". Fuori Concorso a Venezia70, il doc inquadra il ciclista per sette volte consecutive (dal 1999 al 2005) vincitore del Tour de France: successi recentemente revocati dall'UCI e dal CIO, perché l'inchiesta dell'Anti-Doping Agency americana ha accertato l'utilizzo di pratiche dopanti da parte di Armstrong e della sua squadra, l'US Postal, in quel periodo. "Armstrong non è il primo esempio di doping nel ciclismo – dice Gibney -, ma ciò che lo distingue dagli altri è il potere della sua storia che ha dei consistenti riscontri finanziari". Sulla questione dei sentimenti attuali del pubblico americano nei confronti del ciclista, Gibney afferma convinto che  "gli americani non l'hanno perdonato, anche perché non credono affatto che lui sia realmente dispiaciuto e attendono ancora una sua redenzione. Merito e colpa dei media è averlo trasformato da eroe perfetto a cattivo perfetto". Ma secondo il premio Oscar (Taxi to the Dark Side) Gibney, il ciclismo è credibile come sport, ovvero, può essere praticato senza uso di droghe? "È buffo perché tante persone parlano degli effetti pericolosi delle sostanze. Bisogna osservare bene in che condizioni arrivano gli atleti alla fine del Tour de France.Ho un profondo rispetto nei confronti dei ciclisti come atleti, però questo sport instilla dei dubbi. La domanda che uno si pone è: è l'atleta che ha avuto successo o è il doping che gli ha permesso di avere questo successo?". Non solo doping, secondo il regista "la peggiore bugia è il pretendere di essere un sopravvissuto al cancro, e dunque non avrebbe mai potuto mentire. In questo caso, ha calpestato una linea morale". Infine, Gibney arriva all'Armstrong qui e ora: "Si sta occupando di quello che sa fare meglio, ossia lottare. La sua vita adesso è piena di cause legali, lo stesso Governo Americano gli ha fatto causa, che gli impediscono di fare i conti con la sua bugia".

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