NEWS a cura di Cinematografo.it

Amos Gitai con il Premio BressonFoto Karen Di Paola

02 settembre 2013

Nel nome di Gitai

"Riconoscimento che rende omaggio alle idee, noi artisti dobbiamo divulgare messaggio di speranza", dice il regista israeliano. Premiato con il Bresson della Fondazione Ente dello Spettacolo

"Sono molto emozionato e grato. Questo riconoscimento è un omaggio alle idee, che per quanto riguarda il mio percorso si sono costruite sul campo, attraverso la conoscenza delle persone". Queste le prime parole di Amos Gitai, regista israeliano in concorso a Venezia con Ana Arabia, nel momento della consegna del Premio Bresson, riconoscimento attribuitogli dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dalla Rivista del Cinematografo, ormai giunto alla quattordicesima edizione. Il premio - un'opera intitolata HOPE e realizzata dallo scultore e orafo Andrea Cagnetti, in arte Akelo – viene assegnato al regista che abbia dato una testimonianza significativa del difficile cammino verso la ricerca del significato spirituale della vita. "La speranza può far cambiare le cose, tutti gli artisti, in quanto riconoscibili dal pubblico, hanno il dovere di divulgare un messaggio di speranza. Devono dare un aiuto a trovare una soluzione attraverso la loro arte. Penso all'attualità, alla preoccupante situazione in Siria: il nostro compito è quello di escogitare maniere per far sì che il Medio Oriente torni ad essere quello che è stato per secoli nella storia, ovvero la culla della civiltà, e non più culla di violenza e brutalità", dice ancora Gitai, che ha ricevuto il premio dal Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, S.E. Mons. Claudio Maria Celli: "Il cinema è senza dubbio il riflesso della nostra vita. E questa forma di arte privilegiata sa narrare attraverso la suggestione delle immagini e, allo stesso tempo, sa documentare quello che a volte resta nascosto. Nei film di Gitai si rincorrono temi e riflessioni legate alla storia, alla politica, alla società, per penetrare il complesso universo del Medio Oriente. Un cinema di grande impegno il suo, che sa raccontare a noi spettatori il tema dell'esilio, dell'emigrazione e l'orrore della guerra, vista attraverso gli occhi delle persone comuni", ha detto Celli, che ha poi aggiunto: "Immagino che non sia stato facile essere testimone di tanti orrori, sopportare l'esilio, e farsi voce di tali realtà. Eppure credo che anche questo sia un modo per rispondere a una chiamata, per assecondare la missione da portare a termine nella propria esistenza. Ciascuno di noi ne ha una e Gitai l'ha perseguita e la persegue sino in fondo, testimone del suo tempo e della sua cultura".Alla cerimonia di consegna del premio, condotta da Lorena Bianchetti, erano presenti anche don Ivan Maffeis, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, Mons. Dario Edoardo Viganò, Direttore del Centro Televisivo Vaticano, Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia, Alberto Barbera, Direttore artistico della 70. Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia. "Per una Mostra come questa il pluralismo è fondamentale. E il pluralismo si ottiene facendo ognuno le proprie coraggiose scelte, cosa che la Fondazione Ente dello Spettacolo continua a fare ormai da molto tempo", ha detto Baratta. Pluralismo e dialogo, come ricorda anche don Ivan Maffeis: "L'opera di Gitai è un racconto unico, che accomuna destini, forte di una profondità che supera le barriere ideologiche. Un riflesso dell'appello di Papa Francesco, quello di alimentare il dialogo in un mondo diviso". Il nuovo presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo ha poi ringraziato Dario E. Viganò "per l'amicizia che ci lega e per l'opera svolta in questi anni per la Fondazione". "Ho iniziato nel 2004 assegnando il premio Bresson a Wim Wenders - ricorda Viganò - e concludo oggi questa importante esperienza con Amos Gitai. Esperienza che vorrei descrivere con un'immagine presa in prestito da Papa Francesco, quando parla di tessuti fatti con pochi fili che non possono essere considerati dei buoni tessuti: un buon tessuto è dato da numerosi fili che si intrecciano, da tante soggettività e peculiarità diverse che formano un'unica trama. La Fondazione Ente dello Spettacolo è cresciuta e si è consolidata proprio grazie a questo e so che la grande capacità di lavoro di don Ivan la farà proseguire su questa strada".

Trova Cinema

Box office
dal 21 al 24 maggio

Incasso in euro

  1. 1. Gli anni più belli  1.196.456
    Gli anni più belli

    Quattro ragazzi, cresciuti nel centro di Roma ma con estrazioni sociali diverse, vedranno le loro vite evolvere in maniere e direzioni anche sorprendenti, tra delusioni e riscatti....

  2. 2. Bad Boys for Life  882.185
  3. 3. Il richiamo della foresta  680.273
  4. 4. Parasite  605.719
  5. 5. Sonic. Il film  499.216
  6. 6. Odio l'estate  264.761
  7. 7. Cattive acque  263.009
  8. 8. La mia banda suona il pop  240.521
  9. 9. Dolittle  123.234
  10. 10. Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn)  121.947

Tutta la classifica