NEWS a cura di Cinematografo.it

Giovanni Vernia nei panni di Jonny Groove

06 marzo 2012

Che Groove in sala!

"Film ispirato alla mia vita", dice il comico di Zelig Giovanni Vernia. Che approda sul grande schermo con l'autobiografico Ti stimo fratello

"La storia del film è ispirata alla mia vita: sono di Genova e mi sono trasferito a Milano per lavoro, mio padre è stato maresciallo della Finanza, mia zia è uguale a quella del film. Sono ingegnere elettronico e un fan accanito delle discoteche". Così parlò Giovanni Vernia aka Jonny Groove, assiso su una poltrona da tronista per la presentazione del suo primo film: da Zelig al cinema, il comico con i pantaloni muccati firma la regia e si sdoppia in Ti stimo fratello, in uscita il 9 marzo in 400 copie, seguendo le orme di altri suoi colleghi (dal fenomeno Checco Zalone a Ficarra e Picone e Ale e Franz)."Il cinema si è interessato a me dopo il successo del mio amico Checco (Zalone) – dice Vernia – Mi proponevano delle parti per Jonny Groove, ma non mi piacevano. Allora con Paolo Uzzi abbiamo pensato di scriverlo noi un film ed è stata l'occasione per farsi vedere fuori dai panni di Jonny". Anche se all'inizio, racconta, non se la sentiva di fare il regista: "Dirigere un film è un lavorone. Con Uzzi abbiamo fatto dei colloqui con dei registi come Giulio Manfredonia, ma avevamo paura che quello che avevamo scritto potesse essere modificato. Così con i produttori abbiamo deciso di dirigere gli attori e affidare la parte tecnica ad un cast di professionisti diretto da Pippo Masiero".Due "gemelli diversi" genovesi: il primo Giovanni, un ingegnere posato, fidanzato con Federica, nevrotica milanese figlia del suo capo, lavora come pubblicitario a Milano, Jonny, invece, è una mina vagante con la discoteca nel cervello. A Giovanni tocca ospitare il fratello discotecaro che, grazie ad una raccomandazione del padre maresciallo della Finanza, deve sostenere l'esame per entrare nell'Arma. Ma invece di studiare Jonny scopre il Gilez, mitico locale milanese, dove diventa una star della notte e si innamora di Alice, giovane cameriera per la quale anche Giovanni ha una cotta. Come dottor Jekyll e mister Hyde, Giovanni Vernia ha una doppia personalità ed è entrambi i personaggi nella finzione e nella realtà. Jonny Groove è nato dalla passione per la House Music: "Con un gruppo di amici – dice Vernia – andavamo a ballare tutti ‘lampadati' e profumanti con il solo scopo di rimorchiare. Il personaggio lo avevo immaginato come un bullo. Poi ho capito che per far ridere doveva essere stupido non bullo!". Ma Vernia senza maschera è un ingegnere: "L'ho fatto per 11 anni – racconta – e ho continuato a farlo per un anno e mezzo dopo la mia prima apparizione a Zelig. Lavoravo in una multinazionale americana e agli Arcimboldi nei tempi morti facevo le conference call con Roy Paci in sottofondo. E' stata mia moglie a convincermi a dedicarmi alla comicità a tempo pieno: mi ha detto "Giovanni vai e fatti onore!" e io ho sentito subito la musichetta di Rocky e quella sera stessa ho scritto agli americani".Nella commedia di Vernia, che vanta un cast di tutto rispetto, (Diego Abatantuono, Bebo Storti, Maurizio Micheli, Paolo Sassanelli e Carmela Vincenti), c'è anche un piccolo spazio per l'attualità perché lo humor sull'evasione fiscale è protagonista, anche se "non gli darei tutta questa importanza – si schermisce Vernia –. Mio papà era maresciallo della Guardia di Finanza e lo sentivo spesso discutere di queste cose. E poi è capitato che in concomitanza con l'uscita del film sia arrivato Monti con i suoi controlli a tappeto. Ma l'intento principale del film rimane quello di far ridere in modo leggero".

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