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27 settembre 2011

Tomboy de femme

Maschio, femmina, X. Arriva in Italia il film di Céline Sciamma: "Volevo raccontare una storia poche volte portata sul grande schermo", dice la regista francese. Dal 7 ottobre in sala

"Nessun libro o film ha ispirato il mio lavoro, volevo solo raccontare una storia poche volte portata sul grande schermo: in fondo credo non si sia vista molte volte una bambina mettersi del pongo nel costume per far credere di essere un maschio...". Così la 33enne Céline Sciamma presenta la sua opera seconda, Tomboy, già premiato a Berlino con il Teddy Award, visto da oltre 300.000 spettatori in Francia e dal 7 ottobre nelle nostre sale grazie alla Teodora di Vieri Razzini: "Abbiamo comprato il film la mattina dopo averlo visto al Festival di Berlino - ricorda Razzini -. Ci ha colpito la sua bellezza cristallina, il fatto che fosse meravigliosamente semplice, emblema contemporaneo della lunga tradizione del cinema francese, capace di raccontare in modo unico l'infanzia". La storia è quella di Laure (Zoé Héran), ragazzina di dieci anni da poco trasferitasi con la famiglia in nuovo quartiere: più "maschiaccio" (come da titolo) che femminuccia, decide di presentarsi ai nuovi coetanei sotto mentite spoglie, fingendo di essere un maschio, Mickaël. Accettat(o) nella comitiva, Laure/Mickaël instaura anche un rapporto speciale con Lisa (Jeanne Disson), ma l'estate volge al termine, l'inizio della scuola si avvicina e la menzogna ha le ore contate..."Il fatto che il film sia stato venduto in 30 paesi fuori dalla Francia mi fa pensare che siamo riusciti a trattare un argomento universale - dice la regista, francese con nonni italiani - e chiunque dopo averlo visto mi ha parlato della sua infanzia". Realizzato in tempi record (tre settimane per scrivere la sceneggiatura, riprese pochi mesi dopo e soli 20 giorni di set), Tomboy si è avvalso inizialmente solo di finanziamenti privati (in larga parte da Canal +) ed è stato girato con 500.000 euro: "Lo considero un gesto politico - spiega Céline Sciamma - perché il film era stato concepito proprio in questo modo, per essere realizzato subito e, soprattutto, per non finire come quei 'film mummia' pensati dai produttori e poi realizzati anni e anni dopo". "Era la mia opera seconda - continua la regista - e l'ambizione è stata quella non di voler fare un film più costoso ma in maggior libertà: non ho sacrificato nulla perché c'erano pochi soldi, quelli che avevamo erano sufficienti per fare ciò che ci serviva".Fotografia di un passaggio cruciale dell'esistenza, Tomboy deve moltissimo ovviamente alla credibilità del personaggio protagonista, intepretato da Zoé Héran: "Proprio per la velocità con cui il film è passato dal concepimento alla realizzazione, non abbiamo avuto il tempo di fare il 'casting selvaggio' - spiega la Sciamma - e la giovane attrice l'abbiamo scelta il primo giorno dei provini, incredibilmente fotogenica, veramente appassionata di calcio, con i capelli decisamente più lunghi rispetto a quelli che vedete nel film".Prima di arrivare nelle sale, Tomboy sarà proiettato in anteprima in varie città (da Brescia a Milano, da Trieste a Genova, da Bari - il 30 settembre all'interno del Festival Frontiere - a Firenze): domani, 28 settembre, l'appuntamento è alle ore 21,00 al Palazzo delle Esposizioni - Sala Cinema di Roma, dove il film sarà introdotto dalla regista. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

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