NEWS a cura di Cinematografo.it

Il regista Theo Angelopoulos

31 maggio 2011

Il passato è una terra straniera

"Tutto quello per cui abbiamo lottato non si è avverato", dichiara Angelopoulos. Che rievoca metà del '900 ne La polvere del tempo, e prepara un film sulla crisi greca

"Questo film è arrivato tardi. Oggi la situazione è nettamente cambiata, la storia ha subito un'accelerazione improvvisa e tutto quello per cui avevamo lottato non si è tramutato in realtà". E' amareggiato Theo Angelopoulos, tanto quanto il suo film, La polvere del tempo, dolorosa meditazione sul fluire delle cose, che arriva domani in 40 delle nostre sale (distribuito da Movimento Film-Classic e co-prodotto da Italia, Grecia, Germania e Russia), due anni dopo la sua partecipazione al Festival di Berlino.Scritto con Tonino Guerra ("Un amico più che un collaboratore", dice Angelopoulos), è la seconda parte di una trilogia iniziata con La sorgente del fiume (2004), nata quasi in risposta alla tesi di Fukuyama sulla fine della storia, che non ha mai convinto troppo il regista greco: "Una stupidaggine. Finché ci saranno gli uomini ci sarà la storia". E di storia abbonda il suo film, che rievoca metà del secolo scorso - dalla morte di Stalin alla caduta del Muro - attraverso i ricordi di un regista (William Dafoe) che vuol realizzare una pellicola sulla madre (Irène Jacob) e i due uomini (Bruno Ganz e Michel Piccoli) che, passando attraverso regimi e sofferenze, non smisero mai di amarla. "Negli ultimi anni mi sono molto avvicinato alla tragedia, lasciando un po' da parte Brecht. Lui è stato fondamentale nei primi anni della mia carriera, ma oggi dubito che le sue analisi sociali siano sufficienti a spiegare quanto sta accadendo intorno a noi". Eppure Brecht - a cui Angelopoulos riconosce una certa preveggenza quando scrive: "Che differenza c'è tra rapinare una banca e farne nascere una nuova?" - tornerà nel prossimo film del regista, L'altro mare (da ottobre partiranno le riprese), almeno come spunto tematico: "E' ambientato nella Grecia di oggi, la Grecia della crisi, ed è incentrato da una parte su una compagnia di attori e scioperanti che vorrebbe allestire L'opera da tre soldi ma deve scontrarsi con una situazione economica disastrosa; dall'altra sul rapporto tra un padre e una figlia, che rappresentano rispettivamente la generazione che ha creato i problemi di oggi e quella che li ha subiti".Una situazione, quella greca, allarmante ma non disperata: "Vedere la Piazza del Parlamento di Atene - confessa il regista de - invasa pacificamente da migliaia di giovani che chiedono con forza un cambiamento totale è un segno di speranza".

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