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<i>Operation Tatar</i>

06 maggio 2011

Mongolia al Far East

Per la prima volta a Udine un film dal paese di Gengis Khan: Operation Tatar di Baatar Bat-Ulzii, che racconta di "uomini in cerca di se stessi nella periferia di Ulan Bator

Se questa XIII edizione del Far East Film Festival di Udine ha spaziato, come da tradizione, dai grattacieli di Tokyo o di Hong Kong alle foreste della Malesia invitando lo spettatore a viaggiare nell'Asia cinematografica meno frequentata, un motivo ulteriore di interesse, quest'anno, è rappresentato dalla presenza della prima internazionale del primo film mongolo nella storia della kermesse friulana. Operation Tatar, di Baatar Bat-Ulzii, è una più che riuscita black comedy che, come è stato detto dall'autore durante la presentazione al pubblico, "non mostra una Mongolia fatta di praterie, cavalli selvaggi e yurte, ma di uomini che cercano la propria strada tra le periferie di Ulan Bator e non di cavalieri intrepidi alla conquista del mondo". Dunque, un film lontanissimo dai cliché che ci si attenderebbe e che hanno segnato non poca cinematografia recente sul Paese di Gengis Khan. Una commedia nera poliziesca ambientata tutta in città e particolarmente brillante. Una storia nella quale Taivanaa è un normale impiegato di banca della capitale; quando viene licenziato, la sua vita prende una direzione amara, non riuscendo a comunicare il triste evento alla moglie e alla figlia malata di cancro. Per salvare la piccola dal tumore, ci vogliono cure lunghe e costose. Decide allora di contattare un amico d'infanzia e insieme di cercare dei complici per rapinare la banca dove Taivanaa lavorava. Operation Tatar è un film fresco e autoironico, che riesce a trasmettere un deciso senso di libertà e dove la creatività sopperisce ai limiti finanziari, come accadeva nel cinema thailandese o coreano fino ad una decina di anni fa.Proprio dalla Corea del Sud arriva un'altra prima internazionale, l'action thriller The Showdown, diretto da Park Hoon-jung e ambientato nella Manciuria del 1619, durante l'impero Ming. Tre soldati coreani sopravvivono ad una battaglia epocale tra le forze cinesi e quelle coreane. Unici sopravvissuti, il comandante della guarnigione, il suo più fidato amico e un disertore si ritrovano bloccati dalla neve all'interno di una locanda. La convivenza forzata rivelerà legami inaspettati e la tensione salirà inesorabilmente col passare delle ore. Film epico piuttosto atipico, dalla solida sceneggiatura e dall'atmosfera claustrofobica, per un gioco al massacro mentale e fisico, in un ventaglio di passioni umane che spazia dall'amore al rancore, dall'amicizia all'invidia, dalla pietà alla brama di potere.

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