NEWS a cura di Cinematografo.it

Toni Servillo e Remo Girone ne <i>Il gioiellino</i>

01 marzo 2011

Latte avvelenato

"Il crac Parmalat? Vicenda esemplare per capire l'Italia di oggi", dice Molaioli. Che nel Gioiellino ripercorre l'affaire Tanzi usando i prestanome di Servillo e Girone

La Parmalat è diventata Leda, ma la sostanza (il latte) non cambia: Il gioiellino di Andrea Molaioli usa i prestanome per raccontare una delle più colossali truffe nella storia della finanza italiana, il crac della società di Collecchio. Calisto Tanzi si chiama Amanzio Rastelli (Remo Girone) ed è l'azionista di maggioranza di un'azienda di latticini che opera nel nord (da Parma la location si è spostata ad Acqui Terme trainata della Film Commission Piemonte), uomo dalle due facce, una rassicurante e bonaria da vecchio patriarca borghese, l'altra semplicemente diabolica. Sarà lui, coadiuvato dal solerte ragioniere Ernesto Botta (personaggio inquietante e rognoso interpretato da Toni Servillo dietro cui si cela Fausto Tonna, l'ex direttore finanziario della Parmalat), a spingere l'impresa verso il tracollo truccando i bilanci e mandando in malora migliaia di risparmiatori: "La storia della Parmalat - ammette il regista, al suo secondo film dopo il sorprendente La ragazza del lago - era paradigmatica per capire quello che è avvenuto e che sta ancora avvenendo nel mondo della finanza italiana. Ci siamo mossi nel solco del nostro cinema d'impegno civile, con un occhio soprattutto a Il caso Mattei di Francesco Rosi".A differenza della Enron e degli scandali finanziari internazionali il caso italiano è ben diverso. Come spiega Ludovica Rampoldi - che ha scritto il film insieme a Molaioli e Gabriele Romagnoli - l'imprenditore italiano a differenza di quello americano "mostra nelle parole un disprezzo nei confronti del denaro puntualmente smentito dai fatti. Almeno Jeff Skilling, AD della Enron, ammetteva candidamente che lo scopo di tutto erano i soldi. Non c'era altro. Invece nell'imprenditore italiano è riscontrabile ogni volta uno scollamento tra propositi e azioni. Una specie di schizofrenia". Nella finzione Rastelli parla di valori, difende l'italianità dell'impresa da eventuali immissioni di capitali stranieri, è tutto casa e chiesa: "La religione è un elemento centrale per questa classe imprenditoriale - ammette Molaioli -. Fa parte delle strategie di comunicazione, è una maschera dietro la quale nascondersi. Come la squadra di calcio". Nel film Rastelli/Tanzi ne possiede una che verrà messa sul piatto della bilancia quando l'imprenditore, sull'orlo della bancarotta, chiederà aiuto al Presidente del Consiglio: "Ci hanno raccontato che Tanzi andò da Berlusconi per farsi salvare - racconta la Rampoldi - e che i due finirono per parlare di calcio, con il premier che chiese, in cambio di un suo interessamento, il giocatore più rappresentativo del Parma: Gilardino". La cronaca racconta che alla fine del 2003 venne accertato il crac, mentre Gilardino sarebbe divenuto un giocatore del Milan solo nel 2005.Non importa: ne Il gioiellino fatti, aneddoti e invenzioni compongono un mosaico inestricabile, dove separare la verità dalla finzione è non solo compito arduo, ma inutile: "Se avessimo voluto parlare della Parmalat avremmo parlato della Parmalat - sostiene Francesca Cima della Indigo, produttrice del film con Rai Cinema (mentre in sala lo porterà la BIM venerdì 4 marzo, in 170 copie) -. Questa storia voleva essere esemplare e trascendere la cronaca". E' la "differenza tra l'inchiesta e il cinema", come sottolinea Servillo, che dichiara di aver potuto "reinventare il suo personaggio senza la zavorra della realtà". L'Ernesto Botta interpretato dall'attore napoletano è parente stretto di quei personaggi che, da Le conseguenze dell'amore in poi, hanno costellato la sua carriera cinematografica: "In effetti rivelano tutti un rapporto molto particolare col denaro - ammette Servillo -. Credo sia una delle peculiarità della condizione umana moderna, caratterizzata dall'intreccio sempre più stretto tra interiorità e materialità, anima e soldi". E se Remo Girone (che non ha conosciuto Tanzi direttamente perché "persona molto riservata") ringrazia "gli sceneggiatori per avermi fornito un copione dettagliato che è la fortuna di ogni attore", Sarah Felberbaum - nel gioiellino interpreta la nipote in carriera di Rastelli - riconosce nel suo personaggio più di una sfumatura e la capacità "di separare la sfera affettiva da quella lavorativa. La sua attrazione per Botta? Soprattutto mentale".Nel cast ci sono anche Lino Guanciale nella parte del direttore commerciale di Leda (nel quale è riconoscibile la tragica figura di Alessandro Bassi, ex collaboratore di Tanzi "precipitato" da un ponte poco dopo l'inizio delle indagini) e Fausto Maria Sciarappa nel ruolo di Franco Schianchi, stretto collaboratore di Rastelli. Musicato da Teho Teardo, Il gioiellino mette fuoricampo le conseguenze delle malefatte di Rastelli & co. sui risparmiatori: "La storia racchiusa nel film - spiega Molaioli - finisce un attimo prima che esplodano in tutta la loro gravità gli effetti del crac. Inoltre volevamo restare dentro quelle stanze cercando di afferrare in profondità quanto vi accadeva".

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