NEWS a cura di Cinematografo.it

Il regista Carlo Verdone

04 dicembre 2010

Verdone è uno sceicco

"Film semplice ma perfetto", dice Carlo dell'esordio di Fellini. E si prepara per il nuovo Posti in piedi in Paradiso

"Lo sceicco bianco è un film semplice, ma perfetto", dice Carlo Verdone ai numerosi spettatori giunti a seguire l'ultimo appuntamento della sezione Figli e Amanti, "e racchiude in nuce tutto il Fellini che verrà".Aggiunge con entusiasmo: "Guardate le facce presenti in questo film! Non ce n'è una sbagliata, sono tutte perfette per i ruoli che devono interpretare. Federico era uno psicologo mancato, dal viso capiva il 95% dell'anima di una persona; esattamente come ha fatto con Sordi".Il primo film del regista romagnolo fu anche quello d'esordio di Alberto Sordi; per Verdone "un attore con due facce: quella folle e avanguardistica, presente in questo film, e quella cinica e lavativa emersa sin da I Vitelloni (1953). Se ci pensate bene, a parte un ruolo come quello di Un borghese piccolo piccolo (1977), Sordi ha utilizzato queste due maschere, scoperte da Fellini, per tutta la carriera".Il regista romano, che ha da poco recitato in Manuale d'amore 3 e che tornerà dietro la macchina da presa nella primavera 2011 con Posti in piedi in Paradiso, con Micaela Ramazzotti e - molto probabilmente - Pierfrancesco Favino e Marco Giallini, racconta la notte prima delle riprese del suo esordio cinematografico."La notte prima di Un sacco bello (1980), non riuscivo a dormire, un po' perché, esattamente come Federico, riposo poche ore per notte, un po' perché ero agitatissimo. Per mia fortuna suonò il campanello. Era Sergio Leone, produttore del film, che mi portò a fare una passeggiata. Mi distrasse raccontandomi di fatti lugubri accaduti nella nostra Roma e poi mi riportò a casa".Leone fu fondamentale anche sul set: "Fu lui, su mia richiesta, a dare i primi due ciak. La sua presenza costante in quei giorni mi ha dato più tranquillità. Ancora oggi sono teso prima di un esordio. Ma è giusto sia così! Sarei un irresponsabile se non avessi paura".Conclude parlando del padre Mario, noto critico cinematografico, e del loro rapporto: "Mi ha sempre spinto a coltivare tante passioni, non solo quella del cinema. Era molto serio, ma aveva anche momenti di grande dolcezza. Mi ricordo di quando, in punizione per essere stato bocciato al liceo, mi proibì di usare la batteria. Quel castigo finì inaspettatemente quando si presentò in camera mia per parlarmi di una cosa molto importante: aveva i biglietti per lo spettacolo dei Beatles all'Adriano. E non si poteva non andare. Era un grande!".

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