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30 agosto 2010

Orizzonti: ciak, si vede!

Dalla Breillat a De Oliveira, passando per Gallo e Scimeca: grandi nomi e tanta sperimentazione nell'altra Mostra

E sono nuovi Orizzonti... La Belle Endormie della Breillat per aprire, Oki-eui young-hwa del prolifico Hong Sang-soo per chiudere, la 67esima Mostra di Venezia scommette molto sulla sezione che accoglie linguaggi, approcci, generi e sperimentazioni, formati diversi nel nome dell'altro cinema. "Un laboratorio dei diversi linguaggi artistici, all'interno del più grande "laboratorio" della Biennale di Venezia"' lo definisce il presidente della Biennale Paolo Baratta, mentre il direttore Marco Mueller ne sottolinea il carattere errante e rabdomantico: "I criteri di selezione devono essere mantenuti aperti, e persino, incerti". Ma senza, per questo, venir meno ai garndi nomi: Vincent Gallo, Guillermo Arriaga, l'infaticabile Manoel De Oliveira, e Paul Morrissey, icona della Pop Art e del cinema indie americano, rispettivamente con i corti The Agent (protagonista Gallo stesso e Sage Stallone, figlio di Sylvester), El Pozo e Painèis de Sao Vicente de Fora, Visao Poètica e il lungometraggio News from Nowhere. Fuori competizione, poi, arriva il visual artist Douglas Gordon (k.364 a journey by train), mentre a difendere il tricolore ci pensano il vincitore dello scorso anno (con Below Sea Level), Gianfranco Rosi, con un nuovo documentario, El Sicario Room 164, dal saggio di Charles Bowden The Sicario. A 6 anni da Maquilas torna - in coppia con Isabella Sandri - anche Giuseppe Gaudino, regista di Giro di luna tra terra e mare: sempre battente bandiera doc, il loro nuovo lavoro è Per questi stretti morire (ovvero cartografia di una passione). Attesi anche i Malavoglia 2.0 di Pasquale Scimeca, che con Giovanni Verga si era già confrontato per Rosso Malpelo, e Stardust, film di ricerca di Nicolas Provost con cast d'eccezione: Jack Nicholson, Jon Voight e lo scomparso Dennis Hopper.

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